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sabato 31 luglio 2021

Era Glaciale

Filippo Facci per “Libero quotidiano” Siete in ferie. Siete in gruppo. Avete parlato di vaccini per ore, e comincia a piovere. Un cretino accenna al riscaldamento globale (immancabile) e rimprovera le nostre responsabilità verso il Pianeta. Allora voi chiedetegli: «Sai quando è finita l'ultima era glaciale?». Lui tentenna. Rispondete: «Ci siamo ancora dentro: per era glaciale si intende un periodo in cui esistono le calotte polari, e in genere dura dai 12mila ai 50mila anni. Tra le cause accertate c'è il cambiamento dell'orbita terrestre attorno al Sole». Ma lui replica che l'uomo, però, ha la capacità di accelerare il riscaldamento e la fine diquesta era glaciale. Voi allora fategli un'altra domanda: «Se noi riducessimo la storia della Terra in 24 ore (4,5 miliardi di anni in un giorno) lo sai a che ora spunterebbe l'uomo?». Lui tentenna. Rispondete: «L'homo sapiens compare alle 23.59 e 12 secondi. I dinosauri erano comparsi alle 22.48 e si erano estinti alle 23.40, se vuoi saperlo. La rivoluzione industriale esplode a meno di 4 millesimi dalla mezzanotte». Nel gruppo, a quel punto, una donna pone la sua domanda preferita: «E quindi?». Voi rispondete: «E quindi, per la Terra, siamo niente, un accidente di pochi secondi, benché abitato da megalomani che saranno spazzati via in un altro niente. Siamo un episodio che non può causare né risolvere problemi seri». Esattamente come questa rubrica, che va in ferie per un po'.

lunedì 19 luglio 2021

UN VACCINATO POSITIVO AL COVID È CONTAGIOSO?

Silvia Turin per il "Corriere della Sera" 1 Una persona completamente vaccinata deve fare la quarantena se entra in contatto con una persona positiva? «Con le varianti precedenti non ha senso, perché i vaccini proteggono anche dall'infezione. Con la variante Delta il rischio di infettarsi è più alto, tuttavia con il vaccino il virus si replica meno e la carica virale si abbassa: nella stragrande maggioranza dei casi, quindi, le persone non saranno contagiose», spiega l'immunologa Antonella Viola. 2 Qual è l'orientamento rispetto all'isolamento in Usa ed Europa? «I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) Usa sono stati i primi a dire che le persone vaccinate non sarebbero state testate, non sarebbero andate in quarantena e avrebbero potuto non usare la mascherina. In Europa ogni Paese ha regole diverse. In Italia l'obbligo di quarantena c'è ancora, però non è possibile pensare di mantenerlo nel tempo», sostiene Viola. 3 Un vaccinato positivo quanto è contagioso? Ci sono una serie di studi che hanno analizzato la variante Alfa e hanno dimostrato che le possibilità che un vaccinato possa contagiare sono bassissime. Con la variante Delta non ci sono ancora dati pubblicati. Anthony Fauci, il consulente medico della Casa Bianca, ha dichiarato essere «un'ipotesi ragionevole» che le persone completamente vaccinate positive abbiano «molto meno» virus nelle vie aeree rispetto alle persone non vaccinate. «Quello che vediamo è che le persone vaccinate non si infettano allo stesso modo e nella gran parte dei casi non hanno sintomi. Questo significa che, se la carica virale è bassa, si hanno meno possibilità di contagiare gli altri», dichiara l'esperta. La difficoltà con questo tipo di studi è che una persona vaccinata sarà testata molto meno e, proprio perché vaccinata, se anche fosse positiva sarebbe probabilmente asintomatica e quindi sottoposta meno a tampone. 4 E chi ha fatto una dose? Ci sono dati da Israele che dicono che già solo una dose fa abbassare la carica virale: è stata misurata una riduzione fino a quattro volte. «Le cariche virali ridotte suggeriscono una minore infettività, però per prudenza, quando diciamo che non è necessario fare la quarantena, ci riferiamo solo a soggetti completamente vaccinati», specifica l'immunologa. 5 Può dipendere anche dal tipo di vaccino ricevuto? «Sì, è possibile che ci siano vaccini con una maggiore capacità di produrre immunità neutralizzante nelle vie aeree e quindi bloccare meglio la replicazione virale», osserva l'esperta. 6 Cosa dovremmo fare con la variante Delta? «Dobbiamo dare un segnale chiaro a chi ha fatto le due dosi di vaccino: togliere la quarantena, ma ricordare che, con la variante Delta, è bene usare mascherina e distanziamento in presenza di persone non vaccinate. C'è un rischio, pure bassissimo, di contagiarle e farle ammalare», conclude la specialista. Condividi questo articolo

