martedì 22 ottobre 2024
Come fa il cervello ad elaborare informazioni che ci aiutano a modificare le nostre azioni, in base al contesto?
di Ruggiero Corcella
Uno studio coordinato dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa investiga i meccanismi alla base della codifica delle informazioni contestuali nell’ippocampo, una regione del cervello fondamentale per l’orientamento spaziale e per la formazione di nuove memorie
Come vengono elaborate le informazioni contestuali dal cervello? Uno studio coordinato da Eleonora Russo ricercatrice dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa investiga i meccanismi alla base della codifica delle informazioni contestuali nell’ippocampo, una regione del cervello fondamentale per l’orientamento spaziale e per la formazione di nuove memorie.
Pubblicato su Nature Communications e realizzato in collaborazione con l’Università di Bristol e il Central Institute of Mental Health di Mannheim, lo studio «costituisce un passo avanti nel comprendere come il nostro cervello integri informazioni contestuali, permettendoci di adottare comportamenti differenti in base al contesto e di formare memorie distinte per ciascun episodio» dichiara la dottoressa Russo.
L’ippocampo, il nostro GPS interno
Ci sono luoghi fisici che nel corso del tempo ci hanno visto protagonisti di azioni diverse, in contesti diversi. Prendiamo come esempio una piazza: possiamo esserci stati a un concerto o una manifestazione ma anche, in un altro momento, per prendere un caffè con gli amici. Per capire come il cervello distingua questi eventi, Russo e colleghi hanno studiato l’ippocampo, una regione del lobo temporale del cervello, nodo di integrazione di informazioni multisensoriali.
L’ippocampo funziona come una sorta di GPS, fornendoci costantemente informazioni sulla nostra posizione nello spazio. Oltre a codificare informazioni spaziali, l’ippocampo riceve anche informazioni provenienti da vari domini sensoriali – come la vista, l’udito, l’olfatto – che vengono qui integrate per formare memorie complesse e sfaccettate. In questo modo l’ippocampo crea delle mappe personalizzate dell'ambiente, arricchite dai vari elementi sensoriali e contestuali associati alle nostre esperienze fatte in quei luoghi.
Le sequenze theta
Una delle modalità di comunicazione dell’ippocampo con il resto del cervello avviene attraverso le sequenze theta, pacchetti di attività in cui i neuroni si attivano in successione ordinata e rapida. Le sequenze theta comprimono le informazioni spaziali e contestuali in pochi millisecondi. Proprio questa compressione temporale è stata dimostrata essere fondamentale per il consolidamento delle esperienze, durante il sonno, in memorie a lungo termine.
Le novità rispetto agli studi precedenti
«Negli ultimi anni è stato osservato come le sequenze theta dell'ippocampo codifichino non solo informazioni spaziali, ma anche informazioni relative alle intenzioni che abbiamo quando attraversiamo questi luoghi - spiega la dottoressa Russo -. La produzione di queste sequenze è legata alla capacità dei neuroni dell'ippocampo di attivarsi in fasi specifiche delle oscillazioni theta. In questo studio, mostriamo come questa capacità di modulazione di fase di attivazione sia molto più ampia di quanto non si pensasse in precedenza e come uno stesso neurone possa attivarsi in fasi diverse del ciclo theta a seconda della nostra posizione nello spazio e/o del contesto specifico in cui ci troviamo».
Che aggiunge: «Nello studio proponiamo un possibile meccanismo che spieghi come i neuroni ippocampali possano ottenere questa modulazione di fase e, attraverso un modello matematico di dinamica neuronale, testiamo l'ipotesi formulata, riscontrando che il nostro modello formulato genera pattern di attività simili a quelli osservati sperimentalmente. Il meccanismo identificato, spiega dunque i dati sperimentali osservati ma anche altre osservazioni fatte da altri ricercatori nello stesso ambito. Ad esempio, spiega come si possano formare in modo flessibile e veloce sequenze theta che riflettano i nostri obiettivi quando navighiamo nello spazio».
