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venerdì 17 novembre 2017

Ecco il Codice Etico di Repubblica

PREMESSA



Da sempre attento al rispetto delle persone e delle leggi, il quotidiano Repubblica si dota con questo documento di un codice etico, in cui riafferma i suoi principi, i suoi obiettivi morali e sociali, la sua fiducia nelle Istituzioni del nostro paese. Questo documento sottolinea l’impegno dei giornalisti, dei dirigenti e degli impiegati a svolgere correttamente e in piena trasparenza la propria professione. Siamo coscienti che ogni nostro comportamento sarà giudicato nel nome della legge e del nostro pubblico.


LA MISSIONE
La missione di Repubblica è di creare un pubblico informato, attivo, sollecitato alla partecipazione alla vita pubblica grazie a una migliore e più approfondita comprensione degli eventi, delle idee, della cultura in Italia e nel mondo. A questo scopo, Repubblica raccoglie, verifica, riporta, produce e distribuisce informazione e altri contenuti che servano il pubblico interesse e aiutino a mantenere un sano ambiente di vita collettiva.


GLI OBIETTIVI
Repubblica è un giornale laico che guarda con attenzione al rispetto dei diritti civili sotto ogni latitudine e sotto ogni governo. Lavora per l’inclusione, la valorizzazione delle differenze, contro ogni deriva oscurantista e antiscientifica. Repubblica è un punto di riferimento per chi chiede conto alle autorità del loro operato, per chi pretende trasparenza, per tutti coloro che vengono lasciati ai margini della società. E nello stesso tempo riflette e anticipa i mutamenti negli stili di vita, le curiosità culturali, le tendenze di una società in continua e rapida evoluzione.


LA STORIA
40 anni con i lettori-cittadini, nel segno dell’Europa. Fondata nel 1976 da Eugenio Scalfari, la Repubblica è un quotidiano italiano che guarda all’Europa come luogo di sviluppo e progresso. Il suo obiettivo: non solo informare, ma anche aiutare i lettori a capire la realtà complessa dei nostri anni, affinché possano davvero esercitare il loro diritto di cittadinanza. Repubblica si pone dunque come strumento dell’identità libera e collettiva dei suoi lettori. Repubblica è nata in una fase difficile e oscura della vita pubblica italiana. La sua voce libera e laica ha contribuito a riconnettere un tessuto lacerato e a illuminare angoli bui della nostra storia, accompagnando le diverse fasi della vita democratica del Paese. Una linea di responsabilità storica e pubblica che è rintracciabile nelle dichiarazioni di intenti dei tre direttori (Eugenio ScalfariEzio MauroMario Calabresi) che hanno guidato questa testata dal 1976.


LA COMUNITÀ
Repubblica è cresciuta, dalla nascita nel 1976, insieme alla comunità dei suoi lettori. Ogni anno dal 2012 si tiene la Repubblica delle Idee, la grande festa itinerante in cui il pubblico di Repubblica incontra i giornalisti, personaggi della vita pubblica italiana e internazionale e apre un dialogo che prosegue per tutto l’anno.


CREDIBILITÀ E FIDUCIA
Cardine di questo lavoro è il rapporto di interscambio con i lettori, che richiede attenzione continua e reciproca collaborazione e si basa sulla credibilità del lavoro giornalistico e l’ambizione di conquistare la fiducia della comunità dei lettori, ogni giorno come fosse il primo giorno. La Repubblica aderisce al Trust Project, progetto internazionale per la fiducia nei giornali (www.thetrustproject.org), ritenendo che l’adozione di regole etiche possa tutelare e incrementare la reputazione del collettivo di Repubblica, dei suoi singoli componenti e del suo prodotto giornalistico, su carta e online. Per poter restituire al meglio questo impegno, i suoi giornalisti, i tecnici e tutti coloro che lavorano nell’impresa Repubblica aderiscono a questi principi di etica improntati alla massima trasparenza e responsabilità. I principi non sono fatti solo per rispondere a delle esigenze, ma anche e soprattutto per sollevarne di nuove. Il dialogo continuo su come applicare questi principi nel nostro lavoro quotidiano permetterà di produrre un giornalismo degno del nome di Repubblica e del pubblico che serve.


 
LA DEONTOLOGIA DEI GIORNALISTI

A integrazione del presente codice etico, i giornalisti e i collaboratori de La Repubblica sono inoltre tenuti al rispetto del codice di autodisciplina dei giornalisti italiani  
Il codice di autodisciplina è il testo unico dei doveri del giornalista stilato dall’Ordine nazionale dei giornalisti, che recepisce i contenuti dei seguenti documenti:
  • Carta dei doveri del giornalista;
  • Carta dei doveri del giornalista degli Uffici stampa;
  • Carta dei doveri dell’informazione economica; Carta di Firenze;
  • Carta di Milano;
  • Carta di Perugia;
  • Carta di Roma;
  • Carta di Treviso;
  • Carta informazione e pubblicità;
  • Carta informazione e sondaggi;
  • Codice di deontologia relativo alle attività giornalistiche;
  • Codice in materia di rappresentazione delle vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive;
  • Decalogo del giornalismo sportivo.


