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sabato 18 settembre 2021

Chi può parlare in nome di Dio

di Michele Serra PER POSTA Le religioni sono un gigantesco lascito culturale, un monumento alla storia umana, ma hanno il tragico difetto di presumersi “verità rivelata” 17 SETTEMBRE 2021 Caro Serra, Bergoglio, diffondendosi sulla Lettera di Paolo ai Galati, afferma che l’Alleanza con Dio (cosa per me misteriosa: quando è successo?) precede la Legge, cioè la Torah. I casi sono due: o l’affermazione è falsa, e allora si può capire il risentimento del Rabbinato, oppure è vera, e allora non lo si capisce. Ora, mi sembra che la contestazione non riguardi la veridicità dell’affermazione, ma le sue conseguenze. Cioè l’universale ritrosia a sorvolare sul vero, se minaccia la propria ragione di esistere. Non c’è dubbio che l’affermazione di Bergoglio relativizzi la Torah. Lui però si guarda bene dal farlo per il Vangelo, che andrebbe altrettanto relativizzato. Per non parlare del Corano. Le conseguenze di questa mancata relativizzazione sono macroscopiche e inquietanti. Cominciamo dalla posizione della donna. Difficile dare la palma a chi fa peggio. Niente donne preti, rabbini o imam. Discriminazione o separazione nei luoghi di culto. Celibato dei preti cattolici (il sesso è contaminazione). Impurità della donna durante il mestruo, ecc. L’Islam va ben oltre e forse merita la palma del peggio. Poi ci sono le regole alimentari (qui bisogna assolvere il Cristianesimo). Queste regole non sono affatto “religiose”, bensì politiche. Legate al tempo in cui le tre religioni sono state create. Andrebbero relativizzate, cioè accantonate. La Torah, il Vangelo, il Corano andrebbero messi da parte in tutti quegli aspetti anacronistici e divisivi che hanno fatto danni immensi, e continuano e continueranno a farne. Il fatto è che chi detiene il potere delle tre religioni fa delle regole, per assurde che siano, la ragione stessa della propria esistenza, e la base del potere. Per me, essendo ateo, il problema non si pone, e forse per questo non capisco. Ma sono certo che senza religioni il mondo sarebbe migliore. Sergio Grifoni Caro Grifoni, spero di avere tagliato la sua lunga lettera senza fare troppi danni. Ho seguito distrattamente la disputa sulla Torah, le questioni teologiche non mi appassionano, forse è un mio limite. Le religioni sono un gigantesco lascito culturale, un monumento alla storia umana, ma hanno il tragico difetto di presumersi “verità rivelata”, parola di Dio, Verbo, essendo una costruzione degli uomini. Dice il parroco di Bonassola, don Giulio, che le religioni sono “acquisizioni provvisorie”, mi pare una definizione magistrale. Chissà che anche questo Papa, in cuor suo, non pensi la stessa cosa, e cioè che la religione è domande e non risposte, ricerca e non certezza, umiltà e non arroganza; ma non possa dirlo perché ha già abbastanza grane “politiche” con i conservatori, e sa che “storicizzare” il Libro potrebbe distruggere la Chiesa.Certo sarebbe migliore un mondo nel quale Bibbia, Torah e Corano fossero solo libri, e non il Libro, e nessuno osi mai più parlare nel nome del Vero Dio, arrogandosi il potere di rappresentarlo. Ma non credo che lo vedremo, se non in tempi lunghissimi. La paura, la solitudine, la soggezione al dolore e alla malattia rendono gli uomini fragili. Le grandi religioni, nei millenni, hanno al tempo stesso assoggettato e sorretto gli esseri umani. Li hanno fatti sentire parte di grandi comunità. Hanno organizzato eserciti, indetto crociate, invaso e sottomesso continenti, ma anche organizzato assistenza, ordini monastici, ospedali, centri culturali. Io sto con Giordano Bruno e con Baruk Spinoza, ma la libertà di pensiero, ahimé, è un lusso per avanguardie: le masse si affidano, da sempre, a criteri più facili e rassicuranti, che in cambio dell’obbedienza ti liberano dal peso del dubbio. Piuttosto, è dalla questione maschio/femmina, che lei sottolinea, che possiamo aspettarci (non noi, i posteri) novità molto rilevanti. Le tre religioni di Abramo sono costruzioni patriarcali. Non ci sarebbe patriarcato senza di loro, non ci sarebbero loro senza patriarcato. L’idea che la donna non appartenga più all’uomo e si autodetermini, o possa esercitare il potere alla stessa maniera dei maschi, figliare con chi lei vuole, o non figliare affatto, viene vissuta con vero e proprio terrore soprattutto dall’Islam. In maniera più articolata dal Cristianesimo, molto più avanti nella sua emancipazione anche perché lo sono le società nelle quali è la religione egemone. La breve lettera che segue fornisce, in proposito, qualche istruzione. Sul Venerdì del 17 settembre 2021

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