Lo studio condotto da Eleonora Russo in collaborazione con Matt Jones, professore in Neuroscienze presso l’Università di Bristol, e Daniel Durstewitz, professore in Neuroscienze presso il Central Institute of Mental Health in Mannheim e l’Università di Heidelberg, ha combinato nuovi dati sperimentali con modelli matematici per mostrare come i neuroni dell’ippocampo possano flessibilmente modificare l’ordine della loro attivazione all’interno delle sequenze theta in funzione delle informazioni contestuali che elaborano. «Questa osservazione, non solo ci aiuta a capire meglio come le informazioni contestuali possano essere usate per guidare il nostro comportamento, ma ci suggerisce delle potenziali strategie utilizzate dal nostro cervello per immagazzinare memorie episodiche» conclude la dottoressa Russo.
lunedì 9 settembre 2024
FONTI PPE, 'MARIO DRAGHI HA RITIRATO FUORI IL BAZOOKA'
FONTI PPE, 'MARIO DRAGHI HA RITIRATO FUORI IL BAZOOKA'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "Mario Draghi ha ritirato fuori il bazooka". E' quanto commentano a caldo fonti del Ppe commentando la presenza di un capitolo sul debito comune nel Rapporto sulla competitività redatto dall'ex presidente della Bce presentato oggi a Bruxelles.
DRAGHI, 'CAMBIO RADICALE PERCHÉ L'UE CONTINUI A ESISTERE' - 'LA SFIDA DELLA PRODUTTIVITÀ PER GARANTIRE I SUOI VALORI CHIAVE'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "I valori fondamentali dell'Europa sono prosperità, equità, libertà, pace e democrazia in un ambiente sostenibile. L'Ue esiste per garantire che gli europei possano sempre beneficiare di questi diritti fondamentali. Se l'Europa non sarà più in grado di garantirli avrà perso la sua ragione d'essere.
L'unico modo per affrontare questa sfida è crescere e diventare più produttivi, preservando i nostri valori di equità e inclusione sociale. L'unico modo per diventare più produttiva è che l'Europa cambi radicalmente". Lo scrive Mario Draghi nell'introduzione al suo Rapporto. La produttività, sottolinea, "è una sfida esistenziale per l'Ue'.
"L'Europa manca di concentrazione. Articoliamo obiettivi comuni, ma non li sosteniamo fissando priorità chiare e non li sosteniamo con azioni politiche congiunte. Per esempio, sosteniamo di favorire l'innovazione, ma continuiamo ad aggiungere oneri normativi alle imprese europee, che sono particolarmente costosi per le pmi. Più della metà delle pmi europee indica gli ostacoli normativi e gli oneri amministrativi come la loro più grande sfida", scrive ancora Draghi. "L'Europa sta sprecando le sue risorse comuni.
Abbiamo una grande capacità di spesa collettiva, ma lo diluiamo in molteplici strumenti nazionali e comunitari. Ad esempio, non stiamo ancora unendo le forze nell'industria della difesa per aiutare le nostre aziende a integrarsi e a raggiungere la scala. Gli acquisti collaborativi europei hanno rappresentato meno di un meno di un quinto della spesa per l'acquisto di attrezzature per la difesa nel 2022. Inoltre, non favoriamo le imprese europee della difesa competitive. Tra la metà del 2022 e la metà del 2023, il 78% della spesa totale per gli acquisti è andato a fornitori extra-UE, di cui il 63% agli Stati Uniti", spiega l'ex presidente della Bce.
DRAGHI, 'NUOVO DEBITO COMUNE UE SUL MODELLO RECOVERY' - 'PER FINANZIARE INVESTIMENTI SU COMPETITIVITÀ E SICUREZZA'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "Se le condizioni politiche e istituzionali sono presenti, l'Ue dovrebbe continuare - basandosi sul modello del NextGenerationEu - a emettere strumenti di debito comune, che verrebbero utilizzati per finanziare progetti di investimento congiunti volti ad aumentare la competitività e la sicurezza" europea. Lo si legge nel report sulla competitività di Mario Draghi.
DRAGHI, IN UE SERVONO INVESTIMENTI DOPPI AL PIANO MARSHALL - IL FABBISOGNO È AL 4,4-4,7% DEL PIL, NEL 1948 FU PARI ALL'1-2%
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "Il fabbisogno finanziario necessario all'Ue per raggiungere i suoi obiettivi è enorme" e per raggiungere gli obiettivi indicati nel rapporto Draghi "sono necessari almeno 750-800 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi annui, secondo le ultime stime della Commissione, pari al 4,4-4,7% del Pil dell'Ue nel 2023". Lo si legge nel rapporto sulla competitività presentato da Mario Draghi. "Per fare un paragone, gli investimenti del Piano Marshall nel periodo 1948-51 equivalevano all'1-2% del Pil dell'Ue", si legge ancora.
