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giovedì 30 ottobre 2014

Imu, il piano di Forza Italia per cancellare la tassa sulla casa

Imu, il piano di Forza Italia per cancellare la tassa sulla casa










L'INIZIATIVA DI FORZA ITALIA

Un rincaro di quasi il 300% in meno di 3 anni. Aumento che vale la bellezza di 30 miliardi (milione più, milione meno). Eppure le tasse sulla prima casa potrebbero essere abolite. O meglio: potrebbero sparire quelle introdotte dal governo Monti, Letta e Renzi (Imu, Tasi, Tari, rivalutazione rendite). Vale a dire circa 20 miliardi di maggiorazione introdotti in poco meno di 36 mesi.  L’idea di tornare alla tassazione del 2011 (“solo” 11 miliardi di gettito), formalizzata dai capigruppo di Forza Italia Renato Brunetta e Maurizio Gasparri, è di dare l’assalto alla Legge di Stabilità 2015 per ridisegnare la tassazione patrimoniale delle, e sulle, famiglie. Proprio partendo dal bene più prezioso: la casa.
Da questa considerazione parte la proposta azzurra: rivedere la legge di Stabilità evitando imbrogli e fumo negli occhi, come quello del bonus da 80 euro. La riflessione è questa: se si elargiscono 80 euro a pochi, per depredare di 20 miliardi a tutti (compresi quelli con una sola casa e un reddito sotto i 26mila euro lordi), allora dilapidare i 10 miliardi con la ripetizione del bonus nel 2015, non solo è un "imbroglio", ma costa alle famiglie molto più di quanto potenzialmente potrebbero incassare.
Brunetta e Gasparri hanno anche già individuato - e indicano al governo nel dettaglio - dove e come recuperare i 20 miliardi che servono per tornare al 2011 (quindi niente Imu sulla prima casa, gettito complessivo da tassazione immobiliare circa 11 miliardi). I parlamentari di Forza Italia indicano quindi dove andare a tagliare per tornare aduna tassazione immobiliare sostenibile, e ridare fiato ad un settore che ha perso 800mila addetti e dimezzato le vendite anno su anno (dati Fiaip): meno di 400mila dal 2006 ad oggi.  "Torniamo a un gettito totale di 11 miliardi". Prima di tutto "utilizzando il meglio" la Spending review "che non merita di rimanere nel cassetto", quella vera basata sul lavoro di Carlo Cottarelli. E poi recuperando 10 miliardi (che il governo ha messo nella voce “uscite” con l’attuale legge di Stabilità per rifinanziare il bonus 80 euro, tanto più che finora non ha "prodotto effetti sui consumi in Italia, né sulla ripresa".
Le forbici poi dovrebbero calare (2,3 miliardi nel 2015), rivedendo "gli acquisti per beni e servizi della Pa tramite Consip (la controllata del Tesoro che dovrebbe rifornire le amministrazioni pubbliche a prezzi concordati, ndr)". Atri 200 milioni si potrebbero risparmiare, passando all’esclusiva "pubblicizzazione telematica degli appalti pubblici", oltre 200 milioni di mancate uscite. A dire il vero il governo Renzi ad aprile aveva provato a metterci mano, salvo poi ritrattare. Altre voci per risparmiare: la riduzione dei costi della riscossione fiscale (400 milioni); i fabbisogni standard nei Comuni (500 milioni); ulteriore taglio delle consulenze pubbliche e delle auto blu (200 milioni); accorpamento dei corpi di polizia (800 milioni); soppressione enti inutili (200 milioni); fatturazione elettronica, pagamenti elettronici e razionalizzazione dei centri dati della Pa (1,1 miliardi); revisione di prefetture, vigili del fuoco, capitanerie di porto e sedi periferiche (300); razionalizzazione delle comunità montane (100); ridimensionamento dei budget degli organi costituzionali (400); taglio dei trasferimenti alle partecipate locali e dei trasferimenti al trasporto ferroviario (1,8 miliardi); riportando la spesa italiana per la difesa ai livelli medi europei (1,8 miliardi); costi standard in sanità (800 milioni). Per un totale di risparmi di oltre 10,9 miliardi a cui sommare i 10 del bonus.
Insomma, il modo per più che dimezzare le tasse sulla casa, almeno sulla prima, ci sarebbe. Anche perché, spiega un confronto europeo realizzato da Confedilizia, fino al 2011 la tassazione era in linea con l’Europa (0,7% del Pil). Ora è arrivata a oltre il doppio: 1,5%, mentre in Europa è salita allo 0,8%. Ma se si sommano le imposte indirette la fiscalizzazione pesa per il 2,2% rispetto al Pil contro l’1,2% della media Ue. E proprio per questo l’associazione chiede, almeno, di sterilizzare gli aumenti delle rendite catastali. "Una misura che non costerebbe all’Erario più di 700/800 milioni".
di Antonio Castro
su www.liberoquotidiano.it"

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