domenica 27 luglio 2025
Luigi Einaudi, il miglior politico "imperfetto"
Letteratura
Luigi Einaudi, il miglior politico "imperfetto"
Einaudi è liberale perché non crede nei salvatori, né nei tecnici che si autoproclamano sacerdoti della razionalità. Li chiama "dottrinari" e "periti", e li mette sul banco degli imputati
Nicola Porro 27 luglio 2025 - 10:22
Luigi Einaudi non è un'icona da cartolina. È un intellettuale scomodo, uno di quelli che non si fidano delle soluzioni facili e degli slogan ripetuti a memoria. Il libro curato da Domenico Maria Bruni Luigi Einaudi e le istituzioni (Effigi Edizioni, pagg. 256, euro 18) è un esercizio di verità: mette in luce il senso profondo del pensiero einaudiano, fatto di rigore, umiltà e soprattutto dubbio. La sua non è una teoria del potere, ma una pedagogia del limite. Che poi per Einaudi era il senso profondo del liberalismo. In un tempo in cui l'opinione pubblica chiede certezze granitiche, Einaudi ci ricorda che il buon governo nasce dal confronto, dalla discussione e dalla lentezza.
Einaudi è liberale perché non crede nei salvatori, né nei tecnici che si autoproclamano sacerdoti della razionalità. Li chiama «dottrinari» e «periti», e li mette sul banco degli imputati. L'economista piemontese sa che ogni problema tecnico ha risvolti politici, morali e storici. Sa che la realtà è fatta di uomini imperfetti che si muovono dentro istituzioni imperfette. Per questo non cerca il sistema perfetto, ma il compromesso virtuoso. La sua visione delle istituzioni non è sacrale, ma artigianale: strumenti al servizio della libertà, non totem da venerare.
Il punto più alto del libro è questo: l'umanesimo liberale di Einaudi. Un umanesimo pragmatico, non retorico, che mette al centro la persona senza idealizzarla. Per Einaudi la società liberale è un equilibrio fragile, una costruzione che richiede lavoro quotidiano, vigilanza, educazione. Ecco perché difende il pluralismo, l'associazionismo, la stampa libera, le autonomie locali. Non per romanticismo, ma perché sa che senza contrappesi il potere marcisce. È il liberalismo dei «corpi intermedi», del confronto tra diversità, della responsabilità che nasce dal basso. Quasi come una concorrenza tra istituzioni, per evitare monopoli.
C'è una bellezza in questa architettura di pensiero: Einaudi non vuole convincere, vuole far pensare. Non vuole comandare, vuole costruire una convivenza. Un presidente che non governava con gli ordini, ma con gli argini. Un maestro che sapeva che la libertà è fatica, non privilegio.
Oggi, in un tempo che affida ogni crisi a qualche «esperto», leggere Einaudi è un atto rivoluzionario. Perché ci costringe a tornare umani.
mercoledì 16 luglio 2025
Il tuo intestino ti parla. La regolarità con cui vai in bagno dice molto sulla tua salute generale
Il tuo intestino ti parla. La regolarità con cui vai in bagno dice molto sulla tua salute generale
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Il tuo intestino ti parla. La regolarità con cui vai in bagno dice molto sulla tua salute generale
Il nostro ritmo intestinale quotidiano potrebbe essere un campanello d’allarme precoce, oppure un segnale che stiamo facendo le scelte giuste per il nostro benessere
10 Luglio 2025 alle 12:16
"Ogni quanto vai in bagno?" può sembrare una domanda troppo personale, ma secondo uno studio pubblicato a luglio 2024, la risposta potrebbe dire molto sul tuo stato di salute complessivo. La ricerca, condotta da un team dell'Institute for Systems Biology (ISB) e pubblicata su Cell Reports Medicine e da Science Alert, ha coinvolto 1.425 partecipanti considerati generalmente sani, ovvero privi di patologie croniche come malattie renali o intestinali. Oltre a fornire campioni di sangue e feci, i soggetti hanno compilato questionari dettagliati su dieta, stile di vita e abitudini intestinali.