"Per ottenere questo aumento sarebbe necessario che la quota di investimenti dell'Ue passasse dall'attuale 22% circa del Pil al 27% circa, invertendo un declino pluridecennale nella maggior parte delle grandi economie dell'Ue. Tuttavia, gli investimenti produttivi nell'Ue non sono all'altezza di questa sfida", si legge ancora. "L'Ue può soddisfare queste esigenze di investimento senza sovraccaricare le risorse dell'economia europea, ma il settore privato avrà bisogno del sostegno pubblico per finanziare il piano.
La Commissione Europea e il Dipartimento di ricerca del Fmi hanno simulato scenari di una spinta sostenuta agli investimenti dell'Ue pari a circa il 5% del Pil, utilizzando i loro modelli multi-paese. I risultati suggeriscono che investimenti di questa portata aumenterebbero la produzione di circa il 6% in 15 anni. Poiché l'adeguamento dell'offerta è più graduale di quello della domanda, in quanto l'accumulo di capitale aggiuntivo richiede tempo, la fase di transizione implica alcune pressioni inflazionistiche, che però si dissipano nel tempo".
"Lo stimolo richiesto agli investimenti privati avrà un certo impatto sulle finanze pubbliche, ma gli aumenti di produttività possono ridurre i costi fiscali. Se la spesa pubblica legata agli investimenti non è compensata da risparmi di bilancio altrove, i saldi di bilancio primari potrebbero temporaneamente deteriorarsi prima che il piano di investimenti eserciti pienamente il suo impatto positivo sulla produzione. Tuttavia, se la strategia e le riforme delineate in questo rapporto vengono attuate in parallelo, la spinta agli investimenti dovrebbe essere accompagnata da un significativo aumento della produttività totale dei fattori dell'Ue", nota Draghi.
DRAGHI, 'DECISIONI UE SIANO PIÙ A MAGGIORANZA QUALIFICATA' - 'IL VOTO ALL'UNANIMITÀ IN CONSIGLIO È UN OSTACOLO'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "Finora, molti sforzi per approfondire l'integrazione europea tra gli Stati membri sono stati ostacolati dal voto all'unanimità. Dovrebbero quindi essere sfruttate tutte le possibilità offerte dai Trattati Ue per estendere il voto a maggioranza qualificata". Si legge nel rapporto sulla competitività di Mario Draghi. Il voto a maggioranza qualificata dovrebbe essere "esteso a più aree", sottolinea l'ex premier, auspicando anche - nei casi di stallo - il ricorso alla "cooperazione rafforzata".
"La cosiddetta clausola 'passerella' dovrebbe essere utilizzata per generalizzare il voto a maggioranza qualificata in tutte le aree politiche del Consiglio. Questo passo richiederebbe un accordo preliminare, soggetto all'unanimità a livello del Consiglio europeo, e avrebbe un impatto positivo sul ritmo con cui vengono adottate le principali iniziative legislative dell'Ue", si legge ancora nel report. Quando l'azione è ostacolata dalle procedure esistenti, "l'opzione migliore è che gruppi di Stati membri con vedute affini ricorrano alla cooperazione rafforzata", indica Draghi.
RAPPORTO DRAGHI, SERVE PIÙ UE SULLA RICERCA PER LA DIFESA ++ 'NESSUN PAESE PUÒ FINANZIARE DA SOLO LE CAPACITÀ NECESSARIE'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - Il rapporto Draghi raccomanda di "aumentare i finanziamenti europei" per la Ricerca e Sviluppo (R&S) nel campo della difesa e di concentrarli su "iniziative comuni". Questo approccio potrebbe essere sviluppato attraverso "nuovi programmi a duplice uso e una proposta di progetti europei di difesa di interesse comune" per organizzare la necessaria cooperazione industriale. "Nessuno Stato membro può finanziare, sviluppare, produrre e sostenere efficacemente tutte le capacità e le infrastrutture necessarie per mantenere la leadership" nelle tecnologie più avanzate di oggi.
