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lunedì 2 ottobre 2017

Vittorio Feltri: chiudete le poste: non servono a niente e complicano la vita

NON RECAPITANO MANCO LE MULTE 1 Ottobre 2017
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Le Poste sono state più volte oggetto di riforme, ma continuano ad essere l' emblema della sciatteria pubblica italiana. Corrado Passera, anni orsono, riuscì a renderle addirittura finanziariamente attive, tuttavia il loro funzionamento è insoddisfacente. Per andare giù piatti, fanno ancora schifo benché il personale sia abbastanza numeroso.
La gente non fa più telegrammi se non in rare occasioni: morti improvvise, lauree di qualche amico, nascite in famiglie da noi frequentate poco assiduamente. Le cosiddette raccomandate non usano più, così come gli espressi.
Ci si domanda: a cosa servono le Poste? Risposta: a farci venire l' itterizia. Non ditemi che pagano le pensioni agli anziani, i quali notoriamente hanno un conto corrente bancario su cui viene depositato l' assegno dell' Inps. Da qui si evince che il traffico di corrispondenza, rispetto a un ventennio fa, è fortemente diminuito grazie pure alle tecnologie. Pertanto il lavoro dei postelegrafonici non si comprende in che cosa consista. In ogni caso è lecito affermare che esso è calato ai minimi storici.
Il servizio postale, essendosi snellito, dovrebbe essere efficiente e puntuale. Manco per niente.
Personalmente sono abbonato a tre quotidiani. Ebbene i giornali non mi vengono consegnati, come accade per esempio in Svizzera, alle sette o alle otto o alle nove di mattina, bensì alle 14.30, allorché la carta stampata è già vecchia, superata dai notiziari radiofonici e televisivi, trascurando quelli web. Ecco perché nel nostro Paese sono pochissimi coloro che richiedono alle grandi e piccole testate di ricevere a domicilio i loro prodotti. Ma questo sarebbe niente in confronto al resto.
A chiunque capita di essere multato per una infrazione stradale oppure raggiunto da un avviso di pagamento (di solito fasullo) di Equitalia o della Agenzia delle entrate (due facce della stessa medaglia orrenda). Bene, anzi male. Il postino suona il campanello e se nel giro di 30 secondi non ti precipiti al cancello per farti consegnare i plichi sei rovinato. Egli se ne va lasciandoti nella cassetta un modulo precotto in cui sei avvertito: vieni tu all' ufficio postale a prendere quanto ti riguarda.
Se ne guarda bene l' addetto alla distribuzione della corrispondenza dal portarti domani il materiale che doveva porgerti oggi.
Eppure 24 ore dopo suonerà di nuovo il tuo campanello per rifilarti, in ritardo cronico, il giornale. Ogni giorno si reca a casa tua. Quindi ciò che non è riuscito a farti avere ieri potrebbe dartelo ora. Nossignori. Sei obbligato, tu personalmente, munito di carta di identità, a presentarti allo sportello onde ottenere dalle mani dell' impiegato la busta che il postino non ti dà per motivi sconosciuti.
Che senso hanno tutte queste operazioni? Non sono in grado di scoprirlo. La macchina statale, pur essendo costosa e farraginosa, sembra creata apposta per renderci la vita difficile. È dispettosa e vendicativa. Chi la guida adora le norme studiate deliberatamente per incasinare le cose semplici. Gode nel romperci i coglioni e ignora che i veri coglioni sono loro, i burocrati. Pagati da noi per vessarci.
di Vittorio Feltri

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