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martedì 3 febbraio 2015

Sconti sulla tassa marmi, il procuratore ha firmato le richieste di rinvio a giudizio

La maxi inchiesta che ha provocato un terremoto a Carrara  vede iscritti sul registro degli indagati il sindaco, parte della vecchia e nuova giunta e rappresentanti delle associazioni

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CARRARA. Sconti sulla tassa marmi: l'indagine della Procura è chiusa. Il procuratore capo Aldo Giubilaro ha firmato le richieste di rinvio a giudizio.
L'indagine. Sconti sulla tassa marmi, per favorire gli industriali, danneggiando le casse comunali, e, quindi, i cittadini stessi. È questa l'ipotesi accusatoria, pesante, dell'indagine della Procura: amministrazione e associazioni di categoria avrebbero "alleggerito" negli ultimi cinque anni la tassa marmi, portando meno introiti nelle casse municipali. Il capo di imputazione è abuso di ufficio per aver fatto pagare meno tasse (inferiori anche di un decimo) agli imprenditori che scavano il marmo sulla base di un accordo del 2009 e che la Procura di Massa ritiene in violazione della legge regionale del 1998 che prevede un contributo e un canone di concessione sulla base del valore di mercato dei beni estratti, blocchi e scaglie. Sottraendo, in sostanza, denaro da destinare a servizi per tutti i cittadini. E causando, dall'altra parte, un ingiusto vantaggio per gli imprenditori del settore.
Gli indagati. L'indagine prende in esame il periodo dal 2009 al 2014. Sul registro degli indagati nel maggio scorso sono finiti una quindicina di nomi eccellenti dal sindaco di Carrara, Angelo Zubbani a 5 assessori in carica (Andrea Vannucci, Giuseppina Andreazzoli, Giovanna Bernardini, Dante Benedini, Massimiliano Bernardi), tre ex assessori (Andrea Zanetti, Giovanni Nannini e Roberto Dell'Amico), due dirigenti comunali, Marco Tonelli e Stefano Pennacchi, oltre ai 4 rappresentanti provinciali di Legacoop (Chiara Grassi), Confartigianato (Gianfranco Oligeri), Cna (Antonio Chiappini) e Massimo Maggiani (Api). La Procura ha individuato, sia nel Comune che nelle associazioni di categoria che hanno sottoscritto gli accordi, "responsabilità penali in ordine al reato di abuso di ufficio (art. 323 del Codice penale)"
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