domenica 18 luglio 2021

Spritz, la ricetta per l’aperitivo italiano più famoso al mondo

di REDAZIONE COOK Difficoltà: FACILE Preparazione: 10 MIN Dosi: 1 PERSONA INGREDIENTI 90 ml Prosecco 60 ml Aperol Q.b. soda o seltz o acqua frizzante 1 fette di arancia Cubetti di ghiaccio PREPARAZIONE Vi serviranno solo 5 minuti e finalmente potrete gustarvi il vostro meritato Spritz. Cominciate riempiendo di cubetti di ghiaccio il bicchiere e poi versate lentamente il Prosecco, in questo modo conserverà meglio la sua frizzantezza e non farà troppa schiuma. Aggiungete l’Aperol e infine date una spruzzata di soda o di acqua frizzante. Mescolate con uno stirrer, completate con una fetta d’arancia e consumate subito. Lo Spritz si serve in bicchieri bassi o in calici.

mercoledì 7 luglio 2021

Mutui ai giovani, diventa operativa la garanzia rafforzata per comprare casa: online il modulo

Mutui ai giovani, diventa operativa la garanzia rafforzata per comprare casa: online il modulo di Raffaele Ricciardi Le novità sono state introdotte dal decreto Sostegni bis e ora diventano operative: per la domanda bisogna comunque rivolgersi alle banche. Intanto gli emendamenti chiedono di portare la garanzia al 100% e di innalzare la soglia Isee a 60 mila euro 01 LUGLIO 2021 MILANO - Trascorso un mese dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto Sostegni bis, sono diventate operative le norme che hanno ampliato le garanzie e le agevolazioni fiscali per i giovani che vogliono acquistare la prima casa finanziandosi in banca. La Consap, la società controllata dal Mef che gestisce il Fondo di garanzia per la prima casa, ha adeguato i sistemi informativi di comunicazione con le banche e aggiornato sul suo portale il modulo di accesso al Fondo con il riferimento al decreto 73 del 25 maggio scorso. Gli interessati possono dunque compilarlo, ma l'interlocutore per le pratiche resta la propria banca: sempre sul portale Consap è presente l'elenco degli istituti che aderiscono allo strumento. Mutui ai giovani al 100%: come funziona la garanzia del Fondo e quali tasse si possono risparmiare di Rosaria Amato , Raffaele Ricciardi 31 Maggio 2021 I requisiti per i mutui con garanzia rafforzata Il Fondo che garantisce i mutui per l'acquisto della prima casa non è una novità del Sostegni bis. Già in precedenza, infatti, si rivolgeva a tutti i cittadini che, alla data di presentazione della domanda di mutuo per l’acquisto della prima casa, non fossero proprietari di altri immobili. Il Fondo si rivolge a chi chiede un finanziamento non superiore a 250 mila euro e interviene con una garanzia pubblica del 50% sulla quota capitale. Quanto alla tipologia di immobile da acquistare, deve essere una abitazione principale non rientrante nelle categorie catastali A1 (abitazioni signorili), A8 (ville) e A9 (castelli, palazzi) e non deve avere le caratteristiche di luss. Se l'accesso alla garanzia del Fondo al 50% è garantito a tutti, indipendentemente da composizione familiare ed età, il decreto è intervenuto nell'elevare dal 50 all'80% della quota capitale la garanzia concedibile dal fondo per tutti coloro che rientrano nelle categorie prioritarie di accesso al Fondo stesso e abbiano una situazione reddituale/patrimoniale con ISEE non superiore ai 40 mila euro annui. Costoro devono ottenere un mutuo superiore all'80% rispetto al prezzo d'acquisto dell'immobile, comprensivo di oneri accessori. Questa finestra è aperta fino al 30 giugno 2022. La stessa Consap ricorda le categorie prioritarie: Coppia coniugata ovvero convivente more uxorio da almeno due anni, in cui almeno uno dei richiedenti non abbia compiuto trentasei anni. Famiglia monogenitoriale con figli minori, il mutuo