Ennio Di Benedetto
mercoledì 25 dicembre 2024
Ritorniamo all’Essenziale. Gli effetti del minimalismo sulla salute
Ritorniamo all’Essenziale. Gli effetti del minimalismo sulla salute
di Daniel Lumera
Il non accumulo rappresenta un viaggio verso un maggiore benessere e una vita più significativa e soddisfacente, a beneficio della collettività e dell’intero pianeta
Chi abbraccia lo stile di vita minimalista (ne ho parlato qui) tende a minimizzare l’acquisto e il consumo di beni materiali e opta per comportamenti pro-ecologici. Le ricerche mostrano svariati benefici di questo approccio. Una in particolare, pubblicata nel 2020 sull’International Journal of Applied Positive Psychology, ha esplorato l'impatto del minimalismo sulla felicità, sulla soddisfazione e sulle relazioni interpersonali, individuando cinque aspetti.
Il primo è l’autonomia: è emersa la sensazione di libertà e liberazione derivante dalla scelta di uno stile di vita minimalista. I partecipanti allo studio hanno descritto come in precedenza si sentissero “intrappolati” e “oppressi” dai loro beni e dalle aspettative della società, mentre grazie a questa inversione di stile hanno sviluppato un senso di profonda autonomia, significato e autenticità nella loro vita.
Il secondo è il senso di competenza: prima di abbracciare il minimalismo, i partecipanti si sentivano spesso sopraffatti dal caos. Con un minor numero di oggetti e di pensieri, invece, hanno sperimentato una riduzione dell'ansia e dello stress con un conseguente aumento di senso di padronanza e competenza nelle attività e nelle responsabilità quotidiane. Inoltre, hanno trovato più facile gestire l'ambiente circostante e, di conseguenza, la loro vita.
Il terzo è lo spazio mentale: i partecipanti hanno attribuito al minimalismo la creazione di “spazio mentale”, che porta a una mente più chiara e concentrata. La riduzione del disordine fisico esterno ha portato a ridurre il caos interno, permettendo di risparmiare energia mentale e godere di un senso duraturo di leggerezza e chiarezza. A riprova che l'ambiente circostante può avere un impatto diretto sul nostro stato mentale, oltre che viceversa.
Il quarto è la consapevolezza: l’adozione di uno stile di vita essenziale ha aumentato la consapevolezza dei partecipanti sui propri valori, su ciò che conta veramente nella vita e sul cosiddetto savoring, ovvero la capacità di apprezzare e assaporare ogni istante, percependo una maggiore gratitudine per la vita stessa.
Il quinto è la sperimentazione di più emozioni positive: la combinazione dei quattro precedenti benefici - autonomia, competenza, spazio mentale e consapevolezza - ha portato in modo naturale a un aumento delle emozioni positive. I partecipanti hanno riferito di aver provato gioia, tranquillità e un senso generale e più profondo di benessere. Il passaggio a uno stile di vita più essenziale ha fatto da catalizzatore per queste emozioni, diminuendo stati di depressione, stress e ansia che spesso accompagnano l’adesione inconsapevole ai meccanismi di una società fortemente consumistica. In sintesi, i partecipanti allo studio hanno definito il minimalismo come “un modo per diventare più consapevoli dei propri valori e allineare le proprie azioni di conseguenza, in un approccio alla vita autentico e sostenibile” e, come suggerisce un altro studio, “di praticare la generosità su larga scala, sostituendo i propri ‘voglio’ con l’attenzione ai bisogni della collettività”.
Gli effetti del minimalismo
I risultati dell’adozione di questo approccio sono multidisciplinari, dalla psicologia positiva all'educazione, al business, al marketing, all'economia, all’ecologia. Possono, dunque, influenzare le politiche e la sostenibilità dell’intero pianeta.
Sappiamo, infatti, che il consumo di materie prime e beni, così come lo smaltimento dei prodotti, sempre più accelerato dalla loro obsolescenza e dal desiderio di stare al passo con le ultime tendenze, impattano sui cambiamenti climatici. È davvero ampia la letteratura sugli effetti diretti del materialismo sull'ambiente. Alcuni dati: il 45% delle emissioni del commercio elettronico deriva dall'imballaggio delle spedizioni; i resi rappresentano il 25% delle emissioni dell'e-commerce; la U.S. Environmental Protection Agency afferma che nel 2018 gli americani hanno generato 292,4 milioni di tonnellate di rifiuti, 237 milioni in più rispetto al 2017.
Tuttavia, sempre più consumatori mostrano un interesse crescente per l'ambiente: il 78% dichiara l'importanza della sostenibilità dei propri acquisti. Chi adotta comportamenti minimalisti riduce la propria impronta di carbonio del 23%. Anche i membri di cooperative alimentari ed ecovillaggi hanno un impatto ambientale inferiore del 16%, soprattutto per quanto riguarda l'abbigliamento e il cibo. La riduzione dei consumi superflui protegge le risorse ambientali e, grazie a un approccio minimalista, il mercato e il sistema economico possono evolvere in qualcosa di più sostenibile e rispettoso dell'ambiente.
Il non accumulo rappresenta, quindi, un viaggio trasformativo verso un maggiore benessere e una vita più significativa e soddisfacente, a beneficio di tutta la collettività e dell’intero pianeta.
«Momento tragico. La gente non ascolta più le parole del Vangelo»
Il filosofo Massimo Cacciari e il Giubileo: «Momento tragico. La gente non ascolta più le parole del Vangelo»
di Gian Guido Vecchi
«Il problema - dice Cacciari - sta nella scristianizzazione. Pensiamo al modo in cui sono state affrontate le ultime guerre, ai naufraghi lasciati affogare... Scristianizzazione anche nel centro sacrale della cristianità. Che senso ha parlare di periferie se viene meno il centro?»
Che senso ha il Giubileo oggi, professore?
«Non certo quello di giubilare. L’etimo è inventato ma bello, il Giubileo è una bella notizia che dovrebbe far gridare di gioia, il momento della conversione che produce risultati concreti come la remissione dei debiti. E invece...». Il filosofo Massimo Cacciari non ha grandi aspettative: «Vede, le figure degli ultimi pontefici sono tragiche. Hanno cercato di restituire al Giubileo il suo significato perché conoscevano la situazione».
E qual è, la situazione?
«Il problema non è la secolarizzazione, come si sostiene. Si potrebbe anzi affermare che inizia con il cristianesimo: è il cristianesimo stesso a dire che dobbiamo vivere nel secolo, cos’è l’incarnazione se no? Gesù passa attraverso il laós, il popolo, è laico. Parlare di secolarizzazione non dice la tragedia».
E la tragedia dove sta?
«Nella scristianizzazione. Nel fatto che non si ascoltano più le parole di Gesù. Puoi benissimo non credere in Dio, non credere che Gesù sia il Lógos che sta presso Dio eccetera, ma le sue sono parole di una figura storica, pronunciate e trasmesse. Qui non c’entra la “morte di Dio” alla Nietzsche. Sono le parole del Vangelo, le Beatitudini, il Samaritano, che oggi tacciono».
Come tacciono?
«Pensi al modo in cui sono state affrontate le ultime guerre, ai naufraghi lasciati affogare. È evidente che le parole del Vangelo non hanno contato nulla. Non che abbiano mai agito profondamente, già Kierkegaard parlava di duemila anni di scandalo. E tuttavia vi era una disponibilità all’ascolto in vastissimi strati della società e della politica. Malgrado non si siano mai davvero incarnate, se non in figure straordinarie come Francesco d’Assisi, almeno chiamavano. Potevo non sentire la forza di seguirle, ma chiamavano».
