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sabato 5 settembre 2020

REFERENDUM, PERCHÉ NO/-15. Contro la demagogia, come insegna Aristotele Andrea Cangini Giornalista, senatore di Forza Italia

 

Già Aristotele definiva la demagogia una “degenerazione” della Politica. Una degenerazione funzionale alla nascita di governi dispotici dominati da “adulatori del popolo” così scaltri da riuscire ad estromettere il popolo dal processo decisionale senza che questi se ne accorga. Non è esagerato affermare che quel che il filosofo greco paventava oltre 2300 anni fa si sta progressivamente realizzando oggi in Italia. 


Secondo la Costituzione, la nostra è una Repubblica parlamentare, il Parlamento è il luogo in cui “il popolo” fa sentire la propria voce e i parlamentari sono i titolari del potere legislativo. Ebbene, in questi due anni di legislatura, e in modo particolare negli ultimi sei mesi grazie al pretesto della pandemia, le funzioni del Parlamento sono state usurpate come mai prima dal governo, un governo egemonizzato dalla demagogia grillina. Lo testimonia il fatto che solo un quarto delle leggi approvate è di iniziativa parlamentare. 


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Il taglio della rappresentanza caro ai grillini assesta, perciò, il colpo di grazia al Parlamento, e dunque alla democrazia: un trionfo della demagogia, passivamente, ma emblematicamente, assecondato dal segretario del Pd. Ennesimo esempio, quello di Nicola Zingaretti, del fatto che l’eccesso di propaganda e il surplus di demagogia imbrigliano la politica fino a renderla impotente. Non è un caso che due leader fortemente inclini alla demagogia come Matteo Salvini e Giorgia Meloni fatichino a discostarsi dal Sì al referendum pur sapendo che la vittoria dei No rappresenterebbe la mazzata finale al Movimento 5stelle e di conseguenza un elemento di fibrillazione del governo. Come il morto che tiene il vivo, le posizioni demagogiche di ieri inibiscono la decisioni politiche di oggi.


Anche per questo #IoVotoNo

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