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giovedì 5 luglio 2018

I segreti della comunicazione in dieci pilastri

Luigi Crespi Pubblicitario, spin doctor, coach e autore cinematografico

La comunicazione è un bene di consumo. Prodotti, politici, aziende: se non sono supportate da una strategia di comunicazione non hanno alcuna speranza di avere successo. Allo stesso tempo, pensare che si possa sopperire alla qualità di un prodotto, di un'azienda o di un politico con la sola comunicazione è un errore tragico. Ovvero, la comunicazione è importante ma non è tutto.

Non esiste comunicazione senza autenticità, seduzione, integrità, coerenza. E già nominare questi quattro pilastri spiega che metà di quel che sentite quotidianamente è fuori dai canoni della buona comunicazione. Ma la comunicazione è anche curiosità, schiettezza, intelligenza, sensibilità. Comunicazione non è una voce sopra le altre, non è una pausa silenziosa. È scambio, confronto, capacità di aumentare il numero delle scelte possibili. La comunicazione allarga gli orizzonti.

I dieci pilastri della comunicazione

Empatia. Significa non avere comportamenti e modalità standard nella relazione con gli altri. Significa, secondo lo Zingaretti, mettersi nei panni degli altri, sentire le loro passioni, i loro problemi, le loro preoccupazioni, le loro speranze. Com-passione. Non solo in ascolto, ma anche nella capacità di esprimere linguaggi, codici e messaggi nei quali immediatamente riconoscersi.

Ascolto. È la forma massima di rispetto, quasi di amore per gli altri. Significa ascoltare a cuore aperto, a mente spalancata. Ascoltare è il primo atto capace di segnare in maniera decisiva una relazione convincente e vincente. Non esiste un buon comunicatore che non sappia esprimere sintesi, che sia vincente senza avere questa capacità di ascolto.

Osservazione. È la cura dei dettagli. Osservare una persona senza giudicarla consente di costruire un asse emotivo lineare e corretto. Riguarda però anche gli ambienti, i linguaggi, i piani culturali. Essere capaci di osservare consente di cogliere i fenomeni prima che si manifestino, di riconoscere i segnali deboli. Osservando una stanza, un luogo, l'abbigliamento di una persona, il suo linguaggio del corpo si possono ridurre le distanze e aumentare la comprensione reciproca.

Sensibilità. È fuori dai luoghi comuni. Appartiene allo straordinario. Ricerca ciò che non è banale, consegna una poetica della relazione, fa la differenza per distinguersi nella massa.

Curiosità. È alla base di ogni conoscenza. Tra i fattori di comunicazione è certo quello più "destructive". Ha a che fare con la conoscenza, che senza curiosità non esiste. È la curiosità che ci consente di uscire dalla "comfort zone"; senza rimarremmo nelle abitudini, nelle consuetudini. È l'uomo curioso quello che sa andare oltre, che affronta il viaggio, che esplora territori sconosciuti e cambia le regole del gioco.

Creatività. È il fattore cui sono più affezionato. Ha a che fare con la capacità di innovare, di cambiare. È strettamente legata alla curiosità, ne è l'estrema conseguenza. È una zona del pensiero evoluta e potente che, se gestita lontana da impulsi e fretta, ci salva dall'azzardo dei fallimenti.

Assertività. È lo strumento che riusciamo a utilizzare quando esiste una piena consapevolezza di sé, quando l'autostima non ha bisogno di manifestazioni egoiche, di conferme, quando si è capaci di definire il proprio spazio senza che questo appaia urtare l'interlocutore. È la fase matura della comunicazione, è il punto di arrivo.

Studio. Nessuna attività di comunicazione, di cambiamento può avere un senso se non è strettamente legata alla capacità di studiare, non di chiacchierare, alla preparazione, allo studio delle persone, dei gruppi, dei paesi. Tu puoi cambiare e comunicare solo quel che conosci profondamente. Senza studio e senza profonda conoscenza di quel comunichi nessuna strategia di comunicazione sarà efficace. Puoi comunicare solo quel che conosci bene.

Attenzione. Ha a che fare con la cura, con la precisione: la comunicazione è cura e precisione. Bisogna essere vigili nel selezionare con cura il giusto messaggio per il giusto momento con il giusto strumento. Bisogna essere attenti quando si scrive, quando si parla, quando si usano simboli, segnali. Solo un alto livello di attenzione ti offre gli strumenti giusti e la capacità di comunicare la cosa giusta al momento giusto.

Rappresentazione. È farsi carico, è uno degli aspetti più maturi della comunicazione. È quando conosci bene soggetto e oggetto, quando hai verificato il momento, ciò che serve e ciò che no, è la cura fornita nei giusti messaggi. La sintesi e questa: quando saprai rappresentare i sogni e i successi degli altri, a quel punto sarai un buon comunicatore.

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