I ricercatori hanno suddiviso i partecipanti in quattro gruppi:
Stitichezza (1–2 evacuazioni a settimana)
Basso-normale (3–6 a settimana)
Alto-normale (1–3 al giorno – considerato il livello ideale)
Diarrea (4 o più scariche liquide al giorno)
Il risultato? Chi andava in bagno troppo poco o troppo spesso mostrava segnali chiari di squilibri nella salute. Al contrario, le persone nella cosiddetta "zona Goldilocks" – né troppo né troppo poco – godevano di indicatori metabolici e microbici più favorevoli. Secondo Sean Gibbons, microbiologo dell’Università di Washington e autore corrispondente dello studio, "la frequenza delle evacuazioni può influenzare tutti i sistemi del corpo ed è un potenziale fattore di rischio per lo sviluppo di malattie croniche".
Lo studio ha messo in luce differenze interessanti: chi soffriva di stitichezza tendeva a essere più giovane, di sesso femminile e con un BMI più basso. Tuttavia, anche tenendo conto di questi dati, sono emersi legami tra irregolarità intestinale e alterazioni nei biomarcatori ematici, nella composizione del microbiota intestinale e nella salute metabolica. Ad esempio, chi soffriva di diarrea presentava nel sangue segni di danno epatico e nelle feci batteri tipici della parte alta del tratto digestivo. Al contrario, nei soggetti stitici si osservavano livelli elevati di batteri legati alla fermentazione delle proteine – processo che produce tossine nocive.
Tra queste tossine c’è l’indossil-solfato, un metabolita che può danneggiare i reni, ritrovato in concentrazioni elevate nei pazienti stitici. "Quando le feci restano troppo a lungo nell’intestino, i batteri esauriscono le fibre alimentari disponibili e iniziano a fermentare le proteine, generando sostanze tossiche," spiega Johannes Johnson-Martinez, bioingegnere all’ISB. Buone notizie però: chi evacuava regolarmente tendeva a bere più acqua, consumare più fibre e fare attività fisica. Non solo: nei loro campioni fecali si trovavano livelli elevati di batteri benefici associati alla fermentazione delle fibre. Insomma, il nostro "ritmo intestinale" quotidiano potrebbe essere un campanello d’allarme precoce, oppure un segnale che stiamo facendo le scelte giuste per il nostro benessere.
Cos’è il DNA e perché si scrive sempre in maiuscolo
Cos’è il DNA e perché si scrive sempre in maiuscolo
Il DNA, acronimo di acido desossiribonucleico (DeoxyriboNucleic Acid), è la molecola biologica alla base della vita, che contiene tutte le istruzioni per creare e far funzionare un essere vivente, da un batterio all’essere umano, fino alla maestosa balenottera azzurra. Ecco com’è organizzato, dove si trova e perché è prezioso nelle indagini forensi.
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A cura di Andrea Centini
La doppia elica della molecola di DNA
Soprattutto in relazione ai casi di cronaca nera, alla stregua di quello del delitto di Garlasco ritornato in auge negli ultimi tempi, su giornali e telegiornali viene citato sempre più spesso il DNA, essendo considerato un preziosissimo elemento probatorio nel contesto di un'indagine. Esso, infatti, è univoco per ciascuno di noi, una firma biologica incontrovertibile – se la concentrazione è significativa – che può far luce sulla presenza di un individuo in un determinato contesto. Ma cos'è esattamente questo DNA? Come sottolineato dal National Human Genome Research Institute dei NIH (National Institutes of Healths) degli Stati Uniti, si tratta della molecola “che trasporta le informazioni genetiche per lo sviluppo e il funzionamento di un organismo”. Metaforicamente, possiamo considerarlo come una biblioteca piena di libri di istruzioni che permettono di “costruire” e “far funzionare” un essere umano, così come qualsiasi altro essere vivente presente sul nostro pianeta. Anche alcuni virus, che non sono considerati esseri viventi, possono essere costituiti da materiale genetico a base di DNA.