"Attualmente l'Ue - nota il rapporto - investe circa 1 miliardo di euro all'anno in R&S per la difesa, mentre la maggior parte degli investimenti avviene a livello di Stati membri. Tuttavia, diversi segmenti nuovi o tecnicamente complessi - come i droni, i missili ipersonici, le armi a energia diretta, l'intelligenza artificiale della difesa e la guerra nei fondali marini e nello spazio - richiedono un coordinamento paneuropeo". "Oltre all'urgente necessità di aumentare gli investimenti complessivi nel settore della difesa, è assolutamente necessario rafforzare la cooperazione e la condivisione delle risorse per la R&S nel settore della difesa a livello dell'Ue.
Il settore della difesa deve far fronte a un massiccio fabbisogno di investimenti. Mentre il settore della difesa nel suo complesso beneficerà di misure volte ad approfondire i mercati dei capitali dell'Ue, le Pmi innovative del settore avranno bisogno di ulteriore sostegno. Le misure pertinenti potrebbero includere la modifica delle politiche di prestito del Gruppo Bei per escludere gli investimenti nel settore della difesa e il chiarimento dei quadri ambientali, sociali e di governance dell'Ue sul finanziamento dei prodotti della difesa. La R&S nel settore della difesa, tuttavia, è una categoria di spesa speciale che richiede un approccio unico".
Draghi, 'i Paesi si impegnino su percorsi di debito sostenibili' 'Nuovo debito comune richiederebbe garanzie'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "L'emissione di asset" comuni "su base più sistematica richiederebbe un insieme più forte di regole di bilancio che garantiscano che un aumento del debito comune sia accompagnato da un percorso più sostenibile del debito nazionale". Si legge nel rapporto sulla competitività di Mario Draghi. "L'emissione di asset sicuri comuni per finanziare progetti di investimento congiunti potrebbe seguire modelli esistenti, ma dovrebbe essere accompagnata da tutte le garanzie che un passo così fondamentale comporterebbe", avverte l'ex premier.
Draghi, 'mai come ora ragioni convincenti per l'unità dell'Ue' 'Rimuovere ostacoli alla cooperazione, armonizzare politiche'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "Dobbiamo assumere un nuovo atteggiamento nei confronti della cooperazione: rimuovere gli ostacoli, armonizzare regole e leggi e coordinare le politiche. Esistono diverse costellazioni nelle quali possiamo avanzare. Ma ciò che non possiamo fare è non avanzare affatto. La nostra fiducia nel fatto che riusciremo ad andare avanti deve essere forte.
Mai in passato la scala dei nostri Paesi è apparsa così piccola e inadeguata rispetto alla dimensione delle sfide". Lo scrive Mario Draghi nell'introduzione al suo Rapporto. "E' da molto tempo che l'autoconservazione è una preoccupazione così comune. Le ragioni per una risposta unitaria non sono mai state così convincenti e nella nostra unità troveremo la forza di riformare la forza di riformare", aggiunge Draghi.
Rapporto Draghi, Ue abbia sua politica economica estera 'Serve una piattaforma Ue per le materie prime critiche'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "Per ridurre le sue vulnerabilità, l'Ue deve sviluppare una vera e propria 'politica economica estera' basata sulla sicurezza delle risorse critiche. A breve termine, l'Ue deve attuare rapidamente la legge sulle materie prime critiche". Lo si legge nel rapporto Draghi.
Il rapporto raccomanda poi d'integrare questa legge "con una strategia globale che copra tutte le fasi della catena di approvvigionamento dei minerali critici, dall'estrazione alla lavorazione al riciclaggio". Per rafforzare la posizione dell'Europa nella fase di approvvigionamento, si propone di creare "una piattaforma europea dedicata alle materie prime critiche".
MARIO DRAGHI OLAF SCHOLZ URSULA VON DER LEYEN METTE FREDERIKSEN
MARIO DRAGHI OLAF SCHOLZ URSULA VON DER LEYEN METTE FREDERIKSEN
"La piattaforma sfrutterebbe il potere di mercato dell'Europa aggregando la domanda per l'acquisto congiunto di materiali critici (secondo il modello utilizzato in Corea del Sud e Giappone) e coordinando la negoziazione di acquisti congiunti con i Paesi produttori", si legge ancora nel rapporto di Mario Draghi sulla competitività europea. "Contribuirebbe inoltre a ridurre i 'costi assicurativi' per gli Stati membri gestendo le future scorte strategiche a livello di Ue, andando oltre la richiesta di scorte nazionali".
