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martedì 25 agosto 2020

REFERENDUM, PERCHÉ NO/-26. Gli attesi "correttivi" alla riforma non arriveranno mai

 Andrea Cangini Giornalista, senatore di Forza Italia

Così come non sono mai arrivati i “correttivi” alla riforma della giustizia che ha posto fine alla prescrizione che condanna i cittadini a un processo a vita, non arriveranno neanche i correttivi invocati dal Pd al taglio della rappresentanza parlamentare che priva i cittadini del 36,5% di referenti in Parlamento.

E poi, che cos’è “un correttivo”? In farmacologia il sostantivo definisce quella sostanza, di solito uno sciroppo, che viene aggiunta ai farmaci per mascherarne il cattivo sapore.

È dunque di questo che stiamo parlando, di un mascheramento. In effetti di un’ipocrisia, essendo evidente che una riforma costituzionale dannosa non potrà mai essere “corretta” da leggi ordinarie o da regolamenti parlamentari tanto da essere trasformata in una riforma benefica.

Si delegittima il Parlamento, si escludono dalla rappresentanza interi territori, si ribaltano i rapporti di forza nella platea che eleggerà il prossimo presidente della Repubblica, si penalizzano le minoranze, si rendono ingestibili le commissioni parlamentari e tutti gli organi a composizione fissa del Senato...

È per questo che il costituzionalista Salvatore Curreri ha detto che “con questi numeri il Senato non può funzionare”. È per questo che l’ex presidente dei costituzionalisti italiani Massimo Luciani ha detto che “se prevarranno i Sì, il Parlamento non potrà funzionare”. E non basterà qualche goccia di sciroppo a migliorare la situazione.

Anche per questo #IoVotoNo

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