Tutti i soggetti che lavorano per il giornale accettano le sue regole. Questo codice etico è sottoscritto dai vertici aziendali, dall’amministrazione, dai dipendenti, dai collaboratori e da tutti coloro che operano a vario titolo a nome e per conto de La Repubblica

I valori di Repubblica




1.ACCURATEZZA
Il nostro intento è la ricerca della verità. La verifica accurata è la priorità. Ciò che riportiamo deve essere corretto e contestualizzato. Non assumiamo per vero tutto ciò che ci viene detto e non ci facciamo influenzare dalle nostre convinzioni personali.


2. COMPLETEZZA
Nella misura del possibile raccontiamo le nostre storie con completezza e chiarezza di contesto. Se per motivi di spazio o tempo non riusciamo a inserire tutte le informazioni che abbiamo a disposizione, il lavoro editoriale deve essere accurato al fine di non omettere o sacrificare aspetti della storia che snaturino la verità così come l’abbiamo appurata.


3. ONESTÀ
Chi svolge il lavoro giornalistico con onestà dà prova di meritare la fiducia del pubblico. Nel nostro lavoro operiamo con genuinità e trasparenza. Citiamo e attribuiamo con chiarezza le fonti delle nostre informazioni. Evitiamo iperbole e ipotesi sensazionalistiche. Non utilizziamo ricostruzioni di fantasia. Solo in rare occasioni – in cui ci siano implicazioni di sicurezza per noi o per soggetti terzi – possiamo agire senza dichiarare la nostra identità. Una volta giunto il momento di riportare la storia, sveliamo perché non abbiamo dichiarato di essere giornalisti. L’utilizzo di fonti anonime deve essere limitato al minimo indispensabile e deve essere spiegato.


4. INDIPENDENZA
La Repubblica rifiuta i condizionamenti politici e la corruzione: nessuno può richiedere denaro o altri vantaggi per eseguire prestazioni indebite. Per garantirlo, ogni decisione presa deve essere adeguatamente verificata e comunque verificabile. I conflitti d’interesse vanno denunciati e sono sanzionati. Ogni potenziale conflitto di interesse va comunicato e valutato insieme agli organi dirigenti del giornale. Le decisioni editoriali sono totalmente indipendenti dalla proprietà dell’impresa Repubblica.


5. IMPARZIALITÀ
Chi lavora a Repubblica naturalmente ha opinioni, convinzioni, credo personali che rendono più ricco l’ambiente da cui nascono i nostri prodotti. Ma il pubblico merita una visione equa, imparziale, non influenzata da punti di vista personali. Gli spazi dei commenti sono chiaramente separati e individuabili all’interno dei prodotti editoriali di Repubblica.


6. TRASPARENZA
La credibilità del giornale passa anche per la chiarezza sui suoi processi decisionali e produttivi, nei limiti della normale dinamica di vita interna del luogo di lavoro. Ci sforziamo di comunicare all’esterno tutto quanto possa contribuire a spiegare come siamo arrivati al prodotto finale, soprattutto quando le nostre scelte sono state difficoltose. Rendiamo pubblico ogni rapporto con partner o finanziatori che possono apparire avere un’influenza sul nostro lavoro.


7. SOCIAL MEDIA
La Repubblica regola l’uso dei social media con un decalogo deontologico che i propri giornalisti sono tenuti a rispettare.



8. RESPONSABILITÀ
Ci assumiamo la piena responsabilità per il nostro lavoro e dobbiamo essere sempre pronti a risponderne. Così come diamo rilievo alle nostre fonti, altrettanta importanza attribuiamo ai contributi e alle critiche dei lettori e, nei limiti del possibile, cerchiamo di rispondere. Gli errori sono inevitabili. Quando avvengono, li correggiamo immediatamente.


9. RISPETTO
Tutti coloro che vengono coinvolti in qualsiasi ruolo dal nostro giornalismo meritano rispetto e considerazione. Manteniamo toni e atteggiamenti civili, sia nell’esercizio della funzione giornalistica che nella formulazione dei nostri contenuti. Ascoltiamo e cerchiamo l’interlocuzione, mai il confronto. Teniamo in grande considerazione le differenti attitudini e culture. A tutti i soggetti del nostro giornalismo garantiamo il rispetto della privacy.


10. QUALITÀ
Il giornalismo di Repubblica assume il suo massimo valore quando riesce a coniugare la ricerca della verità con una narrazione coinvolgente. Mettiamo la massima cura nell’uso corretto della lingua e dei linguaggi audiovisivi e nella confezione finale dei nostri prodotti per garantire che la qualità del nostro prodotto si distingua dagli altri. Ma non permettiamo che la forma prevalga sulla sostanza, che la ricerca del sensazionalismo oscuri o distorca l’essenza del puro spirito informativo che ci guida.