Rapporto Draghi, 'riformare e semplificare il bilancio Ue' 'Istituire pilastro sulla competitività, serve più flessibilità'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "Il bilancio dell'Ue dovrebbe essere riformato per aumentarne l'efficacia e l'efficienza, oltre a essere meglio sfruttato per sostenere gli investimenti privati", istituendo "un 'pilastro della competitività". Lo si legge nel report sulla competitività di Mario Draghi, in cui viene specificato che "le risorse finanziarie dell'Ue dovrebbero essere rifocalizzate su progetti strategici e obiettivi concordati congiuntamente, in cui l'Ue apporta il maggior valore aggiunto". L'Ue dovrebbe dunque "semplificare la struttura del bilancio per raggiungere una scala sufficiente a sostenere i progetti strategici", viene evidenziato nel rapporto, con la proposta di "raggruppare e ridurre il numero di tutti i programmi di finanziamento".
"Dovrebbero essere istituiti schemi di finanziamento dedicati per affrontare il divario di investimenti per le aziende tecnologiche in fase di crescita, così come per le capacità di produzione in determinati settori, come le tecnologie pulite", scrive ancora Draghi, auspicando maggiore flessibilità "per consentire la riallocazione delle risorse tra e all'interno dei programmi e dei potenziali beneficiari" e maggiore sostegno agli "investimenti privati".
Rapporto Draghi, politica Coesione sia coerente con innovazione 'Investire in istruzione, i trasporti, casa e digitale'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "L'Ue dovrà inoltre garantire che la sua politica di coesione rimanga coerente con la spinta verso l'aumento dell'innovazione e il completamento del mercato unico. L'accelerazione dell'innovazione infatti e l'integrazione del mercato unico potrebbero avere effetti diversi sulla convergenza intra-Ue rispetto al passato". Lo scrive l'ex presidente della Bce, Mario Draghi, nel suo rapporto sulla competitività presentato oggi a Bruxelles.
"Nello specifico, le politiche di coesione dovranno essere riorientate su settori quali l'istruzione, i trasporti, l'edilizia abitativa, la connettività digitale e la pianificazione che possono aumentare l'attrattiva di una serie di città e regioni diverse. L'Europa dovrebbe imparare dagli errori commessi nella fase di "iperglobalizzazione" e prepararsi per un futuro in rapido cambiamento", spiega Draghi.
Draghi, 'l'Ue punti su innovazione e riduca costi energia' 'L'Europa non può più contare sugli altri per propria sicurezza'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "La competitività dell'Ue è attualmente compressa da due lati. Da un lato, le imprese dell'Ue devono far fronte a una domanda estera più debole, soprattutto da parte della Cina, e a crescenti pressioni competitive da parte delle imprese cinesi. La quota dell'Ue nel commercio mondiale è in calo, con una notevole diminuzione dall'inizio della pandemia. Dall'altro lato, la posizione dell'Europa nelle tecnologie avanzate che guideranno la crescita futura si sta riducendo". Lo scrive Mario Draghi nel primo capitolo del suo Rapporto sulla competitività.
"L'Europa si trova ora ad affrontare tre grandi trasformazioni, la prima delle quali è la necessità di accelerare l'innovazione e di trovare nuovi motori di crescita. In secondo luogo, l'Europa deve ridurre i prezzi elevati dell'energia continuando a decarbonizzare e a passare a un'economia circolare.
In terzo luogo, l'Europa deve reagire a un mondo di geopolitica meno stabile, in cui le dipendenze si trasformano in vulnerabilità e l'Europa non può più contare su altri per la propria sicurezza", sono i tre macro-obiettivi indicati dall'ex presidente della Bce, che osserva: "I Paesi dell'UE stanno già rispondendo a questo nuovo contesto con politiche più assertive, ma lo fanno in modo frammentario che mina l'efficacia collettiva. in modo frammentario, il che mina l'efficacia collettiva".
Draghi, 'l'Ue non si illuda, procrastinare non aumenta consenso' 'Garantire che le istituzioni democratiche siano fulcro riforme'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "Dovremmo abbandonare l'illusione che solo la procrastinazione possa preservare il consenso. In realtà, procrastinare ha prodotto solo una crescita più lenta, e di certo non ha ottenuto più consenso. Siamo arrivati al punto in cui, senza un'azione, dovremo o compromettere il nostro benessere, il nostro ambiente o la nostra libertà". Lo scrive Mario Draghi nell'introduzione al suo Rapporto sulla competitività.