E ora?
«Non chiamano più questa società. Se uno giace come morto per strada devi soccorrerlo, se ha fame dargli da mangiare, se è nudo vestirlo. Fine. Se non lo fai, senti di essere venuto meno a una voce che ti chiamava a farlo. Ora non c’è neanche questo. Ci saranno ancora cristiani, resti d’Israele, in qualche monastero o sotto casa mia, ma sono persone, non costituiscono più la nervatura di una comunità. Quelle parole non parlano più in alcun modo nella azione politica, in coloro che formano l’opinione pubblica. La politica fa esattamente l’opposto e non se ne vergogna neanche più. Questo è il salto».
Francesco aprirà una porta santa in carcere come un richiamo al Vangelo...
«È un grande gesto, come lo è stato non andare a quella cerimonia blasfema a Notre-Dame, tra quei potenti. Ma cosa fate lì, precipitatevi a salvare vite umane in Ucraina o a Gaza, piuttosto».
Resta la tragicità della situazione.
«Sì. È tragica la figura di Wojtyla che lotta tutta la vita contro l’ateismo comunista e scopre infine che il pericolo viene dal consumismo. È tragico Ratzinger, grande teologo e grande europeo, che vede la scristianizzazione nel centro sacrale della cristianità, Roma, l’Europa, e si dimette perché non dilaghi nella stessa Chiesa. Ed è tragico Francesco che la dà per scontata e parla di periferie: d’accordo, ma come si fa? Che senso ha parlare di periferie se viene meno il centro?».
domenica 8 dicembre 2024
Cardioaspirina, cos'è e quando bisogna assumerla
Farmaci e terapie
Cardioaspirina, cos'è e quando bisogna assumerla
Si tratta di uno dei farmaci più utilizzati, ma quanto ne sappiamo? Ecco in quali circostanze è opportuno assumerla e quali sono gli effetti collaterali
Federico Garau 7 Dicembre 2024 - 19:02
Largamente impiegata in ambito medico, la cardioaspirina è uno dei farmaci più conosciuti e utilizzati. Contiene acido acetilsalicilico, proprio come l'aspirina, e viene prescritta nella terapia preventiva finalizzata a evitare eventi trombotici potenzialmente letali come infarto e ictus. I medici la prescrivono in bassi dosaggi - tra 75 e 160 mg - in modo tale che non comprometta l'organismo ma, allo stesso tempo, possa ridurre la possibilità che le piastrine, aggregandosi, possano formare pericolosi trombi.
L'azione della cardioaspirina
La cardioaspirina ha la capacità di inibire la cicloossigenasi, un enzima presente nelle piastrine che permette a queste di aggregarsi mediante l'effetto di trombossano A2, formando dei coaguli potenzialmente pericolosi. Non solo. Questo farmaco dispone anche di un rivestimento gastroprotettivo, che impedisce lo scioglimento nello stomaco, che impedisce l'irritazione della mucosa gastrica, riducendo il rischio di ulcere e sanguinamenti dello stomaco. Rischio che, comunque, deve essere preso in considerazione.
Ovviamente sono stati comunque individuati e segnalati alcuni effetti collaterali, che vanno dal più semplice bruciore di stomaco fino a nausea, vomito e dissenteria.
"Lo scopo di questa formulazione è ridurre la capacità delle piastrine di aggregarsi e formare trombi, che possono poi ostruire i vasi sanguigni e aumentare il rischio di infarto del miocardio e ictus cerebrale", ha spiegato a StarBene.it Valentina Mantovani, medico cardiologo del Centro Medico Visconti di Modrone a Milano. "Questo farmaco è prezioso in prevenzione secondaria nelle persone che hanno già avuto una malattia cardiovascolare: nello specifico, parliamo di pazienti con pregresso infarto miocardico, con pregresso ictus o attacco ischemico transitorio oppure con un'arteriopatia periferica di qualche tipo, per esempio a carico delle gambe o delle carotidi", ha aggiunto.
Come assumere il farmaco
La cardioaspirina va assolutamente assunta con la prescrizione del medico, e si deve essere debitamente monitorati, perché permane sempre il rischio di incorrere in fenomeni di sanguinamento spontaneo. La dottoressa Mantovani consiglia di assumerla sempre a stomaco pieno, dopo il pasto principale. Bisogna inoltre fare attenzione alle possibili interazioni con altri medicinali, come gli anticoagulanti, gli antinfiammatori non steroidei e certi antidepressivi.
Altri impieghi della cardioaspirina
Questo medicinale si sta rivelando utile anche per quanto riguarda la prevenzione del tumore del colon-retto.
Lo studio è stato realizzato da un gruppo di ricercatori del Massachusetts General Hospital e dell'università di Harvard, che hanno monitorato un gruppo di 95mila soggetti per un periodo di tempo di 35 anni.
L'acido acetilsalicilico presente nel farmaco, inoltre, favorisce una più efficace risposta delle cellule immunitarie, come riscontrato dai ricercatori dell'università di Padova.
martedì 22 ottobre 2024
Come fa il cervello ad elaborare informazioni che ci aiutano a modificare le nostre azioni, in base al contesto?
di Ruggiero Corcella
Uno studio coordinato dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa investiga i meccanismi alla base della codifica delle informazioni contestuali nell’ippocampo, una regione del cervello fondamentale per l’orientamento spaziale e per la formazione di nuove memorie
Come vengono elaborate le informazioni contestuali dal cervello? Uno studio coordinato da Eleonora Russo ricercatrice dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa investiga i meccanismi alla base della codifica delle informazioni contestuali nell’ippocampo, una regione del cervello fondamentale per l’orientamento spaziale e per la formazione di nuove memorie.
Pubblicato su Nature Communications e realizzato in collaborazione con l’Università di Bristol e il Central Institute of Mental Health di Mannheim, lo studio «costituisce un passo avanti nel comprendere come il nostro cervello integri informazioni contestuali, permettendoci di adottare comportamenti differenti in base al contesto e di formare memorie distinte per ciascun episodio» dichiara la dottoressa Russo.
L’ippocampo, il nostro GPS interno
Ci sono luoghi fisici che nel corso del tempo ci hanno visto protagonisti di azioni diverse, in contesti diversi. Prendiamo come esempio una piazza: possiamo esserci stati a un concerto o una manifestazione ma anche, in un altro momento, per prendere un caffè con gli amici. Per capire come il cervello distingua questi eventi, Russo e colleghi hanno studiato l’ippocampo, una regione del lobo temporale del cervello, nodo di integrazione di informazioni multisensoriali.
L’ippocampo funziona come una sorta di GPS, fornendoci costantemente informazioni sulla nostra posizione nello spazio. Oltre a codificare informazioni spaziali, l’ippocampo riceve anche informazioni provenienti da vari domini sensoriali – come la vista, l’udito, l’olfatto – che vengono qui integrate per formare memorie complesse e sfaccettate. In questo modo l’ippocampo crea delle mappe personalizzate dell'ambiente, arricchite dai vari elementi sensoriali e contestuali associati alle nostre esperienze fatte in quei luoghi.
Le sequenze theta
Una delle modalità di comunicazione dell’ippocampo con il resto del cervello avviene attraverso le sequenze theta, pacchetti di attività in cui i neuroni si attivano in successione ordinata e rapida. Le sequenze theta comprimono le informazioni spaziali e contestuali in pochi millisecondi. Proprio questa compressione temporale è stata dimostrata essere fondamentale per il consolidamento delle esperienze, durante il sonno, in memorie a lungo termine.