Cos'è il DNA
Tecnicamente, il DNA è un acido nucleico, ovvero un composto acido presente nel nucleo del cellule, la “centralina” che regola e trasmette le informazioni alla base della vita. Al suo interno sono presenti le istruzioni che permettono di sviluppare e organizzare organi, tessuti e singole tipologie di cellule, così come le indicazioni su come il tutto deve operare in modo sinergico e quale aspetto deve avere un determinato individuo costituito da un dato DNA. Il termine DNA è l'acronimo di acido desossiribonucleico o deossiribonucleico (DeoxyriboNucleic Acid in inglese). È una sigla, dunque. Come tale, va sempre scritto in maiuscolo, esattamente come RNA, a sua volta acronimo di acido ribonucleico. Le formule che si leggono spesso sui giornali e nei sottotitoli dei telegiornali, come dna o Dna, non sono formalmente corrette dal punto di vista scientifico.
Il DNA è unico per ciascuno di noi
Come indicato, ciascuno di noi ha il proprio DNA, essendo il risultato della combinazione unica di geni che riceviamo dai nostri genitori (50 percento dal padre e 50 percento dalla madre); sebbene condividiamo praticamente la quasi totalità del nostro DNA con l'intera umanità, quelle piccole variazioni e i cambiamenti casuali nelle sequenze dei geni, che si determinano quando uovo e spermatozoo si incontrano per far sbocciare una nuova vita, sono univoci, esattamente come un'impronta digitale. Ecco perché il DNA è un elemento così importante nell'ambito delle indagini forensi. Estrapolare il DNA di una persona sul corpo di una vittima o comunque nello scenario di un crimine, può permettere di individuare un sospettato (o un colpevole) con ragionevole certezza, a maggior ragione con i più recenti metodi di sequenziamento, che stanno facendo riaprire molti cold case anche a svariati decenni di distanza. Al di là del classico esempio del delitto di Chiara Poggi a Garlasco, relativamente recente, in questi giorni è balzato agli onori della cronaca internazionale il caso di un omicidio avvenuto nel 1967 nel Regno Unito; proprio grazie al rilevamento di tracce di DNA è stato incriminato un 92enne.
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Genoma, geni e cromosomi: l'organizzazione del DNA
Ma torniamo alla nostra molecola – biblioteca. Come evidenziato dalla Cleveland Clinic, tutto il DNA di una persona viene chiamato genoma, che a sua volta è costituito da vari elementi. I cromosomi (noi ne abbiamo 46, 23 coppie) possono essere considerati i singoli manuali di istruzioni contenuti nella biblioteca; sono strutture filamentose in cui il DNA è organizzato per creare e far funzionare determinate parti del nostro organismo. All'interno dei cromosomi si trovano i geni, che sono sequenze di DNA utili a produrre le proteine e altri elementi alla base della vita. Sono un po' come i capitoli dei suddetti manuali. E poi c'è il DNA non codificante, che gioca un ruolo di supporto, per così dire.
Com'è fatta la molecola del DNA
Se ricordate dai libri di scienze a scuola o magari da film come Jurassic Park, nel quale il tema del DNA è ricorrente, questa molecola presenta una struttura di base molto riconoscibile, a doppia elica, come una sorta di scala a chiocciola. Semplificando, ai lati troviamo zuccheri (il sopracitato desossiribosio) e gruppi fosfati, che formano l'impalcatura, mentre i gradini al centro sono composti dalle basi azotate, le famose adenina (A), citosina (C), guanina (G) e timina (T). Uno zucchero, una base azotata e un gruppo fosfato compongono i nucletotidi. L'intera biblioteca di istruzioni del DNA si basa su questo specifico linguaggio legato alle basi azotate. “La sequenza delle basi lungo l'impalcatura del DNA codifica informazioni biologiche, come le istruzioni per la sintesi di una proteina o di una molecola di RNA”, chiosa il National Human Genome Research Institute.