"Affinché la strategia delineata in questo rapporto abbia successo, dobbiamo iniziare con una valutazione comune della nostra situazione, degli obiettivi e della valutazione comune della nostra situazione, degli obiettivi a cui vogliamo dare priorità, dei rischi che vogliamo evitare e dei compromessi che siamo disposti ad accettare. Dobbiamo garantire che le nostre istituzioni democraticamente elette siano al centro di questi dibattiti. Le riforme possono essere veramente ambiziose e sostenibili solo se godono del sostegno democratico", aggiunge l'ex presidente della Bce.
Rapporto Draghi,'lo stato sociale europeo sarà fondamentale' 'Avvicinarsi al modello Usa ma senza gli inconvenienti sociali'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "Lo stato sociale europeo sarà fondamentale per fornire servizi pubblici, protezione sociale, alloggi, trasporti e assistenza all'infanzia forti durante la transizione verso l'economia del futuro. L'Ue dovrà garantire che tutti i lavoratori abbiano diritto all'istruzione e alla riqualificazione".
Lo scrive l'ex presidente della Bce, Mario Draghi, nel suo rapporto sulla competitività presentato oggi a Bruxelles. "L'Ue deve puntare ad avvicinarsi all'esempio statunitense in termini di crescita della produttività e innovazione, ma senza gli inconvenienti sociali del modello Usa", spiega Draghi.
"L'approccio europeo dovrà garantire che la crescita della produttività e l'inclusione sociale vadano di pari passo garantendo il miglior utilizzo delle competenze disponibili e mantenendo intatto il tessuto sociale", spiega Draghi. "l cambiamenti tecnologici possono comportare notevoli disagi per i lavoratori dei settori precedentemente dominanti che non lo saranno più, nonché una crescente disuguaglianza: dal 1980 al 2016, si è scoperto che l'automazione ha rappresentato il 50-70% dell'aumento della disuguaglianza salariale negli Stati Uniti tra lavoratori sempre più istruiti", spiega Draghi", sottolinea il rapporto. "Un coinvolgimento più efficace e proattivo dei cittadini e un dialogo sociale, che unisca sindacati, datori di lavoro e attori della società civile, saranno fondamentali per costruire il consenso necessario per guidare i cambiamenti. La trasformazione può portare alla prosperità per tutti al meglio se accompagnata da un forte contratto sociale", specifica il rapporto.
Rapporto Draghi, massimizzare sforzi congiunti su semiconduttori 'Creare uno stanziamento di bilancio centralizzato dell'Ue'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "L'Europa dovrebbe massimizzare i propri sforzi congiunti per rafforzare l'innovazione nei semiconduttori e la propria presenza nei segmenti dei chip più avanzati". Lo scrive l'ex presidente della Bce, Mario Draghi, nel suo rapporto sulla competitività presentato oggi a Bruxelles. "Dopo la proposta di un European Chips Act, nell'Ue sono stati annunciati investimenti totali nella diffusione industriale per circa 100 miliardi di euro, sostenuti per la maggior parte dagli Stati membri sotto il controllo degli aiuti di Stato.
Tuttavia, esiste il rischio che un approccio frammentato porti a uno debole coordinamento. Si propone pertanto di creare uno stanziamento di bilancio centralizzato dell'Ue dedicato ai semiconduttori supportato da un nuovo "fast track" come per gli Important Projects of Common European Interest (Ipcei)", scrive Draghi nel documento.
"Il rapporto raccomanda di lanciare una strategia comune basata su quattro elementi. In primo luogo, finanziamenti per l'innovazione e la creazione di laboratori di prova vicino ai centri di eccellenza esistenti. In secondo luogo, fornire sovvenzioni o incentivi fiscali per la ricerca e sviluppo alle aziende "fabless" attive nella progettazione di chip e nelle fonderie in segmenti strategici selezionati. In terzo luogo, sostenere il potenziale di innovazione dei chip tradizionali. In quarto luogo, coordinare gli sforzi dell'Ue negli imballaggi avanzati 3D back-end, nei materiali avanzati e nei processi di finitura", spiega Draghi.
