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giovedì 30 ottobre 2014

Claudio Velardi dalla parte di Matteo Renzi: "I suoi oppositori sono quaquaraquà". Critiche anche a Massimo D'Alema

L'Huffington Post

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Ex consigliere politico di Massimo D’Alema a Palazzo Chigi nel 1998, oggi convinto renziano. Questo il profilo di Claudio Velardi, che in un'intervista a Italia Oggi, entra a gamba tesa nella battaglia interna al Partito Democratico. Di Matteo Renzi dice che “è l’unico che in Europa è riuscito a mettere in discussione i sacri parametri”, una cosa “clamorosa, capace di fare da battistrada a un’ampia riflessione”; inoltre “è vero, ha fatto molti annunci, ma ha realizzato già quello che molti altri governi non hanno fatto nelle decine di anni precedenti”. Degli avversari di Matteo Renzi, invece, dice che sono tutti “quaquaraquà”, dei “rottami della politica e della informazione”, caratterizzati da “boria e prosopopea, un po’ ridicola” nella loro opposizione.





Per quanto riguarda il presidente del Consiglio, Velardi afferma che “è un po’ Berlusconi e un po’ Andreotti”. Come il primo “fa tutti gli annunci di questo mondo. Sono fantastici, meravigliosi e non li critico affatto”. Come il secondo “è nu carro pa’ ‘a scesa, direbbero a Napoli, cioè è impegnato nel mantenere l’assetto dell’esecutivo e a che non si ribalti. Ecco quindi le frenatine, i piccoli accordi, le concessioni”.
Velardi critica duramente la minoranza dem e gli oppositori del premier. “È un meccanismo che scatta su tutto: Renzi dice di scassare qualcosa, di voler fare una rivoluzione in un settore? Prima lo irridono: “È impossibile” commentano, “chi sei tu per pensare di poterlo fare?”, gli chiedono, “non sei in condizione”, obiettano. Poi si mettono a fargli le bucce nel dettaglio, provvedimento per provvedimento”. Quanto alla minoranza del Pd, “ci vorrebbe un leader con le palle”, dice senza mezze misure, “ci vorrebbe qualcuno che fosse disposto ad attraversare il deserto, a mettere in forse le sinecure del partito, il posto in lista, il vitalizio e ricostruisse un posto della vecchia sinistra”.
Per Claudio Velardi è “incredibile” leggere l’intervista al Sole 24 Ore di Massimo D’Alema, “una pagina intera a mondare l’arancio, a infilarsi in cento cosettine, con puntiglio. Dopodichè, nella sostanza, anche lui può parlarne perché Renzi ha fatto quella rivoluzione chiamata Jobs Act”. L’effetto delle parole dell’ex premier è quello di rafforzare Renzi, “non c’è alcun dubbio. Ma questo è propriamente il paradosso di un certo anti-renzismo: ricorre continuamente cose che il premier ha fatto e sta facendo”. Secondo Velardi, Renzi accoglie tutto questo con una risata, “ride di questi conati da vecchia classe dirigente che non batte più chiodo e che ha reazioni psicanalitiche appena si sveglia la mattina. E soloneggia”. Ed ancora: “Se mi dessero due soldi, che lavoriamo per campare – prosegue Velardi – andrei io a fargliela l’opposizione a Renzi. Lo inchioderei sullo scarto fra annuncio e realizzazioni, ma non nel senso della differenza fra slide e provvedimenti, quanto fra distanza della rottamazione e la prassi”.

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