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domenica 28 giugno 2020

Sugli emolumenti dei Parlamentari


In questi ultimi giorni si discute sulla decisione della Commissione del Senato, denominata Contenziosa, che ha bocciato alcuni passaggi della decisione presa a suo tempo sul taglio dei vitalizi agli ex Senatori.

Mi pare che il nodo vero della questione consista nel fatto che a decidere dei loro compensi siano gli stessi Parlamentari.
E' troppo comodo apparire tutori dei conti dello Stato tagliando entrate di altri (in questo caso i vitalizi degli ex Senatori); se veramente volessero contribuire a far risparmiare il Senato (e la Camera dei Deputati) dovrebbero approvare una legge che preveda il taglio del 50% dei compensi dei Senatori e dei Deputati, attualmente agganciati a quello di alti magistrati.
Non voglio esagerare proponendo un compenso mensile uguale allo stipendio base degli impiegati di 7° livello dei Metalmeccanici, ma non sarebbe una decisione peregrina.
Si consideri che attualmente, e ormai da molti anni, la maggior parte dei Parlamentari svolge un lavoro impiegatizio e neppure tanto elevato perché nella realtà è chiamata a schiacciare i bottoni per le votazioni.
E non si dica che il lavoro maggiore dei Parlamentari viene svolto nelle Commissioni perché se si valuta come vengo scritte le leggi si capisce che non solo lavorano poco, ma lavorano malissimo in quanto non sanno scrivere correttamente in lingua italiana e non esagero se sostengo che moltissimi di loro non sanno neppure parlare correttamente in italiano.







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