DRAGHI, 'SE COERENTE LA DECARBONIZZAZIONE È CHANCE PER L'UE' 'USARE SUOI BENEFICI PER ABBASSARE I PREZZI DELL'ENERGIA'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "Se agli ambiziosi obiettivi climatici dell'Europa corrisponderà un piano coerente per raggiungerli, la decarbonizzazione sarà un'opportunità per l'Europa. Ma se non riusciamo a coordinare le nostre politiche, c'è il rischio che la decarbonizzazione sia contraria alla competitività e alla crescita". Lo scrive Mario Draghi nell'introduzione al suo Rapporto sulla competitività.
"Anche se i prezzi dell'energia sono diminuiti considerevolmente rispetto ai loro picchi, le aziende dell'Ue devono ancora affrontare prezzi dell'elettricità che sono 2-3 volte quelli degli Stati Uniti. I prezzi del gas naturale sono 4-5 volte più alti. Questo divario di prezzo è dovuto principalmente alla mancanza di risorse naturali in Europa, ma anche a problemi fondamentali del nostro mercato comune dell'energia. Le regole del mercato impediscono alle industrie e alle famiglie di cogliere appieno i benefici dell'energia pulita nelle loro bollette. Tasse elevate e le rendite catturate dagli operatori finanziari aumentano i costi dell'energia per la nostra economia", osserva Draghi.
"Nel medio termine, la decarbonizzazione contribuirà a spostare la produzione di energia verso fonti energetiche pulite e sicure, a basso costo. Ma i combustibili fossili continueranno a svolgere un ruolo centrale nella determinazione dei prezzi dell'energia per il resto di questo decennio.
Senza un piano per trasferire i benefici della decarbonizzazione agli utenti finali, i prezzi dell'energia continueranno a pesare sulla crescita", sottolinea ancora l'ex presidente della Bce, aggiungendo: "la spinta globale alla decarbonizzazione è anche un'opportunità di crescita per l'industria dell'Ue. L'Ue è leader mondiale nelle tecnologie pulite come le turbine eoliche, gli elettrolizzatori e i carburanti a basso contenuto di carbonio, e più di un quinto delle tecnologie pulite e sostenibili a livello mondiale sono sviluppate qui".
DRAGHI, 'LA CRESCITA UE RALLENTA, NON POSSIAMO PIÙ IGNORARLO' 'LE CONDIZIONI SONO CAMBIATE'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "Abbiamo detto molte volte che la crescita sta rallentando da molto tempo nell'Ue, ma lo abbiamo ignorato. Fino a due anni fa non avremmo mai avuto una conversazione del genere perché in genere le cose andavano bene. Ma ora non possiamo più ignorarlo: le condizioni sono cambiate". Lo ha detto l'ex premier Mario Draghi in conferenza stampa presentando il suo rapporto sulla competitività Ue.
lunedì 2 settembre 2024
Mi scappa la pipì
«Mi scappa la pipì». Quando il cervello influisce sul bisogno di urinare: come funziona la vescica
diCristina Marrone
Un ruolo fondamentale nella gestione dello stimolo lo gioca il cervello, nuovo possibile bersaglio per curare la vescica iperattiva e alte patologie legate al tratto urinario
Quante volte ci capita di guidare in autostrada e avere un pensiero fisso: devo fermarmi a fare pipì. O peggio, essere già preoccupati prima di partire, sapendo che la sosta sarà inevitabile con il timore, magari, di non fare in tempo. A volte ci si può pentire di aver bevuto una bibita fresca all'area di sosta, che dai reni è già passata alla vescica. Ed è dunque ancora ora di accostare. Fino a non molto tempo fa gli scienziati pensavano che le nostre vesciche fossero regolate da un riflesso relativamente semplice, come un interruttore che si schiaccia per immagazzinare e poi rilasciare l'urina.
In realtà le cose sono molto più complesse di così e un ruolo fondamentale nella gestione dello stimolo lo gioca il cervello che percepisce i segnali della vescica, li interpreta e poi agisce. Rita Valentino, neuroscienziata, direttore della divisione di neuroscienze e comportamento all'Istituto Nazionale per l'abuso delle droghe negli Stati Uniti sta studiando proprio la capacità del cervello di assorbire i vari stimoli della vescica e di combinarli con i segnali provenienti dall'esterno del corpo, come ad esempio immagini e suoni della strada, e di utilizzare infine le informazioni per per trovare un posto sicuro e socialmente appropriato per fare pipì. Insomma, un'intricata rete di regioni cerebrali contribuiscono al processo decisionale e alla consapevolezza su come sta il nostro corpo.
