Pagine

giovedì 18 luglio 2019

Il liberalismo è il sistema peggiore a eccezione di tutti gli altri (Aldo Cazzullo su "ilcorriere.it)

Cari lettori
La fine del liberalismo, annunciata da Putin e dal suo ideologo Dugin, mi ricorda la fine della storia di Fukuyama. Se dopo il crollo del Muro era illusorio pensare che la democrazia e il mercato avessero vinto una volta per sempre, ora è assurdo pensare di poterne fare a meno. Semmai si tratta di governare il mondo globale, ponendo rimedio ad alcune storture. 
Qualche esempio? I premi milionari a manager che hanno rovinato le loro aziende, versati pagando non il merito ma lo status, non il lavoro ma il privilegio, come nell’Antico Regime. Rovesciare questo sistema assurdo per cui più lavoro si crea, più tasse si pagano, mentre più soldi si incassano e meno lavoro si crea, meno tasse si pagano. Farla finita con l’assurdità per cui i veri ricchi si rifugiano nei paradisi fiscali, mentre il ceto medio viene spremuto fino all’inverosimile. In pochi hanno nostalgia non soltanto del comunismo, com’è ovvio, ma pure della socialdemocrazia, che è in crisi un po’ in tutto il mondo. 
L’ultimo esperimento di ingegneria sociale, tentato da Jospin in Francia con la riduzione dell’orario legale a 35 ore, è fallito. Da allora la sinistra di governo si è blairianamente limitata alla gestione dell’esistente, al temperamento degli eccessi del thatcherismo e del reaganismo. Nel mondo globale è difficile che un singolo Paese possa andare in controtendenza: si indebiterebbe troppo, e si esporrebbe alla speculazione finanziaria. Occorre riconoscere che ogni nazione ha il sistema sanitario e il sistema pensionistico che è in grado di finanziare; e per farlo occorre lavorare di più e soprattutto meglio, di non meno. Il liberalismo resta il peggiore dei sistemi, a eccezione di tutti gli altri.

Nessun commento:

Posta un commento