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giovedì 16 aprile 2020

Coronavirus: come difendere la casa dalla contaminazione?

Il distanziamento sociale è l’arma principale per battere il virus. Ma una corretta igiene della casa - tra pulizia, disinfezione e sanificazione — e pratiche domestiche di buon senso possono dare una mano

Coronavirus: come difendere la casa dalla contaminazione?
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Per combattere la battaglia contro il coronavirus il distanziamento sociale è l’arma più efficace: se il virus non trova chi infettare la diffusione rallenterà. Ma in questo periodo resta molto importante mantenere una buona igiene personale e tenere pulita la casa per evitare un contagio da contattoArieggiare di frequente gli ambienti, pulire i filtri dell’aria condizionata , disinfettare maniglie e pulsanti sono pratiche utili a fermare il coronavirus. Senza però farsi travolgere dall’ansia e dagli eccessi perché la via principale di contagio è e resta quella attraverso le goccioline di tosse e starnuti (droplets) emesse da persone infette e il tutto è facilitato dal contatto stretto e prolungato con una persona positiva a Covid-19
Quando si torna a casa
È buona norma togliersi le scarpe appena si entra in casa oppure lasciarle direttamente fuori. Questo però è un suggerimento che vale sempre, non solo contro il coronavirus perché in questo modo di impedisce l’ingresso in casa di microrganismi. Per quanto riguarda vestiti, cappotti, magliette a meno che non si siano frequentati ambienti ad alto rischio (ospedali, case di cura) non è necessario lavare tutto al rientro. Giacche e cappotti meglio sistemarli su un appendi abiti (non su divano e letto). Se si è particolarmente ansiosi si può fare prendere aria ai vestiti su un balcone, se si ha la possibilità, ma senza entrare nel panico se non si può. Piuttosto non va spruzzato alcol e cloro sui vestiti (e neppure sul corpo!) perché sono irritanti e tossici.
Pulisci e disinfetta
Pulizia e la disinfezione sono due cose molto diverse. La pulizia riguarda la rimozione di contaminanti da una superficie. La disinfezione riguarda l’uccisione di agenti patogeni. Per sicurezza andrebbero fatte entrambe le operazioni in modo quotidiano se nell’ambiente entrano ed escono più persone (ad esempio uffici ma anche in casa se i membri della famiglia lavorano all’esterno). Prima di tutto vanno pulite le superfici, rimuovendo eventuali contaminanti, polvere o detriti. Si può fare con acqua e sapone (o uno spray detergente) e un asciugamano. Dopo va applicato un disinfettante adatto alla superficie. È dimostrato che il virus muore subito (entro un minuto) dopo una normale disinfezione a base di alcol etilico (etanolo al 62-71%), acqua ossigenata (perossido di idrogeno allo 0,5%) o candeggina (ipoclorito di sodio allo 0,1%). Ma in questo momento di grandi pulizie è importante ribadire di non mescolare più prodotti insieme pensando di ottenerne uno più potente contro il coronavirus. Non fate, insomma, gli «apprendisti stregoni»! Correte il rischio di esporre voi e i vostri cari a prodotti pericolosi che si formano durante la miscelazione, comportando gravi rischi di intossicazione. Inoltre va ricordato che nessuno studio ha mai provato che toccare una superficie sia mai stato fonte di contagio: una cosa è rilevare la presenza del virus, un’altra è che questo virus possa infettare una persona (che comunque dopo averlo toccato deve farlo arrivare dalle mani a bocca/occhi/naso).
Che cosa pulire se non si ha tempo
Bisogna essere realisti. Non si può pulire e disinfettare la casa da cima a fondo tutti i giorni, soprattutto se li lavora, anche con lo smart-working. Allora ci si può concentrare su ciò che più spesso tocchiamo in casa: maniglie, pulsanti, interruttori, telecomandi, controller dei videogiochi, sedie mouse, tappetini del mouse e naturalmente dispositivi elettronici.
Il bagno
Attenzione al bagno. Vanno pulite con cura (con alcol o candeggina) i rubinetti del bagno e i sanitari. Lo sciacquone va tirato con il coprivaso chiuso perché è dimostrata la permanenza del virus nelle feci anche per molti giorni dopo la guarigione virologica di un paziente (test negativo) e lo sciacquone fa aerosol: meglio evitare di respirare quelle particelle.
Lavatrice e lavastoviglie
Sia per lavare vestiti che per lavare piatti e bicchieri la temperatura deve essere elevata : sopra i 60 gradi per la lavatrice e intorno ai 70 per lavare le stoviglie. Qualsiasi programma a bassa temperatura non ha l’efficacia lavante e igienizzante dell’alto calore. Per le lavatrici sono utili alcuni programmi di igienizzazione e di trattamenti antibatterici che evitano il formarsi di muffe e germi all’interno. Gli ambienti con temperature molto elevate, compresi quelli delle asciugatrici, creano in genere un ambiente sfavorevole ai microrganismi.
La ventilazione
La ventilazione degli ambienti è essenziale e aprendo tutte le finestre, facendo corrente d’aria, accelera il processo. Anche le persone anziane che soffrono il freddo devono ventilare gli ambienti: meglio coprirsi con una maglia in più che restare in una stanza con l’aria viziata. In questi giorni lo smog è diminuito ma è comunque raccomandabile aprire le finestre la mattina presto o la sera, quando il traffico stradale è minore. In vendita esistono apparecchi che filtrano l’aria: sono adatti chi vive in case piccole e affollate in zone particolarmente inquinate. La cappa della cucina ha solo funzione aspirante: espelle all’esterno l’aria con gli odori ma non introduce aria pulita.
Aria condizionata
Con l’arrivo del caldo va bene utilizzare i climatizzatori: favoriscono il ricambio d’aria e non la trasmissione del virus, infatti spingono all’interno aria «pura» dall’esterno e anche filtrata. Gli impianti servono a ricambiare l’aria: maggiore è il ricambio, minore è il rischio di contagio. Non serve un’igienizzazione particolare, ma una normale manutenzione e pulizia dei filtri.
I cibi acquistati al supermercato
Non ci sono prove che gli alimenti o gli imballaggi per alimenti possano trasmettere il nuovo coronavirus, quindi al momento non è necessario disinfettare gli alimenti o gli imballaggi più di quanto si farebbe normalmente. Basta osservare la sicurezza alimentare standard, ma soprattutto lavarsi le mani appena si rientra a casa e anche dopo aver sistemato la spesa.
Un focus sui guanti
Come le mascherine, anche i guanti vanno usati correttamente e non sostituiscono la corretta igiene delle mani che deve avvenire attraverso un lavaggio accurato per almeno 20 secondi. Quando si sporcano vanno cambiati (sfilati alla rovescia) ed eliminati nei rifiuti indifferenziati i; come le mani, non devono venire a contatto con bocca naso e occhi; non vanno assolutamente riutilizzati. Sono utili al supermercato e per fare le pulizie di casa.
Se in casa c’è un Covid-19 positivo
Naturalmente se si convive con una persona positiva al coronavirus le precauzioni devono essere ancora maggiori: ecco qui che cosa fare