L'impulso a urinare
Il sistema che regola l'impulso a urinare è anche estremamente delicato e con l'avanzare dell'età può anche iniziare a non funzionare bene. Si stima che un adulto su 10 soffra di sindrome della vescica iperattiva: tra i sintomi l'urgenza urinaria, (la sensazione di dover urinare anche quando la vescica non è piena), la nicturia (la necessità di alzarsi più volte di notte per andare in bagno) e l'incontinenza. Sebbene i trattamenti esistenti funzionino per alcuni, per altri non hanno alcun effetto. Sviluppare nuovi farmaci è diventato piuttosto impegnativo, per questo molte case farmaceutiche hanno abbandonato la ricerca.
Nuovi approcci terapeutici per curare la vescica
Oggi però, some sottolinea un articolo a firma di Emily Underwood su Knowable magazine, alcuni studi stanno lavorando su nuovi approcci terapeutici. Sebbene le terapie per i disturbi della vescica si siano storicamente concentrate sulla vescica, nuovi lavori indicano il cervello come un possibile bersaglio. «Insieme agli studi volti a spiegare perché alcuni gruppi, come le donne in postmenopausa, sono più inclini ai problemi alla vescica, la ricerca suggerisce che non dovremmo accettare l'incontinenza come inevitabile» racconta Indira Mysorekar, microbiologa al Baylor College of Medicine di Houston. Spesso viene sottolineato come certi problemi siano parte dell'invecchiamento, in particolare per le donne. «Ma questo è vero solo in parte, molti problemi comuni sono evitabili e non per forza dobbiamo convivere con il dolore e il disagio».
Come funziona la vescica
La vescica è una sacca elastica che, nella maggior parte degli adulti sani può contenere circa mezzo litro di urina ed è uno degli organi più elastici del nostro organismo grazie al detrusore, un muscolo che ricopre la vescica e che si rilassa quando la vescica si riempie di urina. Per evitare fuoriuscite di pipì nei momenti indesiderati i muscoli che regolano lo sfintere dell'uretra si contraggono. All'opposto, quando abbiamo l'esigenza di svuotare la vescica il detrusore si contrae, lo sfintere si rilassa e l'urina fuoriesce dall'uretra. La vescica trascorre più del 95% del suo tempo in modalità stoccaggio. Talvolta, quando lo stimolo diventa insopportabile, la vescica si svuota involontariamente, tuttavia la necessità di urinare è un qualcosa che viene gestito in modo consapevole attraverso la corteccia prefrontale, l'area del cervello legata alla pianificazione e alla decisione di compiere azioni in base alla nostra volontà. Infatti ci chiediamo «quanto tempo posso resistere?», «Posso terminare la riunione prima di andare in bagno?».
Sentite la necessità di fare pipì con urgenza e di frequente? Potrebbe trattarsi di vescica iperattiva
Come il cervello comunica con la vescica: le scoperte
Gli studi della dottoressa Rita Valentino hanno misurato l'attività elettrica dei neuroni nel sistema nervoso, concentrandosi sui neuroni che si trovano le "locus coeruleus", zona del tronco encefalico coinvolto in meccanismi legati ad attenzione, stress e panico. Si è visto che poco prima di urinare i neuroni di quest'area iniziano a produrre segnali verso la corteccia, probabilmente per segnalare uno stato di allerta perché ci si trova in una fase in cui siamo vulnerabili e bisogna agire velocemente.
La ricerca di nuove terapie
Questo genere studi sta spingendo la ricerca a trovare nuovi approcci per risolvere problemi legati alla minzione che, in età adulta, è controllata dal cervello e non è solo un riflesso senza controllo. Capire meglio i meccanismi in base ai quali il cervello controlla (o non controlla) la vescica potrà aiutare a identificare nuove terapie per trattare una serie di condizioni, tra cui la diffusissima vescica iperattiva (la necessità improvvisa di urinare che non può essere rimandata). Sebbene gli scienziati che si concentrano sulla vescica e sul tratto urinario abbiano tradizionalmente lavorato in modo separato da coloro che studiano il midollo spinale e il cervello, ora questi specialisti, che a lungo hanno lavorato in modo separato stanno iniziando a collaborare , mettendo insieme i puzzle cervello-vescica.
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