è richiesto da: Persona singola non coniugata, né convivente con l'altro genitore di nessuno dei propri figli minori con sé conviventi; Persona separata/divorziata ovvero vedova, convivente con almeno un proprio figlio minore Giovani che non abbiano compiuto trentasei anni. Conduttori di alloggi di proprietà degli Istituti autonomi per le case popolari, o comunque denominati. Per queste categorie prioritarie è prevista anche una agevolazione sul tasso del finanziamento, che risulta calmierato: "Il tasso effettivo globale (TEG) non può essere superiore al tasso effettivo globale medio (TEGM), pubblicato trimestralmente dal Ministero dell'economia e delle finanze ai sensi della legge 7 marzo 1996, n.108". Per coloro che, pur rispettando i requisiti di accesso al Fondo come categoria prioritaria, hanno un ISEE superiore a 40 mila euro annui, la garanzia resta al 50% della quota capitale. E' bene ricordare, per altro, che il decreto Sostegni bis è in via di conversione in Parlamento. I requisiti sono diventati legge, come visto, ma non sono da escludere modifiche. Tra gli emendamenti segnalati dalle forze politiche, ad esempio, c'è chi chiede di intervenire estendendo la finestra di agevolazione per i giovani dal 30 giugno a tutto il 2022. Ancora, si propone di elevare la garanzia sui mutui dall'80 al 100% e di innalzare la soglia Isee da 40 a 60 mila euro. Per il quadro definitivo, dunque, bisognerà attendere la conversione del decreto. I dati sui mutui: pochi giovani, ma cresce la taglia media a 141 mila euro Stando all'ultimo osservatorio del Gruppo MutuiOnline, con dati aggiornati a fine maggio, nel secondo trimestre dell'anno è cresciuta sensibilmente la quota di mutui erogati per la finalità di acquisto della prima casa, passata al 44,3% dal 39,5% del primo trimestre e dal minimo del 31% di inizio 2020. Di contro è scesa la richiesta di sostituzione e surroga, che pesava per due terzi del mercato prima della pandemia ed è scesa poco sotto la metà." Questa tendenza è dovuta anche a dei tassi ancora eccezionali: il variabile medio per mutui a 20-30 anni è 0,8%, il fisso medio è pari a 1,15%, in leggero aumento ma ancora significativamente sotto i dati pre-pandemia (1,53% nel 2019) - spiega Alessio Santarelli, direttore generale broking Gruppo MutuiOnline - La convenienza dei tassi porta a chiedere mutui con durate sempre più lunghe: le richieste oltre 25 anni passano dal 28% del totale nel 2020, al 33% del secondo trimestre 2021. Ci aspettiamo che questa domanda di mutui acquisto rimarrà sostenuta fino a che ci sarà convenienza nei mutui a tasso fisso oltre che dall’entrata sul mercato del Mutuo Giovani". In crescita, ed è probabilmente un segnale di fiducia, l'importo medio dei mutui erogati, sopra i 141 mila euro nel secondo trimestre in ripresa dai 136 mila euro di fine 2020. Ancora quasi-totalitaria si conferma la preferenza per i tassi fissi, che fanno più del 95% del mercato. Proprio sul tema dei costi dei finanziamenti, il portale di comparazione traccia la leggera ripresa dei costi che ha caratterizzato gli ultimi mesi, anche se si resta ampiamente su livelli minimi rispetto agli anni passati (basta ricordare i picchi sopra il 6% per i tassi fissi nel 2012, quando i variabili erano al 3,7%). Per quel che riguarda l'identikit dei mutuatari, alcuni dati rendono evidente la necessità di operare con un supporto ai giovani. I mutui erogati a persone fino ai 36 anni di età non arrivano al 30% del totale, nella media del 2021, mentre erano al 40% nel 2012. E se si guarda alla tipologia contrattuale, per l'86% l'erogato riguarda lavoratori a tempo indeterminato. Si risale invece all'ultimo bollettino Abi per avere altri dati