Coronavirus, come gestire un positivo in casa evitando il contagio

Ci si può trovare a dividere l’abitazione con positivi che hanno sintomi lievi o guariti e/o dimessi dall’ospedale che non sono ancora negativi e possono trasmettere l’infezione, ecco come fare

Coronavirus, come gestire un positivo in casa evitando il contagio
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Quarantena a casa perché si è positivi (con lievi sintomi) o perché si è guariti e dimessi dall’ospedale ma non ancora negativizzati. Che cosa fare con le persone che vivono in casa ma sono contagiose.
In questo momento chi ha la febbre quasi certamente ha contratto Covid-19. Quindi il paziente deve immediatamente mettersi in isolamento domiciliare per almeno 14 giorni cercando, per quanto possibile, di evitare contatti con il resto della famiglia. È importante che il paziente non esca mai di casa. Anche se non viene eseguito il tampone bisogna mantenere l’isolamento e contattare subito il medico di base.
Prima di tutto servirebbe una stanza a uso esclusivo e anche un bagno a uso esclusivo, se il bagno non è possibile, si dovrà avere l’accortezza di disinfettarlo ogni volta dopo l’uso della persona positiva. Il malato (o convalescente) deve mangiare da solo e quando si avvicina al resto della famiglia deve indossare guanti e mascherina e mantenere la distanza minima di un metro. Gli oggetti devono essere usati in modo esclusivo: biancheria, asciugamani, spazzolini da denti, termometro per misurare la temperatura etc.. Il lavaggio delle mani è fondamentale, in questo caso meglio utilizzare salviette usa e getta, oppure asciugamani da cambiare spesso.
Per pulire gli ambienti: la camera, il bagno e gli spazi comuni devono essere disinfettati ogni giorno con alcol, candeggina, cloro o acqua ossigenata. La biancheria della persona malata va raccolta in un contenitore chiuso e separato e lavata in lavatrice a 60-90 gradi.
Chi aiuta il paziente deve essere in buona salute e deve indossare guanti e mascherina, anche solo per cambiare le lenzuola. Evitare i contatti diretti con secrezioni nasali, saliva, feci, urina. I rifiuti potenzialmente infetti vanno smaltiti nella raccolta indifferenziata.
Quando ci si può considerare guariti anche se non si è fatto il tampone? Dalla fine dei sintomi bisogna far passare altri 14 giorni senza manifestazioni o ricadute e allora ci si può considerare clinicamente guariti.

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