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domenica 23 gennaio 2022

La sinistra italiana? Un covo di perbenisti, senza senso della realtà

POLITICA Domenica, 23 gennaio 2022 Gli uomini di sinistra si credono infallibili, eternamente dal lato della ragione e in diritto di trattare tutti dall'alto al basso, giudicando severamente L'opinione di Gianni Pardo La sinistra italiana? Un covo di perbenisti, senza senso della realtà Per la maggior parte dei cittadini essere di sinistra non ha nulla a che vedere con l’economia o con la politica: è semplicemente una posizione morale Moltissime persone che votano a sinistra non sanno perché lo fanno. Ma l’ignoranza non è un’esclusiva della politica. La maggior parte delle posizioni religiose, sociali e culturali sono adottate e vissute con estrema superficialità. Chi si dichiara di sinistra normalmente non conosce la storia di questo movimento, dal socialismo utopistico francese in poi. Non conosce le teorie di Karl Marx. Non conosce la storia politica degli ultimi due secoli. In generale, il votante di sinistra della sinistra non sa niente. E per cominciare ignora del tutto l’economia. E allora, che cosa intende, per “essere di sinistra”? Ecco un problema che non si pone. Forse vi risponderebbe che “ogni persona perbene è di sinistra”. Infatti, per la maggior parte dei cittadini essere di sinistra non ha nulla a che vedere con l’economia o con la politica: è semplicemente una posizione morale. Una risposta all’interrogativo: siete per la bontà o per la cattiveria? Per la solidarietà o per l’egoismo? Per la giustizia o per l’ingiustizia? In una parola: per il bene o per il male? Questa distinzione manichea spiega perché indistintamente tutti coloro che si sentono “di sinistra” si considerano moralmente superiori. Infatti tutti gli uomini di destra – cioè tutti quelli che non sono di sinistra - sono per la cattiveria, l’egoismo, l’ingiustizia e il male. Il discrimine, come si vede, non è logico o intellettuale, politologico o economico: è essenzialmente affettivo. E si nutre di conformismo. Il mondo della scuola, pressoché unanimemente di sinistra, ne è un buon esempio. In esso si muove gente che vive di stipendio fisso e il cui lavoro non è mai sottoposto a controlli di rendimento. Dunque il genio della cultura e dell’insegnamento guadagna quanto l’ignorante scansafatiche. Quello che non insegna niente e promuove tutti. Ed ora chiediamoci: perché promuovere un somaro è “di sinistra” mentre bocciarlo è “di destra”? Tutto dipende dal criterio di valutazione. Il professore di sinistra pensa che, se quell’alunno ha risposto male alle interrogazioni, è perché non gli hanno insegnato le cose nel modo giusto; perché non gli sono state offerte le condizioni giuste affinché studiasse; perché i professori non si sono interessati di lui in modo speciale, come meritava; infine (addirittura) perché è intellettualmente ipodotato e ci si deve chiedere: è forse responsabile di questa inferiorità? Dunque va promosso “per motivi morali”. Per il docente di sinistra la bocciatura o la promozione non certificano l’acquisizione, o la mancata acquisizione, delle nozioni minime richieste ma il livello morale del discente. E questo ha completamente rovinato la scuola italiana. Che senso ha rilasciare il diploma di ragioniere ad uno che non saprebbe fare il ragioniere? E perché rilasciare un diploma di Scuola Media Inferiore a chi non è alfabetizzato? È come mettere il cartello: “Questa è una torta” su una forma di pane ammuffito. L’uomo di sinistra non parte dalla realtà, ma dal sentimento. Se gli operai di una certa fabbrica guadagnano troppo poco, pensa che lo Stato dovrebbe imporre alla fabbrica di pagarli di più. Senza chiedersi se per caso la fabbrica non sia marginale tanto che, se aumenta i costi, chiude. Per lui è evidente: se il datore di lavoro non li paga di più, è perché è cattivo e si mette in tasca quello che non dà agli operai. Il che potrebbe perfino essere vero, ma bisognerebbe accertarlo, non presumerlo. Purtroppo la realtà concreta è troppo prosaica per occuparsene. Basta creare un “salario minimo” e tutti gli italiani saranno benestanti. E poi ci si meraviglia del lavoro nero. Se proprio si tenta l’impresa titanica di spiegare un po’ di economia all’uomo di sinistra, si sbatte contro la panacea di tutti i mali: l’azione dello Stato. Se la fabbrica non può aumentare i salari intervenga lo Stato, ripianando il deficit, a spese dei