11. VERIFICA
La Repubblica si impegna a promuovere e diffondere queste linee guida, ad aggiornarle regolarmente, anche attraverso il dialogo con il pubblico, e ad assicurarne l’applicazione. Eventuali infrazioni - che saranno valutate e sanzionate - possono essere segnalate al seguente indirizzo email:
etica@repubblica.it

Politica delle correzioni

Il nostro sito si impegna a correggere gli errori e le imperfezioni contenute negli articoli. Le correzioni vengono evidenziate all’interno o in calce all’articolo, specificandone la data e l’ora. Vengono inoltre pubblicate le lettere e le richieste di precisazione.

Fact-checking e verifica delle fonti.

Non esiste differenza fra giornale cartaceo e digitale. Repubblica applica le sacre regole della professione in ogni suo contenuto. Ogni articolo è sottoposto alla verifica, attraverso l’uso e la consultazione di varie fonti: le agenzie di stampa più autorevoli, i social network, le informazioni raccolte dal giornalista stesso. Ogni notizia va comunque controllata, in una filosofia che accomuna un gruppo editoriale di centinaia di giornalisti. Per la giustizia italiana, non esiste differenza fra contenuti cartacei e digitali. Anche per questo, il lavoro giornalistico di Repubblica segue sempre i binari delle leggi dello Stato.

le Fonti anonime

Repubblica concede la garanzia dell'anonimato a fonti - identificate, ritenute autorevoli e le cui dichiarazioni siano state almeno in parte riscontrate -, che possono correre rischi giudiziari o materiali. Documenti anonimi vengono utilizzati per la realizzazione degli articoli solo quando i contenuti sono stati riscontrati.

Struttura societaria

La Repubblica informa in modo trasparente i suoi lettori sull’assetto proprietario e sulle fonti di finanziamento del gruppo editoriale da cui è pubblicata.
La Repubblica è una delle testate di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A., società soggetta alla attività di direzione e coordinamento di CIR S.p.A. GEDI è una società quotata in Borsa Italiana e pubblica i propri bilanci e tutti i documenti societari richiesti dalla legge (incluso il bilancio di sostenibilità), a beneficio di tutti i soci, investitori e lettori. Anche GEDI è dotata di un codice etico che regola la sua attività di impresa.
La Repubblica è stata fondata il 14 gennaio 1976, pubblicata dal Gruppo Editoriale L'Espresso. Nel corso del 2017 è stata perfezionata una operazione di integrazione societaria tra Gruppo Editoriale L'Espresso e il gruppo ITEDI (società editrice de La Stampa e de Il Secolo XIX) che ha dato vita a GEDI Gruppo Editoriale.
La Repubblica si finanzia sul mercato, tramite l’attività di raccolta pubblicitaria, svolta per tutto il gruppo da A. Manzoni & C. S.p.A. e la vendita diretta dei propri prodotti e servizi. Nel bilancio di sostenibilità sono descritte le diverse fonti di finanziamento.

la Gerenza

Fondatore: EUGENIO SCALFARI 

DIREZIONE
Direttore responsabile: Mario Calabresi 
Condirettore: Tommaso Cerno 
Vicedirettori: Fabio Bogo, Dario Cresto-Dina, Gianluca Di Feo, Angelo Rinaldi (ART DIRECTOR), Sergio Rizzo, Giuseppe Smorto 
Caporedattore centrale: Claudio Tito 
Caporedattore vicario: Stefania Aloia 

GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
Sede sociale Via Cristoforo Colombo n. 90 - 00147 Roma Capitale Sociale Euro 61.805.893,20 i.v. R.E.A. Roma n. 192573 - Codice Fiscale e Iscriz. Registro Imprese di Roma n. 00488680588 Partita IVA 00906801006 Società soggetta all'attività di direzione e coordinamento di CIR SpA 

Presidente Onorario: Carlo De Benedetti 

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE 

Presidente: Marco De Benedetti 

Amministratore Delegato: Monica Mondardini 

Consiglieri: Massimo Belcredi, Agar Brugiavini, Elena Ciallie, Alberto Clò, Rodolfo De Benedetti, Francesco Dini, John Elkann, Silvia Merlo, Elisabetta Oliveri, Luca Paravicini Crespi, Carlo Perrone, Michael Zaoui Direttori centrali: Pierangelo Calegari (Produzione e Sistemi Informativi), Stefano Mignanego (Relazioni esterne), Roberto Moro (Risorse Umane) 

DIVISIONE STAMPA NAZIONALE Via Cristoforo Colombo, 90 - 00147 Roma 

Direttore generale: Corrado Corradi Vicedirettore: Giorgio Martelli 

DIVISIONE DIGITALE Via Cristoforo Colombo, 90 - 00147 Roma 

Direttore generale: Massimo Russo 

TITOLARE DEL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI GEDI Gruppo Editoriale S.p.A. REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA N. 16064 DEL 13-10-1975


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