sull'andamento dei prestiti: ad aprile, la dinamica dei finanziamenti alle famiglie è risultata in aumento rispetto al mese precedente sia per la componente dei mutui per l'acquisto di abitazioni (+3,7% la variazione annua che si confronta con il +3,2% nel mese precedente), che per quella del credito al consumo (+1,3% a/a vs -0,3% il mese precedente). Nel primo trimestre del 2021 la quota di acquisti di abitazioni finanziati con mutuo ipotecario è scesa al 72,9% dal 73,8% del periodo precedente mentre il rapporto fra l'entità del prestito e il valore dell'immobile è rimasto pressocché stabile, al 76,2%. Fondo di Garanzia Mutui Prima Casa Il Fondo di garanzia per la prima casa (c.d. Fondo prima casa), è stato istituito presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze con la Legge 27 dicembre 2013, n. 147, art. 1 comma 48 lett. c). Il Fondo è stato recentemente rifinanziato con il “Decreto Sostegni-bis” (DL. 25 maggio 2021, n.73, art. 64). A CHI È RIVOLTO IL FONDO Il Fondo è rivolto a tutti i cittadini che, alla data di presentazione della domanda di mutuo per l’acquisto della prima casa, non siano proprietari di altri immobili a uso abitativo (anche all’estero) salvo il caso in cui il mutuatario abbia acquisito la proprietà per successione causa morte, anche in comunione con altro successore, e che siano ceduti in uso a titolo gratuito a genitori o fratelli. L’ammontare del finanziamento non deve essere superiore a 250.000 euro. Il fondo prevede una garanzia pubblica del 50% (con controgaranzia dello Stato). Il requisito dell'impossidenza dichiarato al momento della presentazione della domanda di acceso al Fondo è tassativo ed inderogabile. In caso di richiesta della garanzia del Fondo, parte mutuataria e parte datrice di ipoteca devono sempre coincidere con i richiedenti l’accesso al Fondo poiché, come previsto dalla vigente normativa, non è possibile l'intervento di ulteriori garanzie (terzo datore di ipoteca) in presenza della garanzia statale. L’accesso alla garanzia del Fondo al 50%, pertanto, è consentito indipendentemente da composizione familiare ed età. CARATTERISTICHE DELL’IMMOBILE DA COMPRARE L’immobile per il quale si chiede il finanziamento deve essere adibito ad abitazione principale, non deve rientrare nelle categorie catastali A1 (abitazioni signorili), A8 (ville) e A9 (castelli, palazzi) e non deve avere le caratteristiche di lusso indicate nel decreto del Ministero dei lavori pubblici in data 2 agosto 1969, n.1072. COSA PREVEDE IL DECRETO SOSTEGNI bis Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del D.L. 25 maggio 2021 n. 73, “Misure urgenti connesse all’emergenza COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani e i servizi territoriali” (c.d. “Decreto sostegni bis”), sono state emanate nuove importanti disposizioni riguardanti – tra le altre – il Fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa. In particolare, la garanzia concedibile dal fondo è elevata all’80% della quota capitale per tutti coloro che rientrano nelle categorie prioritarie elencate di seguito – con ISEE non superiore ai 40 mila euro annui – e che ottengono un mutuo superiore all’80% rispetto al prezzo d’acquisto dell’immobile, comprensivo di oneri accessori. Elenco delle categorie prioritarie: Coppia coniugata ovvero convivente more uxorio da almeno due anni, in cui almeno uno dei richiedenti non abbia compiuto trentasei anni. Famiglia monogenitoriale con figli minori, il mutuo è richiesto da: - Persona singola non coniugata, né convivente con l’altro genitore di nessuno dei propri figli minori con sé conviventi; - Persona separata/divorziata ovvero vedova, convivente con almeno un proprio figlio minore Giovani che non