La pubblicazione della circolare 24/2020
L’ultimo adempimento formale per dare il via libera ai lavori del super eco bonus è stato compiuto con la pubblicazione della circolare 24/2020 del ministero delle Finanze accompagnata da un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate. I testi rendono di fatto operativa la cessione del credito, uno degli aspetti su cui si è puntato in queste settimane l’interesse della platea di contribuenti intenzionati a effettuare i lavori. Vediamo i punti salienti di questo meccanismo.
Come funziona
La norma prevede, come già previsto in precedenza per l’eco bonus, due possibilità: a)lo sconto in fattura, di importo massimo pari o inferiore al costo delle opere da parte del fornitore delle opere. Quest’ultimo recupera nei cinque anni successivi (nel caso del super eco bonus) sotto forma di credito fiscale le somme riconosciute come sconto; il contribuente recupera nei cinque anni successi il 110% di quanto rimasto a suo carico b) come cessione integrale del credito di imposta; una volta effettuata la cessione il contribuente non avrà né altre incombenze nei confronti del Fisco né altri crediti da vantare. Le opzioni si possono esercitare anche prima che siano ultimati i lavori, ma è anche possibile effettuare per un massimo di due volte, la cessione ad avanzamento lavori, purché la prima cessione riguardi almeno il 30% del corrispettivo finale.
Per quali lavori si applica e quando conviene
La cessione si applica a tutti gli interventi agli immobili agevolati fiscalmente e quindi, riassumendo: super ecobonus (credito pari al 110% in cinque anni); eco bonus (fino al 75% in dieci anni); sisma bonus (110% in cinque anni), bonus facciate (90% in 10 anni) e bonus ristrutturazione (50% in dieci anni). In linea di principio la cessione conviene se non si ha la possibilità di pagare da subito in contanti o non si ritenga opportuno farlo o ancora se si teme di diventare incapienti e non di riuscire a sfruttare appieno le detrazioni. Se ad esempio si spendono 30mila euro per lavori che danno diritto al super ecobonus si matura un credito di 6600 euro all’anno per cinque anni. Ma per ottenerli tutti è necessario che per ogni anno fiscale le imposte dovute siano almeno di 6.600 euro. Se fossero 5000 euro, i 1.600 euro di eccedenza andrebbero perduti.
Chi può cedere il credito e a chi si può cedere
La circolare chiarisce che chi compie i lavori non è obbligato ad accettare la cessione del credito (anche se probabilmente rifiutandola a priori perderà opportunità di mercato) e che non si può obbligare nessun contribuente a cedere il credito. Questo secondo aspetto potrebbe creare non pochi problemi per i lavori da effettuare in condominio, perché una delibera che stabilisse la cessione di tutto il credito derivante dai lavori non sarebbe efficace: il singolo condomino può sempre scegliere se saldare direttamente l’impresa per la sua quota parte o cedere il credito a terzi. Si comprende che soprattutto nei casi in cui tutti gli aventi diritto non siano facilmente contattabili le procedure per l’amministratore e per le imprese si complicano. Analogamente se un immobile ha più proprietari ognuno di quelli che sostiene le spese per i lavori ha diritto di scegliere se cedere il credito o no.
Qualche calcolo
Torniamo alla nostra ipotesi di lavori per 30mila euro che danno diritto a un credito fiscale di 33mila. Il contribuente può scegliere come dicevamo di cedere l’intero credito a chi compie i lavori, a un istituto di credito o altro intermediario finanziario o anche a un qualsiasi altro soggetto. Se invece opta per lo sconto in fattura per un importo parziale, poniamo per 15mila euro, chi ha compiuto i lavori può usufruire del credito di 16.500 euro da utilizzare nei suoi rapporti con il Fisco o cederlo a sua volta; il contribuente invece avrà diritto a utilizzare anno per anno come detrazione 3.300 euro per cinque anni. I crediti annui non utilizzati per incapienza non sono in nessun modo recuperabili, però al contribuente è lasciata la possibilità, anno per anno di cedere il residuo del credito. Se quindi al secondo anno ci si rende conto che non si recupereranno i soldi si possono cedere i 13.200 euro a cui si avrebbe diritto nei quattro anni.
Come si esercita l’opzione
La cessione integrale o parziale del credito va comunicata all’Agenzia delle Entrate, esclusivamente in via telematica e compilando un apposito modello. L’invio sarà possibile a partire dal prossimo 15 ottobre. Chi effettua i lavori a casa propria deve procedere direttamente all’invio della comunicazione o incaricare un intermediario abilitato. Per i lavori sulle parti comuni del condominio può procedere l’amministratore comunicando i dati dei condomini che aderiscono, mentre gli altri condomini che intendono cedere il credito devono trasmettere la comunicazione per proprio conto. La trasmissione va effettuata entro il 16 marzo dell’anno successivo a quello in cui sono state sostenute le spese. Nel caso in cui non si opta per la cessione da subito, il termine è il 16 marzo dell’anno in cui va presentata la relativa dichiarazione dei redditi. Se ad esempio per lavori effettuati nel 2020 si cede il credito a partire dalla seconda rata, la scadenza è il 16 marzo 2022.
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