Tra i pizzini ritrovati anche quelli per l’ingresso di un nuovo affiliato e per la consegna delle “doti” - Il “picciotto” deve subito imparare la prima regola, l’omertà: “Giuro su questo pugnale e su questa tomba larga e profonda al livello del mare dove nessuno la potrà scoprire”…
Gaetano Mazzuca per “la Stampa”
«Con bastone d’oro e pomello d’argento stella mattutina che forma a ciampa di cavallo società criminale e di ‘ndrina è formata». Con queste parole gli uomini di ‘ndrangheta iniziano i loro summit.
Un rito fatto di preghiere ai santi e immagini sacre bruciate. Formule da imparare a memoria che i carabinieri di Vibo Valentia hanno rinvenuto nascoste tra le scatole di scarpe di uno dei più noti negozi di abbigliamento della cittadina. Il rinvenimento è avvenuto nell’ambito dell’operazione “Insomnia”, coordinata dalla Dda di Catanzaro, che ha portato al fermo di sei persone accusate di usura ed estorsioni aggravate dalle modalità mafiose.
La vittima, un commerciante ora sottoposto al programma di protezione, dal 2010 era finito nelle mani dei suoi aguzzini, continuamente minacciato: «Se ti vedo ti scasso la pancia», «Onorare gli impegni altrimenti qui diventa come il giorno dei morti». Gente che voleva rintracciare l’imprenditore cercando di adescare il figlio di 10 anni su Facebook. Per farlo avevano deciso di creare un profilo falso di una ragazzina e chiedere l’amicizia al minorenne. Ieri mattina il blitz con il rinvenimento di una serie di fogli da block notes su cui erano riportate le fasi dell’affiliazione.
La “cerimonia” inizia con la benedizione del locale che ospita la riunione: «A nome dei nostri antenati i tre cavalieri Osso, Mastrosso e Carcagnosso battezzo questo locale… da ora in poi lo riconosco per un luogo sacrosanto e inviolabile dove si battezzano i picciotti, giovani d’onore e camorristi. Con parole di omertà è battezzata località». Poi gli affiliati possono formare “società” ossia iniziare la riunione: «A nome dell’arcangelo Gabriele e Santa Elisabetta circolo di società è formato, ciò che si dice in questo circolo qua si dice e qua rimane».
Tra i pizzini anche quelli per l’ingresso di un nuovo affiliato e per la consegna delle “doti”. Il “picciotto” deve subito imparare la prima regola, l’omertà: «Giuro su questo pugnale e su questa tomba larga e profonda al livello del mare dove nessuno la potrà scoprire». Il rito che consacra lo “sgarrista” prevede che gli affiliati ripetano la formula «a nome di Minofrio, Mismizzu e Misgarru che hanno tagliato la testa a San Michele Arcangelo», in quel momento a un’immagine del santo viene strappata la testa e poi bruciata fra le mani del “battezzato”.
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