contribuenti realmente produttivi. L’Italia ha sprecato quattordici miliardi di euro per non chiudere un’impresa economicamente fallita come l’Alitalia. E così si arriva al nocciolo della questione. Dinanzi ad ogni dilemma l’uomo può scegliere la soluzione logica (ammesso che la conosca) o la soluzione sentimentale. La prima indica quella più utile per tutti, la seconda quella che fa sentire buoni, sensibili, caritatevoli (sempre a spese altrui, beninteso). Se il dilemma è fra bene e male, chi può onestamente scegliere il male? Ecco come si spiega che tanta gente voti per l’ideale, per la soluzione miracolistica, per il paradiso in terra. Ed ecco perché, come ha detto Luca Ricolfi, gli uomini di sinistra sono “antipatici”. Il loro senso di superiorità morale è talmente forte che essi si credono infallibili, eternamente dal lato della ragione e in diritto di trattare tutti dall’alto e giudicarli. Severamente. Il successo mondiale del comunismo si spiega col fatto che molti non hanno mai guardato alla situazione che si è realizzata nei Paesi dove esso ha governato (si pensi all’attuale Venezuela) ma ai suoi slogan, alle sue speranze, alle sue promesse. Come si potrebbe non essere per l’uguaglianza di tutti? per la prosperità di tutti? Per la fine dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo? Per l’eliminazione dei privilegi e delle rendite? per una società felice in cui gli ultimi sono aiutati e rispettati? Il fatto che questi ideali siano irrealizzabili, e che comunque il comunismo non li abbia mai realizzati, non ha avuto importanza. Ed è così che il comunismo ha dominato il mondo. La voglia di credere a queste fandonie è stata tale che, ogni volta che la verità trapelava dalle dittature comuniste gli idealisti preferivano credere che quelle evidenze fossero calunnie. Il complotto dei cattivi si attivava per negare la felicità di chi aveva abbracciato la dottrina salvifica. Il comunismo, nei Paesi che non lo hanno vissuto sulla loro pelle, non è stato annientato dall’evidenza del suo insuccesso, ma dalla dichiarazione di fallimento proclamata dalla più alta cattedra di quella dottrina: cioè da un congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica. Gli allocchi occidentali hanno accettato di vedere quello che avevano sotto gli occhi soltanto quando glielo ha mostrato Khrushchev, il Papa stesso di quella falsa religione. Prima, per decenni, hanno avuto il coraggio di credere che sotto Stalin la gente vivesse bene. Essere di sinistra significa avere buoni sentimenti e totale mancanza di senso del reale. Essere di sinistra significa credere che si combatta la povertà facendo la carità allo storpio dinanzi alla chiesa. Essere di sinistra significa fare la cosa che sembra giusta nel brevissimo termine, senza chiedersi se non sia rovinosa a medio e lungo termine. Essere di sinistra significa essere intellettualmente minorenni e vantarsene per giunta. Ma gli uomini di sinistra in questo campo hanno una giustificazione storico-culturale, anche se non la conoscono. E dire che è il motivo per il quale, dopo il Settecento, i cervelli europei sembrano funzionare a singhiozzo. Nella seconda metà del Settecento nacque in Francia una sorta di opposizione all’Illuminismo. Si era stanchi della fredda ragione e la moda divenne quella della “sensibilità”. Rousseau si propose come il leader e l’interprete di questa nuova tendenza, contrapponendo alla razionalità illuministica l’affettività pre-romantica. A suo parere, la bussola dell’uomo dabbene era e doveva essere il sentimento. L’uomo che ragiona, per lui, era corrotto e malvagio, mentre “l’uomo che sente” e segue il suo cuore, era “l’uomo di natura”, l’uomo giusto, l’uomo incorrotto. L’istinto è guida migliore della logica. Questa dottrina funesta uccise in concreto l’Illuminismo. Separò la scienza dal sentire comune. Risuscitò la religione (annullandone la dottrina e riducendola a sentimento; si legga Chateaubriand). Insomma ammorbò a tal punto l’intelligenza che ancora oggi la razionalità non ha diritto di cittadinanza e perde se si scontra con “i buoni sentimenti”. L’Illuminismo ha rappresentato il punto più alto della razionalità umana, ma deve essersi trattato di uno sforzo insostenibile. Infatti da un lato la scienza e la tecnologia hanno fatto passi da gigante, dall’altro la mentalità dell’uomo medio, ridivenuta infantile, se ne è allontanata nella direzione contraria. Verso il passato e la mentalità del primitivo.