Le novità rispetto agli studi precedenti
«Negli ultimi anni è stato osservato come le sequenze theta dell'ippocampo codifichino non solo informazioni spaziali, ma anche informazioni relative alle intenzioni che abbiamo quando attraversiamo questi luoghi - spiega la dottoressa Russo -. La produzione di queste sequenze è legata alla capacità dei neuroni dell'ippocampo di attivarsi in fasi specifiche delle oscillazioni theta. In questo studio, mostriamo come questa capacità di modulazione di fase di attivazione sia molto più ampia di quanto non si pensasse in precedenza e come uno stesso neurone possa attivarsi in fasi diverse del ciclo theta a seconda della nostra posizione nello spazio e/o del contesto specifico in cui ci troviamo».
Che aggiunge: «Nello studio proponiamo un possibile meccanismo che spieghi come i neuroni ippocampali possano ottenere questa modulazione di fase e, attraverso un modello matematico di dinamica neuronale, testiamo l'ipotesi formulata, riscontrando che il nostro modello formulato genera pattern di attività simili a quelli osservati sperimentalmente. Il meccanismo identificato, spiega dunque i dati sperimentali osservati ma anche altre osservazioni fatte da altri ricercatori nello stesso ambito. Ad esempio, spiega come si possano formare in modo flessibile e veloce sequenze theta che riflettano i nostri obiettivi quando navighiamo nello spazio».
Lo studio condotto da Eleonora Russo in collaborazione con Matt Jones, professore in Neuroscienze presso l’Università di Bristol, e Daniel Durstewitz, professore in Neuroscienze presso il Central Institute of Mental Health in Mannheim e l’Università di Heidelberg, ha combinato nuovi dati sperimentali con modelli matematici per mostrare come i neuroni dell’ippocampo possano flessibilmente modificare l’ordine della loro attivazione all’interno delle sequenze theta in funzione delle informazioni contestuali che elaborano. «Questa osservazione, non solo ci aiuta a capire meglio come le informazioni contestuali possano essere usate per guidare il nostro comportamento, ma ci suggerisce delle potenziali strategie utilizzate dal nostro cervello per immagazzinare memorie episodiche» conclude la dottoressa Russo.
lunedì 9 settembre 2024
FONTI PPE, 'MARIO DRAGHI HA RITIRATO FUORI IL BAZOOKA'
FONTI PPE, 'MARIO DRAGHI HA RITIRATO FUORI IL BAZOOKA'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "Mario Draghi ha ritirato fuori il bazooka". E' quanto commentano a caldo fonti del Ppe commentando la presenza di un capitolo sul debito comune nel Rapporto sulla competitività redatto dall'ex presidente della Bce presentato oggi a Bruxelles.
DRAGHI, 'CAMBIO RADICALE PERCHÉ L'UE CONTINUI A ESISTERE' - 'LA SFIDA DELLA PRODUTTIVITÀ PER GARANTIRE I SUOI VALORI CHIAVE'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "I valori fondamentali dell'Europa sono prosperità, equità, libertà, pace e democrazia in un ambiente sostenibile. L'Ue esiste per garantire che gli europei possano sempre beneficiare di questi diritti fondamentali. Se l'Europa non sarà più in grado di garantirli avrà perso la sua ragione d'essere.
L'unico modo per affrontare questa sfida è crescere e diventare più produttivi, preservando i nostri valori di equità e inclusione sociale. L'unico modo per diventare più produttiva è che l'Europa cambi radicalmente". Lo scrive Mario Draghi nell'introduzione al suo Rapporto. La produttività, sottolinea, "è una sfida esistenziale per l'Ue'.
"L'Europa manca di concentrazione. Articoliamo obiettivi comuni, ma non li sosteniamo fissando priorità chiare e non li sosteniamo con azioni politiche congiunte. Per esempio, sosteniamo di favorire l'innovazione, ma continuiamo ad aggiungere oneri normativi alle imprese europee, che sono particolarmente costosi per le pmi. Più della metà delle pmi europee indica gli ostacoli normativi e gli oneri amministrativi come la loro più grande sfida", scrive ancora Draghi. "L'Europa sta sprecando le sue risorse comuni.
Abbiamo una grande capacità di spesa collettiva, ma lo diluiamo in molteplici strumenti nazionali e comunitari. Ad esempio, non stiamo ancora unendo le forze nell'industria della difesa per aiutare le nostre aziende a integrarsi e a raggiungere la scala. Gli acquisti collaborativi europei hanno rappresentato meno di un meno di un quinto della spesa per l'acquisto di attrezzature per la difesa nel 2022. Inoltre, non favoriamo le imprese europee della difesa competitive. Tra la metà del 2022 e la metà del 2023, il 78% della spesa totale per gli acquisti è andato a fornitori extra-UE, di cui il 63% agli Stati Uniti", spiega l'ex presidente della Bce.
DRAGHI, 'NUOVO DEBITO COMUNE UE SUL MODELLO RECOVERY' - 'PER FINANZIARE INVESTIMENTI SU COMPETITIVITÀ E SICUREZZA'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "Se le condizioni politiche e istituzionali sono presenti, l'Ue dovrebbe continuare - basandosi sul modello del NextGenerationEu - a emettere strumenti di debito comune, che verrebbero utilizzati per finanziare progetti di investimento congiunti volti ad aumentare la competitività e la sicurezza" europea. Lo si legge nel report sulla competitività di Mario Draghi.
DRAGHI, IN UE SERVONO INVESTIMENTI DOPPI AL PIANO MARSHALL - IL FABBISOGNO È AL 4,4-4,7% DEL PIL, NEL 1948 FU PARI ALL'1-2%
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "Il fabbisogno finanziario necessario all'Ue per raggiungere i suoi obiettivi è enorme" e per raggiungere gli obiettivi indicati nel rapporto Draghi "sono necessari almeno 750-800 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi annui, secondo le ultime stime della Commissione, pari al 4,4-4,7% del Pil dell'Ue nel 2023". Lo si legge nel rapporto sulla competitività presentato da Mario Draghi. "Per fare un paragone, gli investimenti del Piano Marshall nel periodo 1948-51 equivalevano all'1-2% del Pil dell'Ue", si legge ancora.
"Per ottenere questo aumento sarebbe necessario che la quota di investimenti dell'Ue passasse dall'attuale 22% circa del Pil al 27% circa, invertendo un declino pluridecennale nella maggior parte delle grandi economie dell'Ue. Tuttavia, gli investimenti produttivi nell'Ue non sono all'altezza di questa sfida", si legge ancora. "L'Ue può soddisfare queste esigenze di investimento senza sovraccaricare le risorse dell'economia europea, ma il settore privato avrà bisogno del sostegno pubblico per finanziare il piano.
La Commissione Europea e il Dipartimento di ricerca del Fmi hanno simulato scenari di una spinta sostenuta agli investimenti dell'Ue pari a circa il 5% del Pil, utilizzando i loro modelli multi-paese. I risultati suggeriscono che investimenti di questa portata aumenterebbero la produzione di circa il 6% in 15 anni. Poiché l'adeguamento dell'offerta è più graduale di quello della domanda, in quanto l'accumulo di capitale aggiuntivo richiede tempo, la fase di transizione implica alcune pressioni inflazionistiche, che però si dissipano nel tempo".
