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domenica 4 luglio 2021

I sovranisti, l'Europa e la realtà capovolta

di Andrea Bonanni La Carta dei valori sottoscritta dai partiti dell'estrema destra europea è contro l'Ue 02 LUGLIO 2021 La Carta dei valori sottoscritta solennemente da sedici partiti dell'estrema destra europea è, in realtà, una Carta contro i valori dell'Europa, a cominciare da quello fondante di ogni democrazia: l'uguaglianza dei voti espressi da ciascun cittadino per decidere la forma di governo comune. Come fanno tutte le ideologie totalitarie, dal fascismo al comunismo, anche il sovranismo nazionalista parte dunque da un ribaltamento della realtà, accettato il quale tutto si giustifica: la rimessa in discussione delle libertà religiose e sessuali in nome delle "tradizioni cristiane", e perfino la negazione delle libertà politiche, se queste osano mettere in forse il primato mistico e intangibile della Nazione. Sarebbe dunque un errore gravissimo sottovalutare la portata della Carta sovranista. Per due ragioni. In primo luogo perché essa potrebbe costituire la base per la creazione di un gruppo unico dell'estrema destra nel Parlamento europeo sdoganando, con la complicità dei conservatori guidati da Giorgia Meloni, anche i partiti più incompatibili con gli ideali democratici europei. In secondo luogo perché l'appello anti Ue ha il merito di mettere sul tavolo la questione delle questioni, il non detto dietro la cui ambiguità la Ue è sopravvissuta ed è cresciuta dagli anni Novanta, da Maastricht in poi. In occasione della Conferenza sul futuro dell'Europa che si è aperta in questi mesi e che coinvolgerà governi e Parlamento, la Carta dell'ultradestra suona infatti come un veto preventivo a discutere proprio dell'abolizione del diritto di veto. Il problema è semplice e complicato ad un tempo. Oggi l'Europa è governata da tre istituzioni, il Parlamento, il Consiglio e la Commissione, che riflettono, sia pure in modo approssimativo, la volontà politica dei 450 milioni di cittadini che la compongono. Il Parlamento è eletto a suffragio universale (anche se un eurodeputato maltese rappresenta meno voti di un suo collega tedesco o italiano) ed oggi esprime una maggioranza politica di centrosinistra frutto dell'alleanza tra Popolari, Socialisti e Liberali. Il Consiglio è composto dai governi democraticamente eletti in ogni nazione, ed ogni governo ha a disposizione un numero di voti proporzionale alla popolazione che rappresenta; anche in questo caso la maggioranza del Consiglio è di centrosinistra. La Commissione è nominata dai governi e insediata con un voto di fiducia degli eurodeputati, ha dunque tutti i crismi di un organo democratico e infatti riflette la coalizione politica maggioritaria nel Consiglio e nel Parlamento. Tuttavia l'esercizio della democrazia in Europa è limitato dal diritto di veto. In politica estera, in materia fiscale, per cambiare i Trattati o anche solo le regole di funzionamento della Ue occorre infatti l'unanimità degli Stati membri. Questo vuol dire, come è già successo, che un piccolissimo Paese quale l'Irlanda o la Danimarca può bloccare, con un referendum vinto per poche migliaia di voti, un trattato approvato e ratificato da tutti gli altri Parlamenti nazionali. Questo vuole anche dire che un Paese può fare dumping fiscale bloccando una armonizzazione delle tasse voluta dalla maggioranza degli europei. O che un Paese filo russo o filo cinese, come l'Ungheria, può impedire il varo di un embargo contro Pechino o Mosca. Per i sovranisti, poi, il veto significa che l'Europa non può tutelare i diritti dei propri cittadini in quei Paesi, come l'Ungheria e la Polonia, dove essi sono minacciati dai governi nazionali. Per i firmatari della Carta, la massima sovranità in Europa è costituita dagli Stati-nazione ed è intoccabile. Vale la pena ricordare che il primo veto sovranista si applicò contro l'Italia bloccando la redistribuzione dei rifugiati sbarcati sulle nostre coste, decisa a maggioranza da governi e Parlamento, perché Budapest e Varsavia non volevano ospitare musulmani. Allora, Salvini e Meloni dissero che la colpa era dell'Europa che aveva fallito. Oggi vogliono perennizzare quel fallimento, consacrando un diritto di veto che umilia la democrazia e indebolisce i grandi Paesi, tra cui l'Italia che loro dicono di difendere. È chiaro che l'Europa, con il vincolo dell'unanimità, continuerà a funzionare male come ha fatto sulla questione migranti. Ma questo, dopotutto, è proprio l'obiettivo per cui si battono i sovranisti europei, con l'estrema destra italiana in prima fila.

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