mercoledì 12 gennaio 2022

Fine isolamento, la Regione Toscana libera chi è risultato negativo da 24 ore

REGOLE Fine isolamento, la Regione Toscana libera chi è risultato negativo da 24 ore Il perfezionamento dell’ultima ordinanza del presidente Eugenio Giani di Giulio Gori Se entro 24 ore dall’attestazione di negatività del tampone antigenico rapido fatto in farmacia (a casa non vale nulla) o test molecolare, il cittadino toscano non ha ancora ricevuto la certificazione di fine isolamento sanitario da Covid19, direttamente e automaticamente (tramite email), dagli organi competenti delle Asl, il referto di negativizzazione del test “è valido a tutti gli effetti” come provvedimento di fine isolamento. E’ la novità introdotta dal presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, a perfezionamento della sua ultima ordinanza (già firmata e in vigore da oggi) sulle attività di tracciamento e gestione dei casi positivi. «Questo ulteriore intervento si inserisce nel processo di velocizzazione delle procedure di comunicazione delle misure di isolamento e di guarigione che coinvolgono tantissimi cittadini - commenta il presidente -. Se entro 24 ore dall’attestazione di negatività del test non arriva la comunicazione automatica della Asl, l’isolamento sanitario da Covid può considerarsi concluso e la persona negativizzata può ritornare al lavoro e riprendere tutte le sue attività». Tra decreti governativi e ordinanze regionali, le regole per chi è contagiato e in isolamento, ma anche per chi è in quarantena precauzionale, sono molto cambiate rispetto a dicembre, ovvero prima che arrivasse l’ondata di coronavirus da variante Omicron. E sono anche diventate molto più articolate, quindi più difficili da comprendere. Ecco un breve vademecum. Le regole nazionali In caso di positività al coronavirus, sancita sia da tampone molecolare sia da antigenico rapido, scatta l’isolamento. Dura almeno 7 giorni per chi è vaccinato con la terza dose e chi ha la seconda da meno di 120 giorni. Per tutti gli altri, l’isolamento dura almeno 10 giorni. Per uscire dall’isolamento serve essere asintomatici da almeno 3 giorni e avere il tampone negativo (molecolare o antigenico, ma fatto in farmacia, non valgono quelli a domicilio comprati al supermercato). Chi al 22esimo giorno abbia ancora il tampone positivo, ma sia asintomatico, visto che viene considerato difficilmente contagioso, può uscire dall’isolamento e andare al supermercato con la mascherina Ffp2, ma non può, fintanto che non è negativo, andare a lavorare o a scuola. I contatti stretti Per quel che riguarda i contatti stretti di contagiato, le regole sono molto articolate: la quarantena non si applica per chi abbia la terza dose, la seconda da meno di 120 giorni o la guarigione da meno di 120 giorni, ma solo se asintomatici e con l’obbligo di portare sempre e ovunque la mascherina Ffp2. Per queste persone, se sintomatiche, la quarantena è invece di 5 giorni dal momento del contatto a rischio, con tampone in uscita. Per chi invece non sia vaccinato con la terza dose (o comunque non vaccinato o guarito negli ultimi 120 giorni), la quarantena è di 10 giorni col tampone finale. Le regole toscane Quanto si verifica il risultato del tampone, accedendo al sito della Regione «Referti Covid», oppure al sito del fascicolo sanitario elettronico (o alla sua app, Toscana Salute), in caso di prima positività si deve cliccare sul pulsante «autovalutazione» per fare l’auto-tracciamento. È una procedura necessaria non solo per segnalare il proprio caso al sistema sanitario, ma anche per accelerare le pratiche di gestione della quarantena, comprese poi quelle di fine isolamento. Per quanto riguarda i casi arretrati, chi ha già compilato il questionario legato all’sms non deve fare altro; e chi ha già il secondo tampone negativo ma non è mai stato preso in carico, può compilare il questionario per accelerare le pratiche di fine isolamento. Ma dopo 24 ore dall’esito del test negativo, in Toscana, si può uscire, tornare a lavoro e a scuola. I tamponi Sul fronte dei tamponi, la Regione Toscana sta mettendo a regime un sistema che nei prossimi giorni dovrebbe mettere a disposizione 50mila tamponi gratuiti al giorno per chi ha la ricetta medica (sintomatici e contatti di caso, non chi ha bisogno del green pass o di fare una verifica prima di un viaggio), mettendo in campo medici di famiglia, associazioni di volontariato e farmacie (che dovrebbero prevedere una finestra oraria dedicata ai tamponi gratis). Inoltre, la Regione ha emesso un’ordinanza per calmierare i prezzi dei tamponi nelle realtà private: chi supera le 80 euro per i molecolari e le 15 per i rapidi rischia ora di perdere l’accreditamento col sistema sanitario. Le regole a scuola Negli asili nido e nelle materne, in caso di positività si va in quarantena per 10 giorni, con tampone in uscita. Alle elementari, si resta in classe con un contagiato, ma si va in Dad per 10 giorni al secondo caso. Alle medie e alle superiori, con un caso si resta in classe, con due vanno in Dad solo i non vaccinati, con tre scatta la quarantena. I 10 giorni di didattica a distanza valgono anche per i vaccinati. Il super Green Pass Il super green pass, o green pass rafforzato, si ottiene col vaccino o con la guarigione dal Covid (non col tampone) ed è obbligatorio sui mezzi di trasporto, feste, sagre, fiere, congressi, hotel e in tutte le strutture ricettive, nei ristoranti anche all’aperto, piscine, centri benessere, sport di squadra, centri culturali, sociali e ricreativi. E anche per andare a sciare. Per chi non fosse in regola con le vaccinazioni, la Toscana applica la regola del libero accesso agli hub per gli over 12 che devono fare la prima dose. Mentre da oggi è scattato l’anticipo della terza dose da 5 a 4 mesi.