"Lo stimolo richiesto agli investimenti privati avrà un certo impatto sulle finanze pubbliche, ma gli aumenti di produttività possono ridurre i costi fiscali. Se la spesa pubblica legata agli investimenti non è compensata da risparmi di bilancio altrove, i saldi di bilancio primari potrebbero temporaneamente deteriorarsi prima che il piano di investimenti eserciti pienamente il suo impatto positivo sulla produzione. Tuttavia, se la strategia e le riforme delineate in questo rapporto vengono attuate in parallelo, la spinta agli investimenti dovrebbe essere accompagnata da un significativo aumento della produttività totale dei fattori dell'Ue", nota Draghi.
DRAGHI, 'DECISIONI UE SIANO PIÙ A MAGGIORANZA QUALIFICATA' - 'IL VOTO ALL'UNANIMITÀ IN CONSIGLIO È UN OSTACOLO'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "Finora, molti sforzi per approfondire l'integrazione europea tra gli Stati membri sono stati ostacolati dal voto all'unanimità. Dovrebbero quindi essere sfruttate tutte le possibilità offerte dai Trattati Ue per estendere il voto a maggioranza qualificata". Si legge nel rapporto sulla competitività di Mario Draghi. Il voto a maggioranza qualificata dovrebbe essere "esteso a più aree", sottolinea l'ex premier, auspicando anche - nei casi di stallo - il ricorso alla "cooperazione rafforzata".
"La cosiddetta clausola 'passerella' dovrebbe essere utilizzata per generalizzare il voto a maggioranza qualificata in tutte le aree politiche del Consiglio. Questo passo richiederebbe un accordo preliminare, soggetto all'unanimità a livello del Consiglio europeo, e avrebbe un impatto positivo sul ritmo con cui vengono adottate le principali iniziative legislative dell'Ue", si legge ancora nel report. Quando l'azione è ostacolata dalle procedure esistenti, "l'opzione migliore è che gruppi di Stati membri con vedute affini ricorrano alla cooperazione rafforzata", indica Draghi.
RAPPORTO DRAGHI, SERVE PIÙ UE SULLA RICERCA PER LA DIFESA ++ 'NESSUN PAESE PUÒ FINANZIARE DA SOLO LE CAPACITÀ NECESSARIE'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - Il rapporto Draghi raccomanda di "aumentare i finanziamenti europei" per la Ricerca e Sviluppo (R&S) nel campo della difesa e di concentrarli su "iniziative comuni". Questo approccio potrebbe essere sviluppato attraverso "nuovi programmi a duplice uso e una proposta di progetti europei di difesa di interesse comune" per organizzare la necessaria cooperazione industriale. "Nessuno Stato membro può finanziare, sviluppare, produrre e sostenere efficacemente tutte le capacità e le infrastrutture necessarie per mantenere la leadership" nelle tecnologie più avanzate di oggi.
"Attualmente l'Ue - nota il rapporto - investe circa 1 miliardo di euro all'anno in R&S per la difesa, mentre la maggior parte degli investimenti avviene a livello di Stati membri. Tuttavia, diversi segmenti nuovi o tecnicamente complessi - come i droni, i missili ipersonici, le armi a energia diretta, l'intelligenza artificiale della difesa e la guerra nei fondali marini e nello spazio - richiedono un coordinamento paneuropeo". "Oltre all'urgente necessità di aumentare gli investimenti complessivi nel settore della difesa, è assolutamente necessario rafforzare la cooperazione e la condivisione delle risorse per la R&S nel settore della difesa a livello dell'Ue.
Il settore della difesa deve far fronte a un massiccio fabbisogno di investimenti. Mentre il settore della difesa nel suo complesso beneficerà di misure volte ad approfondire i mercati dei capitali dell'Ue, le Pmi innovative del settore avranno bisogno di ulteriore sostegno. Le misure pertinenti potrebbero includere la modifica delle politiche di prestito del Gruppo Bei per escludere gli investimenti nel settore della difesa e il chiarimento dei quadri ambientali, sociali e di governance dell'Ue sul finanziamento dei prodotti della difesa. La R&S nel settore della difesa, tuttavia, è una categoria di spesa speciale che richiede un approccio unico".
Draghi, 'i Paesi si impegnino su percorsi di debito sostenibili' 'Nuovo debito comune richiederebbe garanzie'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "L'emissione di asset" comuni "su base più sistematica richiederebbe un insieme più forte di regole di bilancio che garantiscano che un aumento del debito comune sia accompagnato da un percorso più sostenibile del debito nazionale". Si legge nel rapporto sulla competitività di Mario Draghi. "L'emissione di asset sicuri comuni per finanziare progetti di investimento congiunti potrebbe seguire modelli esistenti, ma dovrebbe essere accompagnata da tutte le garanzie che un passo così fondamentale comporterebbe", avverte l'ex premier.
Draghi, 'mai come ora ragioni convincenti per l'unità dell'Ue' 'Rimuovere ostacoli alla cooperazione, armonizzare politiche'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "Dobbiamo assumere un nuovo atteggiamento nei confronti della cooperazione: rimuovere gli ostacoli, armonizzare regole e leggi e coordinare le politiche. Esistono diverse costellazioni nelle quali possiamo avanzare. Ma ciò che non possiamo fare è non avanzare affatto. La nostra fiducia nel fatto che riusciremo ad andare avanti deve essere forte.
Mai in passato la scala dei nostri Paesi è apparsa così piccola e inadeguata rispetto alla dimensione delle sfide". Lo scrive Mario Draghi nell'introduzione al suo Rapporto. "E' da molto tempo che l'autoconservazione è una preoccupazione così comune. Le ragioni per una risposta unitaria non sono mai state così convincenti e nella nostra unità troveremo la forza di riformare la forza di riformare", aggiunge Draghi.
Rapporto Draghi, Ue abbia sua politica economica estera 'Serve una piattaforma Ue per le materie prime critiche'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "Per ridurre le sue vulnerabilità, l'Ue deve sviluppare una vera e propria 'politica economica estera' basata sulla sicurezza delle risorse critiche. A breve termine, l'Ue deve attuare rapidamente la legge sulle materie prime critiche". Lo si legge nel rapporto Draghi.
Il rapporto raccomanda poi d'integrare questa legge "con una strategia globale che copra tutte le fasi della catena di approvvigionamento dei minerali critici, dall'estrazione alla lavorazione al riciclaggio". Per rafforzare la posizione dell'Europa nella fase di approvvigionamento, si propone di creare "una piattaforma europea dedicata alle materie prime critiche".
MARIO DRAGHI OLAF SCHOLZ URSULA VON DER LEYEN METTE FREDERIKSEN
MARIO DRAGHI OLAF SCHOLZ URSULA VON DER LEYEN METTE FREDERIKSEN
"La piattaforma sfrutterebbe il potere di mercato dell'Europa aggregando la domanda per l'acquisto congiunto di materiali critici (secondo il modello utilizzato in Corea del Sud e Giappone) e coordinando la negoziazione di acquisti congiunti con i Paesi produttori", si legge ancora nel rapporto di Mario Draghi sulla competitività europea. "Contribuirebbe inoltre a ridurre i 'costi assicurativi' per gli Stati membri gestendo le future scorte strategiche a livello di Ue, andando oltre la richiesta di scorte nazionali".