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martedì 15 luglio 2025
Viaggio col cane FS
https://www.corriere.it/animali/cani/25_luglio_15/viaggio-col-cane-treni-alta-velocita-e-intercity-gratis-per-lui-per-il-periodo-delle-vacanze-999a5bfd-e617-4862-88f4-ce0dbeb8bxlk.shtml
Viaggio col cane, treni alta velocità e intercity gratis per lui per il periodo delle vacanze
di Corriere Animali
Fino al 15 settembre sulle Frecce ma anche sugli Intercity. Quelli di dimensioni maggiori non dovranno restare chiusi nel trasportino
Viaggio col cane, treni alta velocità e intercity gratis per lui per il periodo delle vacanze
(Getty Images)
Mentre le nuove norme sul trasporto di cani a bordo degli aerei - quelle che dopo il via libera dell'Enac danno in teoria la possibilità di fare viaggiare in cabina anche gli animali che pesano più di 8 kg - stentano ad essere recepite dalle compagnie aeree, il treno continua ad essere una valida alternativa per gli spostamenti estivi in compagnia dei propri amici animali. Anche quest'anno Trenitalia ha annunciato che i cani di qualsiasi taglia potranno viaggiare gratis, fino al 15 settembre 2025, sui convogli Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca, Intercity e Intercity Notte di Trenitalia (Gruppo Fs).
La promozione «Cani Gratis» permette di portare a bordo il proprio cane anche al di fuori dell'apposito trasportino, purché sia tenuto al guinzaglio e munito di museruola. Una volta selezionato l'itinerario, è sufficiente prenotare il biglietto per il proprio animale selezionando il servizio «Viaggia con il tuo cane» al momento dell'acquisto. L'opzione è disponibile su tutti i canali di vendita di Trenitalia.
Gli animali di piccola taglia che entrano nel trasportino di dimensioni massime 70x30x50 cm viaggiano sempre gratis, anche al di fuori del periodo vacanziero estivo. Per i treni regionali, invece, i cani di taglia grande – a eccezione di quelli da assistenza – sono ammessi a bordo se si acquista per loro il relativo biglietto, pari ad uno di seconda classe, con una tariffa ridotta del 50%.
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Anche sui treni Italo di Ntv gli animali domestici di piccole dimensioni viaggiano sempre gratis nel loro trasportino. Per i cani di dimensioni maggiori è invece possibile acquistare un biglietto speciale che darà loro diritto di salire a bordo, in aree riservate, anche senza essere rinchiusi nell'apposito contenitore. Ad attenderli troveranno sul pavimento vicino al posto del loro proprietario anche un apposito tappetino che permetterà loro di compiere il viaggio in comodità.
lunedì 14 luglio 2025
Ragno violino: che cosa fare in caso di morso, quando andare in ospedale e come capire se sia grave
Ragno violino: che cosa fare in caso di morso, quando andare in ospedale, come capire se è grave
di Silvia Turin
Il ragno violino è più presente in Italia di quanto si percepisce perché è un animale schivo e notturno. Il suo morso, però, può essere molto pericoloso ma solo in alcuni casi: ecco quali e che cosa fare
Ragno violino: che cosa fare in caso di morso, quando andare in ospedale e come capire se sia grave
(Getty Images)
Il nome scientifico è Loxosceles rufescens e viene chiamato «ragno violino» per via di una caratteristica macchia sul corpo. Tra i ragni presenti in Italia, è uno dei più velenosi.
Le ultime notizie di cronaca, come il ricovero di un uomo a Roccadaspide, la morte del 23enne di Collepasso e l’odissea di Anna, 73enne del Basso Salento ancora in ospedale dopo essere stata morsa il 22 giugno, hanno scatenato la fobia per un animale che è da tempo immemore presente nelle nostre case, ma solitamente non si fa notare e, a parte poche eccezioni, non è pericoloso per l’uomo.
I casi di infezione, seppure rari, vanno riconosciuti e trattati subito, però. A partire dal morso sulla pelle.
Cosa succede se ci morde un ragno violino?
«Il morso del ragno violino è praticamente indolore, molto simile alla puntura di una zanzara. Non sempre quando il ragno morde inietta il veleno, quindi una persona può non accorgersene. Si potrebbe formare un alone rosso intorno al morso, proprio come nel caso di altri morsi o punture».
Cosa fare in caso di morso certamente causato da un ragno violino?
«La prima cosa da fare è lavare bene, disinfettare la ferita e fare impacchi freschi, poi porre attenzione sull’evoluzione della lesione nelle ore successive. I primi sintomi cutanei in genere sono un arrossamento, prurito, a volte un formicolio; si può avere anche del gonfiore che in genere però regredisce spontaneamente dopo alcuni giorni».
Dopo quanto tempo possono sopraggiungere problemi più seri?
