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lunedì 6 gennaio 2020

L’idrogeno non c’entra niente con i gas serra. No, in effetti c’entra un tubo


   
In California si torna a puntare su una fonte energetica a zero carbonio, di moda qualche anno fa: potrebbe diventare la regina dell’automotive (e non solo) e dare nuova vita alle condutture dei vecchi impianti a gas o petrolio
Questo articolo è stato realizzato da quotedbusiness.com
C'è da riconoscerlo. Siamo in un periodo della storia umana in cui tutto è possibile, sia nel bene sia nel male. Siamo a un passo dal rendere irreversibile la catastrofe planetaria del surriscaldamento, ma siamo ancora in tempo per impedirla, se riusciremo a mettere in atto le politiche di taglio dei gas serra concertate a Parigi e in altre sedi Onu. E siamo in una fase dell'umanità in cui mai come ora nel campo dell'innovazione eco-sostenibile tutto è possibile.
Il settore delle rinnovabili, continua a essere quello maggiormente in fermento e da oltre due decenni, continua a ribollire di novità. L'ultima, di cui fa cenno USA Today, in realtà è una doppia novità. In estrema sintesi: c'è un prepotente ritorno d'interesse su una fonte pulita un po' accantonata, l'idrogeno, che però, ed è questo il secondo aspetto innovativo, comporterà anche un effetto positivo sul “vecchio” sistema infrastrutturale energetico, che potrebbe essere riadattato proprio per agevolare la transizione tra fonti di energia.
L'idea-bingo, che mette tutte le caselle a posto nello stesso momento, sta prendendo piede in California, in scia con sperimentazioni già in corso in Germania, Olanda e Canada. Un piano strategico nato sulla base di una spinta popolare: è sempre più forte la richiesta di cittadini californiani ed associazioni di bandire una volta per sempre tutti i gas-serra, a partire dai combustibili fossili per le automobili o per gli impianti di riscaldamento delle case di nuova costruzione. Tra le possibili fonti pulite sostitutive, in prima fila ora c'è l'idrogeno, un gas a zero effetto serra e in grado di attivare batterie elettriche, le fuel cell, utili a ogni scopo, dal riscaldamento alla trazione.
La produzione è anche relativamente facile, dagli idrocarburi fossili e dall'acqua tramite elettrolisi, ma il problema è che entrambi i metodi sono, almeno al momento, piuttosto costosi e non economicamente convenienti. Ma la consapevolezza che l'idrogeno, pur nella costosità di estrazione, sia una fonte potenzialmente inesauribile, essendo l'elemento maggiormente presente sulla Terra anzi nell'Universo, non lo ha mai fatto dimenticare del tutto. Anzi, c'è chi sostiene che sia, in prospettiva, il sistema di alimentazione numero uno al mondo per le automobili. “Altro che l'elettrico: entro il 2030 sarà l'idrogeno la vera alternativa ecologica ai combustibili fossili”, lo ha detto Felix Gress, uno dei manager di punta di Continental.
Un gas a zero-carbonio che ha poi una caratteristica in più rispetto alle altre fonti: è immagazzinabile. Uno dei punti critici di tante tra le cosiddette fonti alternative, infatti, riguarda la ”discontinuità” della produzione (con i picchi e i punti bassi, per esempio di vento e sole) e la “conservazione” della potenza elettrica prodotta. Criticità che ostacolano la diffusione capillare di tante forme di produzione di energia e che l'idrogeno, almeno in teoria, non presenta. Anzi, più esattamente, l'idrogeno “è” la soluzione per i problemi strutturali delle altre fonti.
All'Università della California di Irvine stanno studiando proprio l'incastro magico. Nello Stato americano si produce tanta elettricità da eolico e solare da raggiungere, in alcuni momenti della giornata, picchi di produzione che non possono essere immessi nella rete nazionale perché la farebbero saltare. E' tutta energia dispersa che sarebbe invece utile nei picchi di richiesta degli utenti. L'idea è di utilizzare quell'extra produttività da fonti green per produrre un'altra fonte verde, l'idrogeno, appunto, che può invece essere stoccato.
E dove stoccare il  prezioso “gas H”? Proprio nei gasdotti ed oleodotti tradizionali. I quali quindi, da demoni da abbattere quanto prima, come chiedono molti ambientalisti californiani, diventerebbero invece un utilissimo strumento per passare alla fonte energetica più verde di tutte. Insomma si realizzerebbe il super riciclo del futuro. Neanche un watt di elettricità andrebbe disperso e neanche un grammo di carbonio verrebbe immesso nell'atmosfera per smaltire i vecchi impianti a gas o petrolio.
FONTE: USA TODAY

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