Rapporto Draghi, 'riformare e semplificare il bilancio Ue' 'Istituire pilastro sulla competitività, serve più flessibilità'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "Il bilancio dell'Ue dovrebbe essere riformato per aumentarne l'efficacia e l'efficienza, oltre a essere meglio sfruttato per sostenere gli investimenti privati", istituendo "un 'pilastro della competitività". Lo si legge nel report sulla competitività di Mario Draghi, in cui viene specificato che "le risorse finanziarie dell'Ue dovrebbero essere rifocalizzate su progetti strategici e obiettivi concordati congiuntamente, in cui l'Ue apporta il maggior valore aggiunto". L'Ue dovrebbe dunque "semplificare la struttura del bilancio per raggiungere una scala sufficiente a sostenere i progetti strategici", viene evidenziato nel rapporto, con la proposta di "raggruppare e ridurre il numero di tutti i programmi di finanziamento".
"Dovrebbero essere istituiti schemi di finanziamento dedicati per affrontare il divario di investimenti per le aziende tecnologiche in fase di crescita, così come per le capacità di produzione in determinati settori, come le tecnologie pulite", scrive ancora Draghi, auspicando maggiore flessibilità "per consentire la riallocazione delle risorse tra e all'interno dei programmi e dei potenziali beneficiari" e maggiore sostegno agli "investimenti privati".
Rapporto Draghi, politica Coesione sia coerente con innovazione 'Investire in istruzione, i trasporti, casa e digitale'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "L'Ue dovrà inoltre garantire che la sua politica di coesione rimanga coerente con la spinta verso l'aumento dell'innovazione e il completamento del mercato unico. L'accelerazione dell'innovazione infatti e l'integrazione del mercato unico potrebbero avere effetti diversi sulla convergenza intra-Ue rispetto al passato". Lo scrive l'ex presidente della Bce, Mario Draghi, nel suo rapporto sulla competitività presentato oggi a Bruxelles.
"Nello specifico, le politiche di coesione dovranno essere riorientate su settori quali l'istruzione, i trasporti, l'edilizia abitativa, la connettività digitale e la pianificazione che possono aumentare l'attrattiva di una serie di città e regioni diverse. L'Europa dovrebbe imparare dagli errori commessi nella fase di "iperglobalizzazione" e prepararsi per un futuro in rapido cambiamento", spiega Draghi.
Draghi, 'l'Ue punti su innovazione e riduca costi energia' 'L'Europa non può più contare sugli altri per propria sicurezza'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "La competitività dell'Ue è attualmente compressa da due lati. Da un lato, le imprese dell'Ue devono far fronte a una domanda estera più debole, soprattutto da parte della Cina, e a crescenti pressioni competitive da parte delle imprese cinesi. La quota dell'Ue nel commercio mondiale è in calo, con una notevole diminuzione dall'inizio della pandemia. Dall'altro lato, la posizione dell'Europa nelle tecnologie avanzate che guideranno la crescita futura si sta riducendo". Lo scrive Mario Draghi nel primo capitolo del suo Rapporto sulla competitività.
"L'Europa si trova ora ad affrontare tre grandi trasformazioni, la prima delle quali è la necessità di accelerare l'innovazione e di trovare nuovi motori di crescita. In secondo luogo, l'Europa deve ridurre i prezzi elevati dell'energia continuando a decarbonizzare e a passare a un'economia circolare.
In terzo luogo, l'Europa deve reagire a un mondo di geopolitica meno stabile, in cui le dipendenze si trasformano in vulnerabilità e l'Europa non può più contare su altri per la propria sicurezza", sono i tre macro-obiettivi indicati dall'ex presidente della Bce, che osserva: "I Paesi dell'UE stanno già rispondendo a questo nuovo contesto con politiche più assertive, ma lo fanno in modo frammentario che mina l'efficacia collettiva. in modo frammentario, il che mina l'efficacia collettiva".
Draghi, 'l'Ue non si illuda, procrastinare non aumenta consenso' 'Garantire che le istituzioni democratiche siano fulcro riforme'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "Dovremmo abbandonare l'illusione che solo la procrastinazione possa preservare il consenso. In realtà, procrastinare ha prodotto solo una crescita più lenta, e di certo non ha ottenuto più consenso. Siamo arrivati al punto in cui, senza un'azione, dovremo o compromettere il nostro benessere, il nostro ambiente o la nostra libertà". Lo scrive Mario Draghi nell'introduzione al suo Rapporto sulla competitività.
"Affinché la strategia delineata in questo rapporto abbia successo, dobbiamo iniziare con una valutazione comune della nostra situazione, degli obiettivi e della valutazione comune della nostra situazione, degli obiettivi a cui vogliamo dare priorità, dei rischi che vogliamo evitare e dei compromessi che siamo disposti ad accettare. Dobbiamo garantire che le nostre istituzioni democraticamente elette siano al centro di questi dibattiti. Le riforme possono essere veramente ambiziose e sostenibili solo se godono del sostegno democratico", aggiunge l'ex presidente della Bce.
Rapporto Draghi,'lo stato sociale europeo sarà fondamentale' 'Avvicinarsi al modello Usa ma senza gli inconvenienti sociali'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "Lo stato sociale europeo sarà fondamentale per fornire servizi pubblici, protezione sociale, alloggi, trasporti e assistenza all'infanzia forti durante la transizione verso l'economia del futuro. L'Ue dovrà garantire che tutti i lavoratori abbiano diritto all'istruzione e alla riqualificazione".
Lo scrive l'ex presidente della Bce, Mario Draghi, nel suo rapporto sulla competitività presentato oggi a Bruxelles. "L'Ue deve puntare ad avvicinarsi all'esempio statunitense in termini di crescita della produttività e innovazione, ma senza gli inconvenienti sociali del modello Usa", spiega Draghi.
"L'approccio europeo dovrà garantire che la crescita della produttività e l'inclusione sociale vadano di pari passo garantendo il miglior utilizzo delle competenze disponibili e mantenendo intatto il tessuto sociale", spiega Draghi. "l cambiamenti tecnologici possono comportare notevoli disagi per i lavoratori dei settori precedentemente dominanti che non lo saranno più, nonché una crescente disuguaglianza: dal 1980 al 2016, si è scoperto che l'automazione ha rappresentato il 50-70% dell'aumento della disuguaglianza salariale negli Stati Uniti tra lavoratori sempre più istruiti", spiega Draghi", sottolinea il rapporto. "Un coinvolgimento più efficace e proattivo dei cittadini e un dialogo sociale, che unisca sindacati, datori di lavoro e attori della società civile, saranno fondamentali per costruire il consenso necessario per guidare i cambiamenti. La trasformazione può portare alla prosperità per tutti al meglio se accompagnata da un forte contratto sociale", specifica il rapporto.
Rapporto Draghi, massimizzare sforzi congiunti su semiconduttori 'Creare uno stanziamento di bilancio centralizzato dell'Ue'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "L'Europa dovrebbe massimizzare i propri sforzi congiunti per rafforzare l'innovazione nei semiconduttori e la propria presenza nei segmenti dei chip più avanzati". Lo scrive l'ex presidente della Bce, Mario Draghi, nel suo rapporto sulla competitività presentato oggi a Bruxelles. "Dopo la proposta di un European Chips Act, nell'Ue sono stati annunciati investimenti totali nella diffusione industriale per circa 100 miliardi di euro, sostenuti per la maggior parte dagli Stati membri sotto il controllo degli aiuti di Stato.
Tuttavia, esiste il rischio che un approccio frammentato porti a uno debole coordinamento. Si propone pertanto di creare uno stanziamento di bilancio centralizzato dell'Ue dedicato ai semiconduttori supportato da un nuovo "fast track" come per gli Important Projects of Common European Interest (Ipcei)", scrive Draghi nel documento.
