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sabato 18 aprile 2020

L’aspirina aiuta a prevenire i tumori del colon (e non solo): conferme da una ricerca italiana

L’analisi di dati ad oggi più ampia indica che un uso regolare riduce anche il rischio di cancro a fegato,  vie biliari, pancreas e stomaco

L'aspirina aiuta a prevenire i tumori del colon (e non solo): conferme da una ricerca italiana
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L’aspirina riduce il rischio di ammalarsi di diversi tumori dell’apparato gastrointestinale: quello al colon-retto (il secondo più frequente in tutta la popolazione italiana) e alcuni che hanno una prognosi molto sfavorevole, come pancreas e fegato. Con la pubblicazione sulla prestigiosa rivista Annals of Oncology di uno studio tutto italiano, cresce il numero di prove a favore dell'utilizzo dell’aspirinetta, la piccola dose quotidiana assunta da milioni di persone come «difesa» da disturbi cardiovascolari, nella protezione da diverse forme di cancro.
Valutati i dati provenienti da 113 ricerche
La nuova analisi, la più ampia e completa fino ad oggi, ha esaminato 113 studi osservazionali, pubblicati fino a marzo 2019, che hanno indagato la relazione tra aspirina e rischio di neoplasie del tratto digerente: di questi, 45 riguardavano il tumore al colon-retto, per un totale di 156mila casi. Oltre al carcinoma colo-rettale, sono stati considerati i tumori di testa e collo, esofago, stomaco, cardias, fegato, vie biliari e pancreas.La ricerca è stata coordinata dall’Unità di Epidemiologia dei Tumori dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano.«L’utilizzo regolare di aspirina, definito come l’assunzione di almeno una o due compresse a settimana, è associato ad una riduzione significativa del rischio di sviluppare queste forme di cancro, a eccezione di quelli della testa e collo - spiega Cristina Bosetti, capo dell’Unità di Epidemiologia dei Tumori del Mario Negri -. In particolare, l’utilizzo di aspirina è associato a una riduzione del rischio del 27% di tumore del colon-retto (45 studi), del 33% di tumore dell’esofago (13 studi), del 39% di tumore del cardias (10 studi), del 36% di tumore dello stomaco (14 studi), del 38% di tumori epatobiliari (5 studi) e del 22% di tumore del pancreas».
ll meccanismo di protezione: l’aspirina «spegne» l’infiammazione
Numerosi sono stati gli studi condotti su questo argomento negli ultimi anni. Il meccanismo benefico dell’aspirina sarebbe da attribuire sia all’inibizione di alcuni fattori dell’infiammazione, che svolgono un ruolo importante nel favorire la crescita tumorale, sia al mantenimento di una migliore fluidità del che contribuisce a ridurre il rischio di deposito di cellule metastatiche. Con 49mila nuove diagnosi nel 2019 il carcinoma colo-rettale è la seconda neoplasia più diffusa in Italia, mentre quelli di pancreas e fegato sono fra i più letali.«Nell’Unione Europea sono previsti circa 175mila decessi per tumore del colon-retto nel 2020, di cui circa 100mila in persone di età compresa tra 50 e 74 anni – commenta Carlo La Vecchia, docente di Epidemiologia dell’Università degli Studi di Milano -. Ipotizzando che l’utilizzo regolare di aspirina nella popolazione in questa fascia di età aumenti dal 25% al 50%, ci potrebbe essere 5mila-7mila morti per cancro in meno e una diminuzione di 12mila-18mila nuovi casi di tumore del colon-retto. Le cifre corrispondenti per il tumore dell’esofago, stomaco e pancreas sarebbero di circa 3mila decessi e per il tumore al fegato circa 2mila. Data la prognosi sfavorevole per queste neoplasie, il numero di nuovi casi sarebbe solo leggermente superiore a quello dei decessi».
Il rischio di tumore si riduce all’aumentare della dose di farmaco assunta
Per il tumore del colon-retto è stato analizzato l’effetto della dose e della durata in chiave preventiva. Il rischio di tumore si riduce all’aumentare della dose di aspirinetta assunta: un dosaggio compreso tra i 75 e 100 milligrammi al giorno è associato ad una riduzione del 10% rispetto a chi non utilizza aspirina; un dosaggio di 325 milligrammi al giorno è associato ad una riduzione del 35% e un dosaggio di 500 milligrammi al giorno è associato ad una riduzione del rischio del 50%. Tuttavia, la stima del rischio calcolata per alte dosi di aspirina è basata su pochi dati e deve essere interpretata con cautela. Rispetto alle persone che non assumono regolarmente aspirina, il rischio di tumore del colon-retto diminuisce fino a dieci anni di utilizzo regolare: il rischio è ridotto del 4% dopo un anno di utilizzo, dell’11% dopo tre anni, del 19% dopo cinque anni e del 29% dopo dieci anni.«Le nostre osservazioni – conclude Cristina Bosetti - suggeriscono che dosi più elevate di aspirina siano associate ad una maggiore riduzione del rischio di tumore del colon-retto. Tuttavia, la scelta della dose deve prendere in considerazione il potenziale rischio di sanguinamento gastrointestinale, così come di altre emorragie, che aumenta per dosaggi elevati. L’assunzione di aspirina per la prevenzione del carcinoma del colon-retto o di altri tumori gastrointestinali deve comunque essere effettuata dopo aver consultato un medico, che terrà conto del rischio individuale».

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