«Tutti i sintomi e l’aspetto della lesione possono peggiorare nelle 48-72 ore successive al morso. Si può notare necrosi della cute, avere malessere o febbre».
Come capire se bisogna andare al pronto soccorso?
«Se la lesione invece di migliorare peggiora non bisogna aspettare: aumenta il dolore, si estende l'arrossamento, comincia a comparire una zona di necrosi caratterizzata dal colorito scuro (quasi nero) al centro della lesione, magari compaiono sintomi sistemici tipo febbre e malessere generale, rash cutaneo, emorragie. In questi casi bisogna subito recarsi in ospedale».
ragno violino
ragno violino
L'etologo racconta il ritrovamento del ragno violino a Roma
Potendo scegliere, in quale tipo di struttura sanitaria sarebbe meglio andare?
«In un pronto soccorso ospedaliero dove ci sono le strutture adatte ad affrontare in modo tempestivo qualsiasi complicanza».
Perché questo ragno è così pericoloso?
«Non è tanto il ragno a essere pericoloso quanto la possibilità che, con il suo morso (come succede ad esempio con le zecche, ndr), il ragno possa veicolare germi all'interno dell'organismo che possono svilupparsi e portare a un coinvolgimento multiorgano. Si può arrivare a un’infezione resistente agli antibiotici che può provocare anche una setticemia. Poi tutto dipende da come reagisce l’organismo».
Come viene curata l’infezione?
«Con antibiotici specifici: in genere quando il paziente arriva in ospedale con sintomi generalizzati si fanno le emocolture, cioè si ricerca il germe che si diffonde tramite il sangue per poter fare una terapia mirata; nel frattempo si somministrano al paziente antibiotici a largo spettro, al fine di tenere sotto controllo l’infezione».
Da cosa dipende l’esito delle cure?
«La prognosi dipende dalla risposta dell’organismo, dall’aggressività del patogeno che determina l’infezione e dalla tempestività della terapia adeguata».
Quanto sono frequenti le complicazioni gravi?
«Il coinvolgimento generale è un’evenienza rara, tant’è che fa notizia quando succede. Questo ragno c'è sempre stato in Italia, tutto sommato non è aggressivo: attacca solo se si sente in pericolo. È un animale notturno per cui, in genere, l'incontro con il ragno violino è il più delle volte accidentale».
Come prevenire i morsi?
«La prevenzione sarebbe quella di indossare indumenti protettivi (soprattutto per piedi e mani) se si lavora in ambienti in cui ci potrebbe essere il ragno: solai, scantinati, bagni, giardini in estate, in casa mobili, battiscopa, l’interno di guanti, scarpe e soprattutto tra la biancheria».
domenica 13 luglio 2025
Calcolata l'età biologica degli organi con un'analisi del sangue
https://www.ansa.it/canale_scienza/notizie/biotech/2025/07/13/calcolata-leta-biologica-degli-organi-con-unanalisi-del-sangue_a073f25c-35b5-4c3e-bc71-6ef18fea232c.html
Biotech
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Calcolata l'età biologica degli organi con un'analisi del sangue
Indica il rischio che possano ammalarsi in 10 anni
13 luglio 2025, 10:49
di Benedetta Bianco
Con unanalisi del sangue è possibile calcolare l 'età biologica degli organi (fonte: freepik) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Con unanalisi del sangue è possibile calcolare l 'età biologica degli organi (fonte: freepik) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Dopo il selfie capace di rivelare l'età biologica di una persona con l'aiuto dell'Intelligenza artificiale, un'analisi del sangue: ora permette di analizzare la firma lasciata dalle proteine e di risalire in questo modo all'età biologica di 11 organi, fra i quali cervello cuore e fegato e da lì prevedere il rischio si ammalino nei 10 anni successivi.
È il risultato dello studio della statunitense Stanford Medicine, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, che indica nuovi modi per capire l'efficacia delle terapie volte a rallentare l'invecchiamento e apre alla possibilità di intervenire prima che le malattie si presentino.