"Il rapporto raccomanda di lanciare una strategia comune basata su quattro elementi. In primo luogo, finanziamenti per l'innovazione e la creazione di laboratori di prova vicino ai centri di eccellenza esistenti. In secondo luogo, fornire sovvenzioni o incentivi fiscali per la ricerca e sviluppo alle aziende "fabless" attive nella progettazione di chip e nelle fonderie in segmenti strategici selezionati. In terzo luogo, sostenere il potenziale di innovazione dei chip tradizionali. In quarto luogo, coordinare gli sforzi dell'Ue negli imballaggi avanzati 3D back-end, nei materiali avanzati e nei processi di finitura", spiega Draghi.
DRAGHI, 'SE COERENTE LA DECARBONIZZAZIONE È CHANCE PER L'UE' 'USARE SUOI BENEFICI PER ABBASSARE I PREZZI DELL'ENERGIA'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "Se agli ambiziosi obiettivi climatici dell'Europa corrisponderà un piano coerente per raggiungerli, la decarbonizzazione sarà un'opportunità per l'Europa. Ma se non riusciamo a coordinare le nostre politiche, c'è il rischio che la decarbonizzazione sia contraria alla competitività e alla crescita". Lo scrive Mario Draghi nell'introduzione al suo Rapporto sulla competitività.
"Anche se i prezzi dell'energia sono diminuiti considerevolmente rispetto ai loro picchi, le aziende dell'Ue devono ancora affrontare prezzi dell'elettricità che sono 2-3 volte quelli degli Stati Uniti. I prezzi del gas naturale sono 4-5 volte più alti. Questo divario di prezzo è dovuto principalmente alla mancanza di risorse naturali in Europa, ma anche a problemi fondamentali del nostro mercato comune dell'energia. Le regole del mercato impediscono alle industrie e alle famiglie di cogliere appieno i benefici dell'energia pulita nelle loro bollette. Tasse elevate e le rendite catturate dagli operatori finanziari aumentano i costi dell'energia per la nostra economia", osserva Draghi.
"Nel medio termine, la decarbonizzazione contribuirà a spostare la produzione di energia verso fonti energetiche pulite e sicure, a basso costo. Ma i combustibili fossili continueranno a svolgere un ruolo centrale nella determinazione dei prezzi dell'energia per il resto di questo decennio.
Senza un piano per trasferire i benefici della decarbonizzazione agli utenti finali, i prezzi dell'energia continueranno a pesare sulla crescita", sottolinea ancora l'ex presidente della Bce, aggiungendo: "la spinta globale alla decarbonizzazione è anche un'opportunità di crescita per l'industria dell'Ue. L'Ue è leader mondiale nelle tecnologie pulite come le turbine eoliche, gli elettrolizzatori e i carburanti a basso contenuto di carbonio, e più di un quinto delle tecnologie pulite e sostenibili a livello mondiale sono sviluppate qui".
DRAGHI, 'LA CRESCITA UE RALLENTA, NON POSSIAMO PIÙ IGNORARLO' 'LE CONDIZIONI SONO CAMBIATE'
(ANSA) - BRUXELLES, 09 SET - "Abbiamo detto molte volte che la crescita sta rallentando da molto tempo nell'Ue, ma lo abbiamo ignorato. Fino a due anni fa non avremmo mai avuto una conversazione del genere perché in genere le cose andavano bene. Ma ora non possiamo più ignorarlo: le condizioni sono cambiate". Lo ha detto l'ex premier Mario Draghi in conferenza stampa presentando il suo rapporto sulla competitività Ue.
lunedì 2 settembre 2024
Mi scappa la pipì
«Mi scappa la pipì». Quando il cervello influisce sul bisogno di urinare: come funziona la vescica
diCristina Marrone
Un ruolo fondamentale nella gestione dello stimolo lo gioca il cervello, nuovo possibile bersaglio per curare la vescica iperattiva e alte patologie legate al tratto urinario
Quante volte ci capita di guidare in autostrada e avere un pensiero fisso: devo fermarmi a fare pipì. O peggio, essere già preoccupati prima di partire, sapendo che la sosta sarà inevitabile con il timore, magari, di non fare in tempo. A volte ci si può pentire di aver bevuto una bibita fresca all'area di sosta, che dai reni è già passata alla vescica. Ed è dunque ancora ora di accostare. Fino a non molto tempo fa gli scienziati pensavano che le nostre vesciche fossero regolate da un riflesso relativamente semplice, come un interruttore che si schiaccia per immagazzinare e poi rilasciare l'urina.
In realtà le cose sono molto più complesse di così e un ruolo fondamentale nella gestione dello stimolo lo gioca il cervello che percepisce i segnali della vescica, li interpreta e poi agisce. Rita Valentino, neuroscienziata, direttore della divisione di neuroscienze e comportamento all'Istituto Nazionale per l'abuso delle droghe negli Stati Uniti sta studiando proprio la capacità del cervello di assorbire i vari stimoli della vescica e di combinarli con i segnali provenienti dall'esterno del corpo, come ad esempio immagini e suoni della strada, e di utilizzare infine le informazioni per per trovare un posto sicuro e socialmente appropriato per fare pipì. Insomma, un'intricata rete di regioni cerebrali contribuiscono al processo decisionale e alla consapevolezza su come sta il nostro corpo.
L'impulso a urinare
Il sistema che regola l'impulso a urinare è anche estremamente delicato e con l'avanzare dell'età può anche iniziare a non funzionare bene. Si stima che un adulto su 10 soffra di sindrome della vescica iperattiva: tra i sintomi l'urgenza urinaria, (la sensazione di dover urinare anche quando la vescica non è piena), la nicturia (la necessità di alzarsi più volte di notte per andare in bagno) e l'incontinenza. Sebbene i trattamenti esistenti funzionino per alcuni, per altri non hanno alcun effetto. Sviluppare nuovi farmaci è diventato piuttosto impegnativo, per questo molte case farmaceutiche hanno abbandonato la ricerca.
Nuovi approcci terapeutici per curare la vescica
Oggi però, some sottolinea un articolo a firma di Emily Underwood su Knowable magazine, alcuni studi stanno lavorando su nuovi approcci terapeutici. Sebbene le terapie per i disturbi della vescica si siano storicamente concentrate sulla vescica, nuovi lavori indicano il cervello come un possibile bersaglio. «Insieme agli studi volti a spiegare perché alcuni gruppi, come le donne in postmenopausa, sono più inclini ai problemi alla vescica, la ricerca suggerisce che non dovremmo accettare l'incontinenza come inevitabile» racconta Indira Mysorekar, microbiologa al Baylor College of Medicine di Houston. Spesso viene sottolineato come certi problemi siano parte dell'invecchiamento, in particolare per le donne. «Ma questo è vero solo in parte, molti problemi comuni sono evitabili e non per forza dobbiamo convivere con il dolore e il disagio».
Come funziona la vescica
La vescica è una sacca elastica che, nella maggior parte degli adulti sani può contenere circa mezzo litro di urina ed è uno degli organi più elastici del nostro organismo grazie al detrusore, un muscolo che ricopre la vescica e che si rilassa quando la vescica si riempie di urina. Per evitare fuoriuscite di pipì nei momenti indesiderati i muscoli che regolano lo sfintere dell'uretra si contraggono. All'opposto, quando abbiamo l'esigenza di svuotare la vescica il detrusore si contrae, lo sfintere si rilassa e l'urina fuoriesce dall'uretra. La vescica trascorre più del 95% del suo tempo in modalità stoccaggio. Talvolta, quando lo stimolo diventa insopportabile, la vescica si svuota involontariamente, tuttavia la necessità di urinare è un qualcosa che viene gestito in modo consapevole attraverso la corteccia prefrontale, l'area del cervello legata alla pianificazione e alla decisione di compiere azioni in base alla nostra volontà. Infatti ci chiediamo «quanto tempo posso resistere?», «Posso terminare la riunione prima di andare in bagno?».