abbiano compiuto trentasei anni. Conduttori di alloggi di proprietà degli Istituti autonomi per le case popolari, o comunque denominati. Inoltre, per tali categorie è previsto un tasso calmierato del finanziamento ovvero “il tasso effettivo globale (TEG) non può essere superiore al tasso effettivo globale medio (TEGM), pubblicato trimestralmente dal Ministero dell’economia e delle finanze ai sensi della legge 7 marzo 1996, n.108”. Per coloro che, pur rispettando i requisiti di accesso al Fondo, hanno un ISEE superiore a 40 mila euro annui, la garanzia resta al 50% della quota capitale. Si fa presente, infine, che le domande potranno essere presentate agli istituti di credito aderenti all’iniziativa, a partire dal trentesimo giorno dalla data di emanazione del D.L. n 75 del 25 maggio 2021. COME EFFETTUARE LA DOMANDA La richiesta deve essere inoltrata alle banche o agli intermediari finanziari aderenti all’iniziativa e non direttamente a Consap. È sempre facoltà della banca in base a proprie ed esclusive valutazioni decidere sulla concessione del mutuo e sul ricorso alla garanzia del Fondo. L’iniziativa del Fondo prevede il rilascio della garanzia statale per il finanziamento erogato da una banca esclusivamente per l’acquisto di un immobile adibito ad abitazione principale. Si precisa pertanto che non è possibile la ristrutturazione senza acquisto. Le banche si impegnano a non chiedere ai mutuatari garanzie aggiuntive – non assicurative – queste ultime nei limiti consentiti dalla legislazione vigente, oltre all’ipoteca sull’immobile e alla garanzia fornita dallo Stato. Per accedere al Fondo con la garanzia del 50% è necessario presentare, ad una delle banche aderenti, contestualmente alla richiesta di mutuo, il modulo scaricabile dal sito MEF o Consap e comunque disponibile in banca, allegando un documento di identità (ovvero Passaporto unitamente al Permesso di Soggiorno per cittadini stranieri). Per accedere al Fondo con la garanzia dell’80%, la domanda potrà essere presentata ad una delle banche aderenti all’iniziativa a partire dal 30° giorno dall’entrata in vigore del Decreto sostegni bis e fino al 30 giugno 2022. Il modulo di accesso al Fondo prevede tre tipologie di acquisto: Acquisto; Acquisto con interventi di ristrutturazione con accrescimento dell’efficienza energetica; Acquisto con accollo da frazionamento (da costruttore). Al modulo bisogna allegare la dichiarazione ISEE non superiore a 40.000 euro annui. TEMPI DI RISPOSTA Consap entro 20 giorni comunica alla banca l’ammissione alla garanzia. La banca entro 90 giorni comunica a Consap il perfezionamento del mutuo garantito, o la mancata erogazione del mutuo (in tale ultimo caso la garanzia decade). È sempre possibile chiedere alla banca la documentazione attestante l’avvenuto invio della domanda a Consap. NOTA BENE: In caso di inadempimento del mutuatario il Fondo interviene liquidando alla banca l’importo previsto dalla garanzia per poi agire nei confronti del mutuatario stesso per il recupero della somma liquidata. Al mutuatario, pertanto, resta l’obbligo di restituire per intero le somme pagate dal Fondo alla banca, il quale provvede al recupero della somma pagata anche mediante il ricorso alla procedura di iscrizione a ruolo così come previsto al comma 1 e 2 dell’art.8 del Decreto Interministeriale del 31 luglio 2014. ELENCO DELLE BANCHE-INTERMEDIARI FINANZIARI ADERENTI ALL’INIZIATIVA Scarica il PDF dell’ Elenco Banche/Intermediari finanziari aderenti all'iniziativa AREA RISERVATA ESCLUSIVAMENTE AGLI ISTITUTI DI CREDITO: FONDO PRIMA CASA (nuova iniziativa) (Si ricorda che i cittadini dovranno fare richiesta direttamente agli istituti che aderiscono all’iniziativa)