I ricercatori coordinati da Tony Wyss-Coray hanno selezionato in maniera casuale quasi 45mila persone di età compresa fra 40 e 70 anni, i cui dati sono immagazzinati nella vasta Uk Biobank e li hanno monitorati per 17 anni. Nel sangue di ognuno hanno poi analizzato circa 3mila proteine, alcune delle quali possono essere ricondotte a singoli organi. Infine, i dati sono stati elaborati da un algoritmo che ha valutato la firma proteica di ciascun individuo e ha calcolato l'età biologica degli organi.
Un terzo dei partecipanti ha almeno un organo la cui età si discosta in maniera significativa da quella anagrafica, e organi più vecchi risultano strettamente associati al rischio di sviluppare disturbi correlati.
Il cervello, in particolare, si è rivelato essere il custode della longevità: le persone con un cervello biologicamente vecchio hanno una probabilità 12 volte maggiore di ricevere una diagnosi di Alzheimer nel giro di 10 anni rispetto ad una persona della stessa età con un cervello più giovane, ma non solo. L'età cerebrale è anche il miglior indicatore del rischio di mortalità in generale: avere un cervello molto vecchio aumenta il rischio di morte del 182% nei 15 anni successivi, mentre un cervello giovane lo riduce del 40%.
mercoledì 9 luglio 2025
Come funziona la legge sul suicidio assistito in Toscana
Italia
Martedì 11 febbraio 2025
Come funziona la legge sul suicidio assistito in Toscana
È la prima in Italia di questo tipo e prevede che una persona con tutti i requisiti possa accedere al trattamento in meno di due mesi
La Toscana è diventata la prima regione italiana a dotarsi di una legge per regolamentare il suicidio assistito, o morte assistita, la pratica con cui a determinate condizioni ci si autosomministra un farmaco per morire. In Italia è già legale dal 2019, quando una sentenza della Corte costituzionale dichiarò illegittimo il divieto fino ad allora in vigore, ma nonostante i ripetuti inviti della Corte il parlamento nazionale non è mai andato vicino ad approvare una legge per definire modi e tempi di accesso al suicidio assistito.
La legge appena approvata in Toscana fa proprio questo: è composta da sei articoli, ognuno dei quali definisce in maniera chiara ruoli, procedure e tempi per l’accesso alla morte assistita all’interno della regione.
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Il testo si basa in gran parte sulla proposta di iniziativa popolare “Liberi Subito”, elaborata dall’associazione Luca Coscioni, che da anni si occupa di diritti civili e libertà di ricerca scientifica. La stessa proposta di legge è stata presentata anche in altre regioni, proprio nel tentativo di colmare il vuoto normativo nazionale: in Veneto non era stata approvata e in Lombardia era stata affossata ancora prima di essere discussa, mentre in varie altre verrà discussa nei prossimi mesi.
Anzitutto la legge definisce i requisiti con cui si può accedere alla pratica, che sono gli stessi previsti dalla sentenza della Corte costituzionale del 2019: la persona che lo chiede deve essere in grado di prendere decisioni libere e consapevoli, avere una patologia irreversibile, sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili, deve aver formulato il proprio desiderio di morire in modo «libero e autonomo, chiaro e univoco» e, infine, deve essere tenuta in vita da «trattamenti di sostegno vitale». Questi requisiti devono sussistere tutti insieme. Il paziente dovrà inoltre aver rifiutato qualsiasi soluzione terapeutica praticabile, compresa la sedazione profonda e continuativa, cioè l’induzione in uno stato di incoscienza fino al momento della morte.
Il requisito del «trattamento di sostegno vitale» è vago e al centro di dibattiti per via dei vari modi in cui può essere interpretato: un recente chiarimento è stato dato sempre dalla Corte costituzionale, con una sentenza dello scorso luglio a cui la proposta di legge approvata in Toscana fa riferimento. In quella sentenza i giudici avevano scritto che «trattamento di sostegno vitale» può essere un respiratore meccanico, ma anche terapie farmacologiche o trattamenti in assenza dei quali il paziente morirebbe. Il modo in cui il requisito del «trattamento di sostegno vitale» verrà interpretato in Toscana dipenderà comunque dai singoli casi: la stessa Corte costituzionale aveva detto che il requisito deve essere interpretato caso per caso dalle aziende sanitarie locali che se ne occupano, o da giudici se ci sono controversie legali, rispettando il diritto all’autodeterminazione.
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