Sentite la necessità di fare pipì con urgenza e di frequente? Potrebbe trattarsi di vescica iperattiva
Come il cervello comunica con la vescica: le scoperte
Gli studi della dottoressa Rita Valentino hanno misurato l'attività elettrica dei neuroni nel sistema nervoso, concentrandosi sui neuroni che si trovano le "locus coeruleus", zona del tronco encefalico coinvolto in meccanismi legati ad attenzione, stress e panico. Si è visto che poco prima di urinare i neuroni di quest'area iniziano a produrre segnali verso la corteccia, probabilmente per segnalare uno stato di allerta perché ci si trova in una fase in cui siamo vulnerabili e bisogna agire velocemente.
La ricerca di nuove terapie
Questo genere studi sta spingendo la ricerca a trovare nuovi approcci per risolvere problemi legati alla minzione che, in età adulta, è controllata dal cervello e non è solo un riflesso senza controllo. Capire meglio i meccanismi in base ai quali il cervello controlla (o non controlla) la vescica potrà aiutare a identificare nuove terapie per trattare una serie di condizioni, tra cui la diffusissima vescica iperattiva (la necessità improvvisa di urinare che non può essere rimandata). Sebbene gli scienziati che si concentrano sulla vescica e sul tratto urinario abbiano tradizionalmente lavorato in modo separato da coloro che studiano il midollo spinale e il cervello, ora questi specialisti, che a lungo hanno lavorato in modo separato stanno iniziando a collaborare , mettendo insieme i puzzle cervello-vescica.
domenica 17 dicembre 2023
SANITÀ, LISTE DI ATTESA INFINITE: QUANDO SI HA DIRITTO ALLA VISITA URGENTE (E AL RIMBORSO)
di Antonio Serpetti di Querciara*
Il problema delle liste d’attesa e delle cure indifferibili e urgenti è stato affrontato anche dalla giurisprudenza della Suprema Corte, che ha esaminato il caso delle spese sanitarie sostenute all’estero dal malato che non sia riuscito a ottenere una terapia in tempi brevi. Infatti, in applicazione dell’articolo 32 della Costituzione, il cittadino che versi in condizioni di salute di estrema gravità e che richiedano cure urgenti e qualificate — qualora sia costretto a ricorrere a strutture non convenzionate poiché le strutture pubbliche sono impossibilitate a rendere le prestazioni necessarie — ha il diritto al rimborso delle spese sostenute dal SSN. In tal caso, non possano ostarvi atti amministrativi presupposti e adempimenti burocratici incompatibili con la gravità delle condizioni di salute, in quanto gli stessi sarebbero affetti da illegittimità e, conseguentemente, devono essere disapplicati. Nella specie, la Suprema Corte ha annullato con rinvio la sentenza con cui era stata rigettata la domanda di rimborso di un intervento chirurgico presso un centro specializzato estero. È stato ritenuta irrilevante la mancata integrazione della condizione prevista dall’art. 2 del D.M.03/11/1989, richiamato dal D.M. 30/08/1991, cioè dell’essere rimasto l’interessato in lista d’attesa in almeno due strutture pubbliche o convenzionate con il SSN per un periodo superiore a quello massimo ivi previsto (Cass., sez. I, 16/07/1999, n. 7537).
Il parere del Consiglio di Stato
Inoltre, la Cassazione ha ritenuto che, con riferimento al bene salute, è individuabile un nucleo essenziale, in ordine al quale si sostanzia un diritto soggettivo assoluto e primario, volto a garantire le condizioni di integrità psico-fisica delle persone bisognose di cura, allorquando ricorrano condizioni di indispensabilità, gravità ed urgenza non altrimenti sopperibili, a fronte delle quali è configurabile un mero potere accertativo della Pubblica amministrazione in ordine alla ricorrenza di dette condizioni (Cass. SS.UU. 17461/2006). A maggior riprova, il Consiglio di Stato ha autorevolmente affermato, in materia di assistenza sanitaria, che il principio della libertà di cura è in piena sintonia con il disposto dell’art. 32 Cost. Infatti, sussiste il diritto del paziente a vedersi riconosciuto il trattamento medico a lui consigliato dal medico curante quando questo non è assicurato da strutture mediche nazionali e non sia in discussione la specialità della cura prescritta ovvero la sua adeguatezza. Nel diritto alla salute, costituzionalmente garantito, è compresa anche tale facoltà in quanto, dalla sua negazione discenderebbe la necessità di sottoposizione a trattamenti sanitari diversi da quelli prescritti con una restrizione insopprimibile dei diritti di malato. Con la conseguenza che il centro pubblico di riferimento, che è chiamato a verificare la sussistenza delle condizioni per il rilascio dell’autorizzazione a recarsi all’estero, non può verificare anche la corrispondenza dalle proprie valutazioni terapeutiche della scelta del paziente (Cons. Stato, sez. V, 03/10/2002, n. 5191).
Il caso del Tribunale di Bari
Altro aspetto di rilevante criticità è dato dalla lunghezza delle liste d’attesa nel caso in cui si dovesse fruire urgentemente di una terapia salvavita. In tale caso, il Tribunale di Bari, adito con ricorso ex art. 700 c.p.c., ha ordinato l’immediata erogazione di una terapia in favore di un paziente, posto in lista di attesa, sulla base della considerazione che lo stesso avrebbe dovuto conseguire, in via immediata, un risultato terapeutico in relazione alla probabilità che la stessa terapia fosse idonea ad assicurare il prolungamento della sua esistenza in vita e, comunque, il miglioramento delle sue condizioni cliniche. Per tali motivazioni, il giudice barese ha ordinato alla Azienda Unità Sanitaria Locale e all’ospedale materialmente tenuto alla erogazione della terapia l’immediata somministrazione in favore del ricorrente delle prestazioni di chemioterapia e radioterapia, nella misura e per il periodo risultante dalla certificazione del medico curante. Alla luce di quanto esposto, è possibile identificare due rimedi contro le lunghissime liste d’attesa. Il primo consiste nel ricorrere a cure all’estero a spese del servizio sanitario nazionale (ovviamente nei casi e nei limiti indicati dalla legge e meglio definiti dalla Cassazione e dal Consiglio di Stato). L’altro è rappresentato dal ricorso ex art. 700 c.p.c. del paziente all’Autorità Giudiziaria, affinché il Tribunale ordini l’immediata erogazione, in suo favore, della prestazione sanitaria necessaria, urgente ed indifferibile.
*Antonio Serpetti di Querciara è avvocato e autore presso Giuffrè-Francis-Lefebvre
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lunedì 11 dicembre 2023
Spesa al supermercato, le 30 regole per evitare fregature
OFFERTE E DINTORNI
1) Attenti alle offerte troppo speciali: sotto certi livelli di prezzo la qualità può essere solo un vago ricordo.
2) Alcune catene hanno introdotto linee di prodotti low cost. Ma non è detto che siano i più economici in assoluto.
