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giovedì 1 ottobre 2020

Guardare il debate americano e chiedersi se l'Italia stia diventando un paese normale

 


 

OLTRE LA PANDEMIA C'È DI PIÙ

Moda, innovazione, resilienza, disciplina. E sfide future. Il Nyt e il Figaro indicano all'Italia una strada possibile per un nuovo rinascimento. Ascoltarli, please

CLAUDIO CERASA  01 OTT 2020

Una classe dirigente con la testa sulle spalle dovrebbe capire che la vera sfida oggi è questa: fare squadra per dimostrare che il nostro paese ha le carte in regola per diventare un esempio di come si fa a passare dallo status di paese malato a quello di paese guarito. La partita dell'Italia al tempo del Recovery in fondo è tutta qui

Vista l’incredibile rissa americana – “Pro wrestlers are more presidential than either man tuesday night”, ha sentenziato con buone ragioni ieri mattina il Wall Street Journal, commentando il primo dibattito fra Trump e Biden – la domanda è d’obbligo: e se l’Italia stesse diventando un paese quasi normale, in cui le risse da bar tendono a essere più tra gli ospiti di Bianca Berlinguer che tra i vertici della politica?

Nicolas Baverez è un formidabile saggista che da anni collabora con due raffinati giornali francesi, come il Point e il Figaro. In Francia, Baverez è conosciuto per essere un nemico delle democrazie illiberali, per essere un sostenitore della globalizzazione, per essere un amante dell’Europa e per essere spesso critico rispetto alle costanti esondazioni dello stato in ambito economico. Non è facile conquistare Baverez. E per questo, a suo modo, è una piccola notizia il fatto che uno dei maggiori fustigatori dei populisti europei abbia speso parole d’elogio per un paese che fino a qualche mese fa veniva spesso descritto, nel nostro continente, come il vero malato d’Europa. Come forse avrete capito, quel paese elogiato da Baverez è proprio l’Italia. E l’elemento di interesse nel ragionamento di Bavarez è che la sua riflessione – pubblicata domenica sul Figaro – non si limita a esaltare la capacità con cui il nostro paese ha affrontato l’ondata di ritorno del virus (incrociamo le dita) ma ci fa fare un passo in avanti, affrontando un tema ulteriore che riguarda una domanda che meriterebbe di essere al centro dell’attenzione del nostro paese. E la domanda è questa: e se improvvisamente l’Italia fosse diventata un esempio da seguire su come un paese malato può provare a guarire? L’Italia era il centro della pandemia europea e ora non lo è più. L’Italia era il centro della possibile crisi dell’Eurozona e ora non lo è più. L’Italia era il centro del populismo europeo e ora non lo è più. L’Italia era il simbolo della scarsa disciplina dei suoi cittadini e ora non lo è più. L’Italia era il simbolo di uno stato incapace di decidere e ora, mostrando “un’insolita efficienza nella gestione della crisi sanitaria, economica e sociale”, non lo è più. L’Italia era il simbolo di una scarsa efficienza delle sue istituzioni e ora, anche grazie al referendum che ha approvato la revisione della Costituzione, “ha aperto la strada a un efficientamento delle sue istituzioni”. E alla luce di questi fatti, conclude Baverez, ci sono buone possibilità che la “resistenza dell’economia e la capacità mostrata dalla società di resistere agli choc e di reinventarsi possano far rinascere l’Italia con la stessa velocità con cui il ponte di Genova è stato ricostruito dopo il crollo”.

Il ragionamento meriterebbe di essere al centro dell’attenzione non tanto per questioni politiche (quello di Baverez è un elogio dell’Italia, non del governo)  quanto per questioni culturali. E gli spunti appena elencati non fanno altro che fotografare una nuova condizione del nostro paese, di cui sembrano essere più consapevoli coloro che stanno fuori dall’Italia: un possibile “rinascimento” italiano. Rinascimento è una parola che si trova nel titolo di un altro articolo interessante del Figaro, di due giorni fa, che andando a stilare un bilancio della fashion week italiana ha utilizzato proprio quest’espressione. “Il Rinascimento della moda italiana”. Svolgimento: nei momenti più difficili, l’Italia riesce sempre a tirare fuori il meglio di sé. Riflessione simile, in fondo, a quella fatta due giorni fa anche dal New York Times, che ha dedicato un approfondimento al boom del commercio online in Italia, segnalando un più 26 per cento complessivo di vendite online nel corso del 2020 che porteranno il giro d’affari del commercio online in Italia alla quota record di 22 miliardi di euro, ragione per cui, scrive il Nyt, Amazon ha scelto di investire forte in Italia, assumendo altre 1.600 persone. Tutti piccoli segnali che ci confermano una verità che meriterebbe di essere presa a cuore da tutti i partiti del paese. Pandemia o non pandemia, l’Italia oggi è nelle condizioni di trasmettere nuovamente fiducia (il tasso di interesse sui titoli decennali italiani nel frattempo è sceso sotto all’1 per cento, ai minimi dallo scorso ottobre). E una classe dirigente con la testa sulle spalle dovrebbe capire che la vera sfida oggi è questa: fare tutti squadra per dimostrare che il nostro paese ha tutte le carte in regola per diventare un esempio di come si fa a passare dallo status di paese malato a quello di paese guarito. La partita dell’Italia al tempo del Recovery in fondo è tutta qui.