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mercoledì 16 luglio 2025

Il tuo intestino ti parla. La regolarità con cui vai in bagno dice molto sulla tua salute generale

Il tuo intestino ti parla. La regolarità con cui vai in bagno dice molto sulla tua salute generale di Huffpost Il tuo intestino ti parla. La regolarità con cui vai in bagno dice molto sulla tua salute generale Il nostro ritmo intestinale quotidiano potrebbe essere un campanello d’allarme precoce, oppure un segnale che stiamo facendo le scelte giuste per il nostro benessere 10 Luglio 2025 alle 12:16 "Ogni quanto vai in bagno?" può sembrare una domanda troppo personale, ma secondo uno studio pubblicato a luglio 2024, la risposta potrebbe dire molto sul tuo stato di salute complessivo. La ricerca, condotta da un team dell'Institute for Systems Biology (ISB) e pubblicata su Cell Reports Medicine e da Science Alert, ha coinvolto 1.425 partecipanti considerati generalmente sani, ovvero privi di patologie croniche come malattie renali o intestinali. Oltre a fornire campioni di sangue e feci, i soggetti hanno compilato questionari dettagliati su dieta, stile di vita e abitudini intestinali. I ricercatori hanno suddiviso i partecipanti in quattro gruppi: Stitichezza (1–2 evacuazioni a settimana) Basso-normale (3–6 a settimana) Alto-normale (1–3 al giorno – considerato il livello ideale) Diarrea (4 o più scariche liquide al giorno) Il risultato? Chi andava in bagno troppo poco o troppo spesso mostrava segnali chiari di squilibri nella salute. Al contrario, le persone nella cosiddetta "zona Goldilocks" – né troppo né troppo poco – godevano di indicatori metabolici e microbici più favorevoli. Secondo Sean Gibbons, microbiologo dell’Università di Washington e autore corrispondente dello studio, "la frequenza delle evacuazioni può influenzare tutti i sistemi del corpo ed è un potenziale fattore di rischio per lo sviluppo di malattie croniche". Lo studio ha messo in luce differenze interessanti: chi soffriva di stitichezza tendeva a essere più giovane, di sesso femminile e con un BMI più basso. Tuttavia, anche tenendo conto di questi dati, sono emersi legami tra irregolarità intestinale e alterazioni nei biomarcatori ematici, nella composizione del microbiota intestinale e nella salute metabolica. Ad esempio, chi soffriva di diarrea presentava nel sangue segni di danno epatico e nelle feci batteri tipici della parte alta del tratto digestivo. Al contrario, nei soggetti stitici si osservavano livelli elevati di batteri legati alla fermentazione delle proteine – processo che produce tossine nocive. Tra queste tossine c’è l’indossil-solfato, un metabolita che può danneggiare i reni, ritrovato in concentrazioni elevate nei pazienti stitici. "Quando le feci restano troppo a lungo nell’intestino, i batteri esauriscono le fibre alimentari disponibili e iniziano a fermentare le proteine, generando sostanze tossiche," spiega Johannes Johnson-Martinez, bioingegnere all’ISB. Buone notizie però: chi evacuava regolarmente tendeva a bere più acqua, consumare più fibre e fare attività fisica. Non solo: nei loro campioni fecali si trovavano livelli elevati di batteri benefici associati alla fermentazione delle fibre. Insomma, il nostro "ritmo intestinale" quotidiano potrebbe essere un campanello d’allarme precoce, oppure un segnale che stiamo facendo le scelte giuste per il nostro benessere.

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