3) Se avete tempo consultate i volantini online disponibili sui siti di tutte le insegne: difficilmente potete trovare tutti i prodotti che vi servono, a prezzo ribassato, in un unico punto vendita.
4) Alcuni produttori hanno ridotto il contenuto delle confezioni (sgrammatura) senza tagliare il prezzo. Confrontate il peso netto o la capacità con le altre referenze dello stesso tipo sul bancone 5) Sottocosto e sottoprezzo non sono sinonimi.
6) Nello spazio dei negozi riservato alle offerte non sempre trovate i prodotti meno cari.
7) Confrontate sempre i prezzi al chilo o al litro e non i prezzi unitari delle confezioni.
8) Leggete le etichette per fare un confronto fra due o più prodotti. A volte il succedaneo è diverso dall’originale.
9) La marca e i marchi di per sé non vogliono dire nulla: con l’inflazione alcuni produttori hanno introdotto linee meno costose, ma di qualità nettamente inferiore.
10) Il «paghi 2 e prendi 3» non ci fa risparmiare, ma spendere di più: tendiamo a confondere l’offerta che sconta del 33% il prodotto con quella che ce ne regala il 33% in più.
INSEGNE E CARRELLI
11) Quando riempite il carrello iniziate dalle referenze più voluminose, ad esempio l’acqua minerale o la birra.
12) Evitate l’acquisto d’impulso. Se quel che state mettendo nel carrello non è indispensabile si rivelerà inutile. 13) Non innamoratevi di una catena. Solo cambiando più di un negozio si notano le differenze di prezzo. 14) Vicino alle casse si trovano spesso i prodotti più costosi. Regolatevi di conseguenza.
ORIGINE E PROVENIENZA
15) Marchi famosi dell’elettronica di consumo e del fai da te sono stati rilevati da società cinesi che mettono sul merca to prodotti di qualità pessima. Controllate sempre con la mas sima attenzione la dichiarazione d’origine. 16) A proposito di Cina: «Made in PRC» significa che si trat ta di un prodotto che arriva dalla Repubblica Popolare Cine se. 17) Quando su un’etichetta trovate la dichiarazione "Origine Ue e non Ue" vi stanno prendendo in giro. La superficie dell’Unione europea sommata a quella extra europea equivale a quella del pianeta Terra. Significa che un prodotto non arriva da Marte. 18) Le preparazioni gastronomiche e i salumi porzionati sul punto vendita sono esenta ti dall’indicazione d’origine. Te netene conto.
SOCIAL MEDIA
19) Quel che si legge sui social media non equivale alla verità rivelata. Gli influencer spesso sono a libro paga dei marchi che magnificano.
20) I gruppi sui social media dedicati a una singola insegna sono spesso gestiti da dipendenti o società specializzate ingaggiate dalla stessa catena.
TEMPI D’ACQUISTO
21) La fretta è una pessima consigliera. Se avete poco tempo rinviate gli acquisti più costosi.
22) Non è detto che la spesa fatta giornalmente faccia risparmiare. A meno di non basarsi su una lista degli acquisti bloccata. Aumentare la frequenza degli acquisti moltiplica quelli d'impulso.
LISTE DELLA SPESA
23) Fate una lista della spesa completa, lasciandovi la possibilità di aggiungere solo un paio di voci.
24) Se conoscete bene un punto vendita, compilate la lista della spesa seguendo l’ordine in cui trovate le referenze che vi interessano. Farete meno strada ed eviterete di cadere nelle “trappole” studiate per spingervi ad acquistare di più.
25) Non buttate via le liste della spesa utilizzate: confrontatele per capire quali e quante referenze avete dovuto aggiungere sul punto vendita. Se si ripetono con regolarità inseritele nella lista base.
26) Verificate sempre gli scontrini prima di uscire dal punto vendita: può accadere che una referenza in offerta venga battuta al prezzo pieno. Se accade avete diritto al rimborso.
TRAPPOLE EFFICACI
27) I migliori clienti della Gdo sono i mariti che cedono facilmente all’acquisto d’impulso nei reparti del fai-da-te. Sappiatelo!
28) Occhio a dimostrazioni e show cooking: le vendite di pentole e piccoli elettrodomestici si moltiplicano anche per 30 fra chi vi partecipa.
29) Acquisti solidali: la “missione” di supermercati e imprese alimentari è quella di vendere di più non affrancare le popolazioni sottosviluppate dalla loro condizione miseranda.
30) Quando acquistate un bene strumentale, come una macchina fotografica, un computer o un telefonino verificate a quali condizioni e a che prezzo è fornita l'assistenza.
Il grande nemico Osama bin Laden oggi è un modello nei campus americani
UN FOGLIO INTERNAZIONALE
Il grande nemico Osama bin Laden oggi è un modello nei campus americani
11 DIC 2023
Più di vent’anni dopo, la sua “Lettera all’America” è diventata virale tra i giovani: è coerente con ciò che è stato loro insegnato. L'articolo del Wall Street Journal
"Gli studenti universitari non sono sempre stati convinti dalla prosa di Osama bin Laden” scrive Christopher Nadon. “Eppure, quando la sua ‘Lettera all’America’ del 2002 è diventata virale tra i giovani americani all’inizio di questo mese, non sono rimasto sorpreso. Avevo assegnato il documento a un corso su religione e politica quando è apparso per la prima volta. Gli studenti l’hanno trovato avvincente in quanto dichiarazione chiara e concisa delle motivazioni, delle intenzioni e della comprensione di al Qaeda del mondo e della storia del medio oriente. Erano inorriditi, come la maggior parte dei docenti. Eppure un anno prima, solo pochi giorni dopo l’11 settembre 2001, un professore di cultura marxista aveva tenuto una conferenza in una riunione dello staff sulla necessità di comprendere e simpatizzare con i 19 sfortunati uomini che erano stati spinti al martirio dall’oppressione coloniale occidentale. Quelli nelle torri, intonò, se lo aspettavano. Quel giorno i miei colleghi reagirono a questa affermazione con derisione e disprezzo. Ma il virus era arrivato. Presto si sarebbe diffuso. Ho ripreso a insegnare il corso nel 2017, dopo una pausa di dodici anni. A quel punto la classe era piena di studenti la cui formazione si è svolta interamente nel mondo post-11 settembre. Ancora una volta abbiamo letto la lettera di bin Laden, e ancora una volta gli studenti sono rimasti inorriditi, questa volta non da bin Laden ma da me per averla assegnata. Gli studenti erano stati educati a considerare razzista chiunque potesse suggerire un collegamento tra al Qaeda e la religione. Il terreno era stato preparato per isolare il cosiddetto discorso non occidentale dalla discussione critica. Mi hanno denunciato come ‘islamofobo’ e hanno abbandonato la classe. Ma almeno in quella fase non avevano ancora preso Bin Laden come modello. Oggi la sua lettera appare preveggente ai giovani perché le opinioni che sposa sono in sintonia con ciò che i loro professori hanno insegnato per anni. Raramente si sente l’opposizione. Al Claremont Colleges, dove insegno, 186 docenti hanno firmato una lettera in cui incolpavano il ‘colonialismo dei coloni israeliani’ per il massacro del 7 ottobre e sostenevano il movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni. Gli studenti hanno eretto un santuario ‘agli insorti che sono morti per la liberazione della Palestina’. In una repubblica come la nostra, ‘dedicata al principio secondo cui tutti gli uomini sono creati uguali’, la teoria conta. Non sarebbe la prima volta che gli sconfitti sul campo di battaglia impongono il giogo del proprio pensiero ai figli dei loro nemici”.
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