domenica 9 gennaio 2022

Superbonus, tutti i documenti necessari: dal salto di due classi energetiche al saldo lavori

di Gino Pagliuca8 gennaio 2022 1/13 Le nuove condizioni del Superbonus Il disegno di Legge di Bilancio 2022 modifica in maniera sostanziale il quadro dei bonus per la casa in termini di durata ed entità del vantaggio fiscale. L’agevolazione del 110% per i condomini resterà in vigore fino a tutto il 2023; nel 2024 l’aliquota scenderà al 70% per il 2024 e al 65% per il 2025. Stesse scadenze per gli edifici plurifamiliari aventi tutti la medesima proprietà e per gli edifici degli Iacp. Per quanto riguarda le case indipendenti, i lavori vanno terminati entro il 31 dicembre prossimo e a condizione che il 30 giugno risulti effettuato (o per essere più concreti: risulti pagato) il 30% dei lavori. Rispondiamo, intanto, alle domande più frequenti sui documenti da presentare per avere accesso all’agevolazione. 2/13 Come ottenere il miglioramento di due classi energetiche Per ottenere il super ecobonus è necessario conseguire un miglioramento di almeno due classi energetiche. Come si fa a provarlo? Con due certificazioni Ape (Attestazione di prestazione energetica), una redatta prima dell’inizio dei lavori e una alla fine. Si tratta di un attestato che può essere rilasciato da tecnici laureati in ingegneria, architettura, agraria e scienze forestali oppure con diploma di perito industriale, di geometra, o di perito agrario. I tecnici devono essere iscritti ad un ordine o collegio professionale e abilitati alla progettazione di edifici e impianti asserviti agli edifici stessi. In alternativa si può diventare certificatori dopo il superamento di appositi corsi con un esame finale. Nel caso in cui la valutazione dell’edificio richiedesse competenze multidisciplinari, è possibile che operino in collaborazione più valutatori. 3/13 Chi redige la certificazione La certificazione può essere redatta dall’impresa che effettuerà i lavori? No, al certificato Ape deve essere allegato un documento che le norme identificano con la denominazione altisonante di «Dichiarazione di indipendenza»; questa deve attestare l’assenza di conflitto di interessi, mediante la dichiarazione del certificatore che non ha nessun coinvolgimento diretto o indiretto nel processo di progettazione e realizzazione dell’edificio valutato e nemmeno con i produttori dei materiali e dei componenti, e che non vi sono rapporti di parentela fino al quarto grado con il committente. 4/13 Le «asseverazioni» La normativa prevede il rilascio anche di una o più «asseverazioni». Che cosa sono? Si tratta di documenti redatti da parte di un tecnico abilitato con cui si dimostra che l’intervento realizzato è conforme ai requisiti tecnici previsti, inoltre che le spese sostenute in relazione agli interventi agevolati sono congrue rispetto a quanto prevede la legge. 5/13 A chi vanno consegnate A chi va consegnata l’asseverazione? L’asseverazione deve essere trasmessa per via telematica all’Enea da parte del tecnico abilitato entro 90 giorni dal termine dei lavori o dal raggiungimento di un determinato stato di avanzamento dei lavori. Anche se si compiono lavori in un’abitazione indipendente il fai da te per il contribuente è quindi impossibile. Tutte le spese per certificazioni e asseverazioni sono fiscalmente detraibili. 6/13 I controlli Chi controlla la veridicità delle asseverazioni? L’Enea stessa sottoporrà a una prima verifica documentale un campione di almeno il 5% delle documentazioni presentate; di queste almeno il 10% dovranno passare a una secondo vaglio più accurato. Controlli solo a campione e grossi interessi in gioco: non c’è il rischio che possano passare asseverazioni, per così dire, compiacenti? Per un professionista serio il gioco non vale la candela. Deve obbligatoriamente avere una polizza assicurativa che lo tuteli in caso di errore e che preveda una copertura minima di 500mila euro. Nel caso di