L'annuncio
di Giorgia Meloni, candidata a Sindaco di Roma, di intitolare una via di Roma a Giorgio Almirante se sarà eletta mi ha spinto a esprimermi
sull'argomento.
Non
so se esista lo spin doctor della Meloni, ma se esistesse sarebbe
decisamente un elemento incapace d'interpretare i desiderata degli
italiani, e dei romani in questo caso. E le ripercussioni ci saranno,
eccome.
Chi
sia stato Almirante è nella memoria di molti, ma ciò che ne deve
impedire il suo ingresso nella toponomastica delle nostre città è
la sua convinta partecipazione al fascismo e la sua difesa della
razza che ha contribuito in qualche modo alla persecuzione e
successivo sterminio degli ebrei italiani. Non basta la sua
partecipazione alla vita democratica della Repubblica per togliere
questa macchia indelebile
dal suo
curriculum vitae.
Detto
questo vorrei soffermarmi anche sul dovere di
togliere dalla toponomastica di alcune città italiane il nome di
Palmiro Togliatti, leader comunista osannato come Il Migliore dai
suoi compagni.
Questa
mia riflessione nasce dalla constatazione che il cosiddetto migliore
è stato uno dei complici di Stalin nella soppressione di ventimila
(più o meno) nostri connazionali, e suoi compagni, che si erano
rifugiati in URSS per sfuggire al fascismo italiano. Stalin li ha
deportati nei Gulag in Siberia dove hanno trovato un vero inferno che
ritengo non sia stato diverso dai campi di concentramento nazisti. Si
può dire che i nazisti avevano anche i campi di sterminio, ma ciò
non diminuisce la gravità dei crimini staliniani e conseguentemente
di Ercoli (lo pseudonimo di Togliatti) che era il suo numero due nel
Comintern.
Ebbene, si abbia il coraggio invece di intitolare una Piazza o una Via
importante di Roma a Marco Pannella i cui meriti e il suo contributo
alla crescita della democrazia italiana sono indiscussi e di cui non
serve parlarne ora perché li conosciamo tutti.
Ennio
Di Benedetto
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