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sabato 8 ottobre 2016

Il giallista che teme l’arrivo del fascismo: ma che c’entra il referendum?


Il Noista
Lo scrittore Maurizio De Giovanni non conosce i tanti rilevi di illustri Costituenti alla Carta
Maurizio De Giovanni, autore di romanzi gialli di successo, firma sul Fatto di oggi un accorato appello per il No. L’incipit è solenne: “L’Italia che volle la Costituzione si mise allo specchio e si osservò a lungo. Il suo volto recava i lividi e le ferite dell’immensa violenza subita…”.
Lo svolgimento è impetuoso. Il tuffo nella storia è gravido di significato: “Per vent’anni l’Italia aveva assistito all’ascesa e al consolidamento al potere di un uomo e di un ristretto numero di gerarchi”.
Avete già capito dove vuole andare a parare De Giovanni, vero? E infatti eccolo, il nostro giallista, andare dritto al punto: bisogna “difendere la Costituzione” votando No al referendum “per allontanare ancora una volta lo spettro di una folle ambizione, di una singola personalità che, sfruttando una grossolana popolarità acquisita in maniera subdola e artificiosa, possa condurre i nostri figli a una nuova e più terribile rovina”.
Ora, a questa storia di Renzi fascista non crede proprio nessuno, e dunque non vale la pena spendere anche una sola parola che confutarla.
Ma siccome l’illustre giallista è infuso di amor patrio e la sua anima antifascista gioisce ammirando il “capolavoro” licenziato dai padri costituenti, può essere opportuno rileggere ciò che alcuni contemporanei dissero della Costituzione del 1948.
Secondo Pietro Calamandrei “manca di chiarezza”. Secondo Benedetto Croce, invece, “di coerenza e di armonia”. Per Antonio Messineo “non è un capolavoro di arte giuridica: manca la certezza del diritto e ci sono gravi imperfezioni”. Vittorio Emanuele Orlando la giudica “bisognosa di essere completata in parti essenziali”. Per Arrigo Cajumi “è prolissa, confusa, mal congegnata”. Luigi Sturzo lamenta che “solo da noi il Senato è un duplicato della Camera”. Arturo Carlo Jemolo non la ama “perché piena di espressioni che non hanno nulla di giuridico: apprezzo di più la secchezza, oserei dire la serietà, dello Statuto albertino”. E Gaetano Salvemini, tranchant come pochi: “I soli articoli che meriterebbero di essere approvati sono quelli che la rendono emendabile”.
Tutti fascisti? No: tutti uomini liberi. Come i molti altri che, invece, la Costituzione hanno scritto e approvato. Proprio su questo dovrebbero riflettere De Giovanni e gli altri dannunziani del No: gli uomini liberi non hanno paura di confrontarsi, discutere, modificare, giudicare, correggere.

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