dichiarazioni infedeli è prevista una sanzione amministrativa da duemila a 15mila euro per ogni dichiarazione o attestazione contestata. Nei casi più gravi si arriva al procedimento penale. Ma c’è di più: se la dichiarazione infedele porta alla perdita del beneficio fiscale i committenti possono chiedere il risarcimento dei danni e inoltre scatta la segnalazione d’ufficio all’Ordine professionale o al collegio di appartenenza. Comunque è necessario porre molta attenzione alle spese, perché se l’Agenzia delle Entrate ne contesta l’entità chiede le somme in eccesso al contribuente e se questi ricorre, nelle more del procedimento rischia di trovarsi la casa ipotecata. 7/13 Avanzamento lavori Quando l’asseverazione va fatta anche ad avanzamento lavori? In tutti i casi in cui si chieda il beneficio fiscale o la cessione del credito nonostante i lavori non siano ancora ultimati. Operazioni possibili due volte: dopo che almeno siano state svolte (e pagate) il 30% e il 60% delle opere. 8/13 Il pagamento dei lavori Come vanno pagati i lavori? Come succede già per l’ecobonus e il bonus ristrutturazione, le persone fisiche devono saldare unicamente con il cosiddetto bonifico parlante, su modulo appositamente predisposto dalla banca o dalle Poste e che contenga il codice fiscale del beneficiario della detrazione e il numero di partita Iva o il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato. Questo particolare strumento consente all’intermediario di operare come sostituto di imposta e trattenere al beneficiario l’8% delle somme versate a titolo di ritenuta d’acconto. Di solito di questa incombenza per i lavori condominiali si occupa l’amministratore. 9/13 Documenti da conservare Quali documenti bisogna conservare? Le fatture e ricevute fiscali comprovanti le spese sostenute, unitamente alle ricevute dei bonifici se il contribuente è una persona fisica; la dichiarazione di consenso del proprietario all’esecuzione dei lavori, se questi sono effettuati dal detentore immobile (abitazione in affitto, in leasing, in comodato, o per cui si sia firmato il preliminare di acquisto senza che sia ancora avvenuto il rogito); una copia della delibera dell’assemblea di condominio e la tabella millesimale di ripartizione spese per interventi eseguiti su parti comuni o in alternativa la certificazione contenente queste informazioni rilasciata dall’amministratore; infine una copia dell’asseverazione trasmessa a Enea. 10/13 Regolarità urbanistica Quale documentazione sulle regolarità urbanistica dell’immobile e dell’edificio bisogna produrre all’Amministrazione prima di dare il via ai lavori per il superbonus? I documenti riguardanti la conformità urbanistica vanno presentati solo in caso di demolizione e successiva ricostruzione. Negli altri casi basta inviare un modello ad hoc di Comunicazione di inizio lavori (Cila) nel quale comunicare gli estremi dell’autorizzazione edilizia in forza del quale è avvenuta la costruzione, se questa risale a dopo il 1° settembre 1967 altrimenti basta indicare che l’edificazione è anteriore. Il modello è scaricabile sul sito del ministero funzione pubblica. 11/13 Condono edilizio e agevolazioni È possibile usufruire delle agevolazioni anche per immobili per cui è in corso una richiesta di condono edilizio non ancora conclusa? Sì, almeno così ha risposto a un quesito l’Agenzia delle Entrate delle Marche; inoltre bisogna rilevare che l’art. 34 bis del decreto semplificazione ha modificato il regime sulle difformità delle unità immobiliari, precisando che vi è un margine di tolleranza del 2% sulle difformità delle unità immobiliari rispetto alle previsioni urbanistiche, se non si violano specifici divieti. Una norma che può trovare applicazione soprattutto nel caso di ricostruzione a seguito di demolizione. Se invece vi sono violazioni urbanistiche più gravi si rischia di incorrere nella decadenza dei benefici se non si ricorre, quando possibile, alla sanatoria.