martedì 6 luglio 2021

Ho bisogno di un aiuto urgente: come capire se è necessario andare in Pronto soccorso

EMERGENZA Correre al Pronto Soccorso è il primo pensiero di fronte a un malore o a un incidente. In certe situazioni è davvero necessario un intervento molto tempestivo. In altri può non essere la scelta più idonea di Chiara Daina Ho bisogno di un aiuto urgente: come capire se è necessario andare in Pronto soccorsoshadow Il Pronto Soccorso è una struttura sempre aperta che non manda via nessuno. Ma proprio per questo bisogna farne un uso consapevole per evitare disservizi a discapito di chi ha veramente urgenza. Nel 2019 (ultimo anno reso disponibile dal monitoraggio del ministero della Salute) gli accessi impropri (e quindi evitabili) sono stati 12,2 milioni (58%) su quasi 21,1 milioni in totale. L’utilizzo scorretto può in parte dipendere dalle scelte del cittadino, che impaurito dalla comparsa improvvisa di un malessere non aspetta di sentire il proprio medico per valutare l’urgenza del sintomo e capire cosa sia meglio fare. Altre volte, invece, è il risultato dell’assenza di un’adeguata rete di assistenza sul territorio, che di fatto costringe il paziente a rivolgersi al servizio di emergenza. I rischi di un accesso improprio Mario Guarino, direttore del Pronto Soccorso dell’ospedale del Colli di Napoli e segretario nazionale della Società italiana di medicina d’emergenza-urgenza (Simeu), fa l’esempio di una situazione che si presenta di frequente: «Ci arrivano anziani allettati con piaghe da decubito che non sono presi in carico dai servizi sanitari a domicilio e che dobbiamo ricoverare, ma poi quando sono in ospedale a causa del loro sistema immunitario molto compromesso rischiano di prendere delle infezioni batteriche, spesso resistenti ai più comuni antibiotici, che li debilitano ulteriormente». Il crollo degli accessi che si è verificato durante i mesi della pandemia di Covid, e che è stato stimato dalla Simeu intorno al 25-30 per cento è corrisposto tuttavia «con un aumento dei casi più gravi, dovuti al lockdown e alla conseguente chiusura di molti ambulatori» osserva Guarino. Come decidere Salvo i casi oggettivamente acuti e urgenti, non risolvibili dal medico di medicina generale, che necessitano di interventi diagnostici e terapeutici immediati, in tutte le altre circostanze la regola da seguire è il buon senso. Innanzitutto, raccomanda Guarino «La decisione di andare al Pronto Soccorso non dovrebbe essere presa spontaneamente o su consiglio del vicino di casa, ma deve arrivare dal medico di famiglia o di continuità assistenziale, oppure dallo specialista curante, che vanno interpellati per una prima valutazione delle condizioni cliniche». Il criterio tempo Quando gli studi dei medici di medicina generale e dei pediatri di famiglia sono chiusi, si ricorda che per i bisogni di salute non rimandabili, è attivo il servizio di continuità assistenziale (ex guardia medica) tutti i giorni dalle ore 20 alle ore 8, il sabato (e nei giorni prefestivi) dalle 10 alle 20 e la domenica (inclusi gli altri festivi) dalle 8 alle 20. I numeri