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venerdì 17 luglio 2020

La destra a cui non piace Imagine di John Lennon

risponde Aldo Cazzullo

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Caro Aldo,
davvero, come dice la leghista Ceccardi, «Imagine» è una canzone comunista, quasi che il suo autore si chiami John Lenin? Perché dare patente politica a espressioni d’arte, che come documento ispirativo hanno solo il sentimento?
Massimo Lodi lodi.max50@gmail.com
Caro Massimo,
La selezione della classe dirigente, e in particolare del personale politico, è — insieme con la demografia e con il lavoro per i giovani — la prima questione del nostro Paese. Riguarda entrambi gli schieramenti. Le forze poi confluite nel Pd andarono al governo nel 1996 con Prodi, Ciampi, Andreatta, Napolitano, Maccanico, Dini; il confronto con la delegazione dell’attuale governo è sotto gli occhi di tutti. Il centrodestra è da sempre maggioritario; ma una classe dirigente proprio non riesce a darsela. Certo, ci sono eccezioni: per restare in Toscana, si potrebbe citare il sindaco che ha strappato Siena alla sinistra, Luigi De Mossi. Ma nella destra italiana c’è una componente reazionaria che spunta fuori a ogni occasione; e a volte si fa egemonica.
John Lennon non era comunista. Certo, portava i capelli lunghi. Fu un simbolo di libertà. Il Novecento è stato un secolo politico, a volte ideologico. Destra e sinistra esistono tuttora; Trump e Obama sono diversi. Ma rileggere oggi la storia e i personaggi in chiave destra-sinistra è fuorviante. Soprattutto se si parla di arte, di musica. Ci sono canzoni e opere che sono patrimonio di tutti, a prescindere da come la pensasse il suo autore. In «Imagine» si sogna la fine delle nazioni e delle religioni; il che non ha impedito che venisse suonata davanti a Giovanni Paolo II, innamorato di Dio e della Polonia.
Magari il problema fosse una canzone. In tutta Europa sono andate al potere destre liberali che non hanno diminuito, anzi talora hanno accresciuto i diritti delle minoranze. La legge che ha introdotto nel Regno Unito il matrimonio omosessuale è del 2013, quando al potere c’erano (come adesso) i conservatori. Dice: ma l’Italia è diversa, è un Paese cattolico. Anche la Spagna lo è, ma il governo dei popolari di Mariano Rajoy non ha di fatto toccato le leggi di Zapatero sui diritti civili.

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