sabato 1 gennaio 2022

Brut, Prosecco e altri

https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/brut-ma-non-cattivi-spumanti-si-distinguono-metodo-294319.htm Carlo Ottaviano per “il Messaggero” Nei pochi giorni tra Natale e Capodanno stiamo dando fondo a quasi 90 milioni di bottiglie di spumanti italiani, stando ai calcoli di Ismea-Uiv. Nello stesso periodo saranno 150 milioni i vini sparkling made in Italy consumati nel mondo. L'Italia, del resto, vanta migliaia di etichette tra Metodo classico (quando la spuma si forma direttamente in bottiglia) e metodo Charmat-Martinotti (la fermentazione avviene in autoclave). SPUMANTE Altra distinzione importante è la definizione tra vini vivaci (la pressione dell'anidride carbonica è inferiore a 1 atmosfera), frizzanti e spumanti (superiore a 3 atmosfere). Gli spumanti sono anche classificati in funzione dei residui di zucchero che restano nel vino dopo l'aggiunta del liqueur d'expédition, la miscela segreta dell'enologo che dà stile diverso a ogni vino. Brut nature o anche dosaggio zero oppure pas dosé son definiti i vini con meno zucchero. LA GRADAZIONE PROSECCO Salendo in dolcezza, ecco extra brut, brut, extra dry, dry (oppure secco), demi-sec (anche abboccato), dolce. Infine dovendoci qui limitare millesimato vuol dire che lo spumante è stato prodotto con vini di una sola annata; cuvée è l'assemblaggio di vini di vigneti diversi vinificati separatamente; cru è fatto solo con vini di una determinata zona. Le bollicine italiane più note, addirittura sinonimo nel mondo di spumante italiano, arrivano da Veneto e Friuli. PROSECCO Il Prosecco (due docg e una doc) in bocca ha una forte fragranza con sensazioni di mela e pera, molto minerale. Il perlage le bollicine che salgono dal fondo del bicchiere è persistente. Per il Prosecco, la novità dell'ultimo anno è la versione rosé, di gran moda come tutti i rosati. Il primato storico al netto delle polemiche è invece dell'Alta Langa (Alessandria, Asti, Cuneo) che contende perfino alla Francia la primogenitura del metodo classico. Qui il colore è più giallo paglierino, tendente all'oro. Stessa antica storia per i vini del vicino Oltrepò Pavese dove da metà 800 si coltiva il pinot nero. A proposito: gli spumanti derivano quasi sempre da vini a bacca scura. Solo i blanc de blancs nascono da uve bianche (principalmente chardonnay). In Lombardia e Trentino si trovano le altre due aree spumantistiche, quelle che da alcuni anni qualitativamente stanno riuscendo a competere a livello altissimo con lo Champagne. IL PIONIERE Il successo del Franciacorta si deve al pioniere Franco Ziliani, scomparso a 90 anni proprio il giorno di Natale. Nel 1961 riuscì a spumantizzare un pinot difficile da lavorare dando vita a un vino eccellente che richiama agrumi, frutta secca e un piacevole sentore di crosta di pane. Il Trento Doc, le bollicine di montagna, conquistano particolarmente per il sottile e prolungato perlage e il forte ricordo di frutta secca e frutti esotici. Scelto il territorio (ma in tutta Italia sono moltissime le cantine che producono spumanti), per la degustazione ottimale si consiglia una temperatura di servizio intorno agli 8 gradi per i vini più freschi, poco sopra i 10 per i Metodo classico. Il vino va versato nel bicchiere leggermente inclinato per non provocare troppa schiuma. È indicato il bicchiere flùte (alto e sottile) perché aiuta la concentrazione dei profumi oltre a far sprigionare meglio il perlage. Non resta che dire cin cin evitando però quest' anno causa Covid il tintinnio dei bicchieri che si toccano.