di telefono da contattare si trovano sui siti web delle aziende sanitarie locali. Il secondo criterio di cui tener conto è il tempo. «Se la situazione è in rapido peggioramento e si ha la percezione di un pericolo incombente occorre allertare il proprio medico, e quando non è possibile, rivolgersi direttamente al Pronto Soccorso» spiega Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale. «Mentre se il sintomo è insorto da poco tempo, non è grave e non evolve, va tenuto sotto auto osservazione e va prenotata eventualmente una visita di controllo». I numeri di emergenza Il numero 112 (o 118) va chiamato in tutti quei casi in cui ci può essere un rischio per la vita e in cui la tempestività del soccorso è determinante per la sopravvivenza del paziente e per l’esito della malattia, quindi: in presenza di sintomi quali difficoltà di respiro, arresto cardiaco, dolore al petto, perdita di coscienza prolungata (la persona non parla e non risponde), trauma e ferite con emorragie evidenti, incidente (domestico, stradale, sportivo o sul luogo di lavoro), difficoltà a parlare o incapacità nell’uso di uno o di entrambi gli arti dello stesso lato, segni di soffocamento, di avvelenamento, di annegamento o ustione. «Il trasporto autonomo può essere pericoloso, si possono fare movimenti sbagliati e si può perdere del tempo prezioso» ricorda Guarino. «Il personale a bordo dell’ambulanza, oltre a effettuare il primo intervento medico sul posto, trasferisce in condizioni di sicurezza il soggetto nella struttura più attrezzata e idonea a trattare la patologia tempo dipendente, come un infarto o un ictus, che non coincide necessariamente con l’ospedale più vicino. Immettere il paziente nella rete di emergenza-urgenza assicura una prognosi migliore». In Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Sicilia e nelle due province autonome di Trento e Bolzano, è attivo il 112, il Numero di emergenza unico europeo (Nue). Serve per richiedere urgentemente un intervento di emergenza sanitaria, polizia, carabinieri e vigili del fuoco. Qualunque numero nazionale di emergenza si chiami (113, 112, 115 e 118), la telefonata viene ricevuta dalla Centrale unica di risposta, che raccoglie nome, cognome e tipo di richiesta, geolocalizza l’utente e trasferisce i dati al soccorso competente. «Entro la fine dell’anno il Nue funzionerà anche in Sardegna e Puglia» annuncia Alberto Zoli, direttore generale dell’azienda regionale emergenza urgenza della Lombardia e membro della commissione per l’attuazione del Nue al ministero dell’Interno. TNon deve essere una scorciatoia Bisogna avere sempre presente che ogni visita inutile al Pronto Soccorso sottrae risorse a un’altra persona che ne ha davvero bisogno. Pertanto, e non ci dovrebbe essere bisogno di ricordarlo, non si dovrebbe ricorrere a questa struttura per saltare le liste di attesa per visite specialistiche non urgenti, per ottenere la compilazione di ricette o certificati, per bypassare il proprio medico curante, per ricevere prestazioni che potrebbero essere fornite presso servizi ambulatoriali o per non pagare il ticket.

