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mercoledì 4 ottobre 2017

"L'auto elettrica è il futuro? Una bufala per ricchi"

L'economista: settore di nicchia. E per rifornirle di energia servono enormi quantità di gasolio


Rodolfo Parietti - Mer, 04/10/2017 - 09:29
ilgiornale.it


Li chiama «neo naturisti», gente così inebriata dal frinire dei grilli da mal sopportare il rumore molesto del traffico e il logorio della vita moderna.

Un Cynar non basta, ci vuole altro. «Ecco, l'auto elettrica è perfetta per loro, per quelli che vanno in giro in bici, per le donne col tacco 16. È a immagine e somiglianza degli sfaccendati: purché ricchi, sia chiaro». Giulio Sapelli, economista e storico, è come sempre tranchant nei suoi giudizi: senza esitare, fa a pezzi la vulgata corrente secondo cui la quattroruote ecologica sarà un fenomeno di massa del futuro prossimo venturo.

Professore, eppure pile di report stimano una crescita esponenziale delle vendite di auto verdi entro pochi decenni grazie al crollo dei prezzi delle batterie...

«Sono solo grandi bufale: trattasi di un segmento di nicchia, tale - ripeto - da interessare solo la popolazione ricchissima».

Spieghi: problema di costi o problema legato alla difficoltà a fare il pieno di energia ai serbatoi?

«Dico: come fa a essere di massa un'auto che ha bisogno di colonnine ogni 50 chilometri per essere ricaricata?»

L'ad di Enel, Francesco Starace, ha però detto che entro il 2019 sarà pronta la rete di ricarica.

«Di Starace ed Enel non parlo, ma vorrei ricordare che c'è un problema - tutt'altro che marginale - che riguarda la produzione di energia elettrica: non è un derivato da fonti rinnovabili, bensì da gas, gasolio o acqua. E per le auto cosiddette ecologiche occorre produrre enormi quantità di energia, anche in ore di punta».

Il candidato premier M5S, Luigi Di Maio, sostiene però che «il nostro Paese produce più energia di quella che consuma».

«Sovrabbondanza? Ma se importiamo energia da Francia e Svizzera!»

Quindi è d'accordo con Sergio Marchionne, che ha addirittura paventato la distruzione del pianeta se l'elettrica sarà introdotta su scala globale senza sciogliere i nodi legati a come produrre l'energia da fonti pulite e rinnovabili?

«C'è anche un altro problema, ed è quello dello smaltimento delle batterie al litio, veleno puro, peggio del mercurio. Che facciamo, le lanciamo nello spazio come residui nucleari?»

C'è almeno un aspetto positivo nell'auto elettrica?

«Sì, creerà nuova occupazione senza bruciare quella dell'industria automobilistica tradizionale».

Insomma, c'è posto per tutti.

«Sì, e chi la pensa diversamente è affetto da vetero-luddismo. O è portatore di una cultura anti-industrialista che sedimenta anche nell'Europa dei vincoli, dei tetti, dei limiti. Nè le case automobilistiche, nè le major del petrolio, avversano le energie rinnovabili, che sono un business».

Quanto Fca verrà coinvolta nell'elettrico?

«Senza quella fusione con un'altra big che rincorre ormai da 10 anni e che consentirebbe di produrre 6-7 milioni di auto, FCA avrà soprattutto un problema di break-even. Se deciderà di entrare nell'elettrico lo farà non per motivi industriali, ma solo per ragioni borsistiche».

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