domenica 4 luglio 2021

I sovranisti, l'Europa e la realtà capovolta

di Andrea Bonanni La Carta dei valori sottoscritta dai partiti dell'estrema destra europea è contro l'Ue 02 LUGLIO 2021 La Carta dei valori sottoscritta solennemente da sedici partiti dell'estrema destra europea è, in realtà, una Carta contro i valori dell'Europa, a cominciare da quello fondante di ogni democrazia: l'uguaglianza dei voti espressi da ciascun cittadino per decidere la forma di governo comune. Come fanno tutte le ideologie totalitarie, dal fascismo al comunismo, anche il sovranismo nazionalista parte dunque da un ribaltamento della realtà, accettato il quale tutto si giustifica: la rimessa in discussione delle libertà religiose e sessuali in nome delle "tradizioni cristiane", e perfino la negazione delle libertà politiche, se queste osano mettere in forse il primato mistico e intangibile della Nazione. Sarebbe dunque un errore gravissimo sottovalutare la portata della Carta sovranista. Per due ragioni. In primo luogo perché essa potrebbe costituire la base per la creazione di un gruppo unico dell'estrema destra nel Parlamento europeo sdoganando, con la complicità dei conservatori guidati da Giorgia Meloni, anche i partiti più incompatibili con gli ideali democratici europei. In secondo luogo perché l'appello anti Ue ha il merito di mettere sul tavolo la questione delle questioni, il non detto dietro la cui ambiguità la Ue è sopravvissuta ed è cresciuta dagli anni Novanta, da Maastricht in poi. In occasione della Conferenza sul futuro dell'Europa che si è aperta in questi mesi e che coinvolgerà governi e Parlamento, la Carta dell'ultradestra suona infatti come un veto preventivo a discutere proprio dell'abolizione del diritto di veto. Il problema è semplice e complicato ad un tempo. Oggi l'Europa è governata da tre istituzioni, il Parlamento, il Consiglio e la Commissione, che riflettono, sia pure in modo approssimativo, la volontà politica dei 450 milioni di cittadini che la compongono. Il Parlamento è eletto a suffragio universale (anche se un eurodeputato maltese rappresenta meno voti di un suo collega tedesco o italiano) ed oggi esprime una maggioranza politica di centrosinistra frutto dell'alleanza tra Popolari, Socialisti e Liberali. Il Consiglio è composto dai governi democraticamente eletti in ogni nazione, ed ogni governo ha a disposizione un numero di voti proporzionale alla popolazione che rappresenta; anche in questo caso la maggioranza del Consiglio è di centrosinistra. La Commissione è nominata dai governi e insediata con un voto di fiducia degli eurodeputati, ha dunque tutti i crismi di un organo democratico e infatti riflette la coalizione politica maggioritaria nel Consiglio e nel Parlamento. Tuttavia l'esercizio della democrazia in Europa è limitato dal diritto di veto. In politica estera, in materia fiscale, per cambiare i Trattati o anche solo le regole di funzionamento della Ue occorre infatti l'unanimità degli Stati membri. Questo vuol dire, come è già successo, che un piccolissimo Paese quale l'Irlanda o la Danimarca può bloccare, con un referendum vinto per poche migliaia di voti, un trattato approvato e ratificato da tutti gli altri Parlamenti nazionali. Questo vuole anche dire che un Paese può fare dumping fiscale bloccando una armonizzazione delle tasse voluta dalla maggioranza degli europei. O che un Paese filo russo o filo cinese, come l'Ungheria, può impedire il varo di un embargo contro Pechino o Mosca. Per i sovranisti, poi, il veto significa che l'Europa non può tutelare i diritti dei propri cittadini in quei Paesi, come l'Ungheria e la Polonia, dove essi sono minacciati dai governi nazionali. Per i firmatari della Carta, la massima sovranità in Europa è costituita dagli Stati-nazione ed è intoccabile. Vale la pena ricordare che il primo veto sovranista si applicò contro l'Italia bloccando la redistribuzione dei rifugiati sbarcati sulle nostre coste, decisa a maggioranza da governi e Parlamento, perché Budapest e Varsavia non volevano ospitare musulmani. Allora, Salvini e Meloni dissero che la colpa era dell'Europa che aveva fallito. Oggi vogliono perennizzare quel fallimento, consacrando un diritto di veto che umilia la democrazia e indebolisce i grandi Paesi, tra cui l'Italia che loro dicono di difendere. È chiaro che l'Europa, con il vincolo dell'unanimità, continuerà a funzionare male come ha fatto sulla questione migranti. Ma questo, dopotutto, è proprio l'obiettivo per cui si battono i sovranisti europei, con l'estrema destra italiana in prima fila.