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venerdì 25 settembre 2015

Ecco svelata (per l'ennesima volta) la vera natura democratica(?) dei post comunisti, ma ancora stalinisti!

CE N'È ANCHE PER CECCO A CENA

Con la faccia come il...

venerdì, 25 settembre 2015, 13:43
di aldo grandi
Lucca, centro storico, all'interno di un ristorante ci sono, seduti intorno ad alcuni tavoli uniti l'uno con l'altro, 13 commensali tra i quali, da Massa e Carrara, i collaboratori Riccardo Cavirani e Vinicia Tesconi. Quest'ultima, nel pomeriggio, aveva chiamato per parlarci di una sua amica che avrebbe voluto collaborare e noi, che non abbiamo prevenzioni né pregiudizi, le abbiamo risposto che non ci sono problemi, anzi, che venisse pure lei, la sera, a cena a Lucca così da conoscerci. E così è stato. E' venuta, ci ha sorriso, ci ha raccontato di sé e noi abbiamo confidato il nostro modo di intendere il giornalismo: non ci interessa se uno è di destra o di sinistra, solo che, quando scrive, lo faccia senza paraocchi e timori reverenziali verso partito o ideologie o presunte verità. Lei ha accettato di buon grado ringraziandoci e annunciando di aver, addirittura, già inviato un pezzo. L'abbiamo invitata a fare il suo senza limiti né vincoli perché noi, a differenza dei comunisti di accatto che bazzicano, da sempre, questa provincia e quelle limitrofe, di coloro che vedrebbero volentieri una nuova guerra civile, che credono ancora di essere fermi al 1944 e che sfruttano il passato per governare il presente, non interessano le verità acquisite, ma amiamo l'indipendenza di giudizio al posto della sua dipendenza.
Ieri, improvvisamente, una telefonata della nostra Vinicia ci ha reso edotti della novità: la sua amica, appena arrivata a casa l'altra sera o, forse, la mattina successiva, è stata fortemente dissuasa e convinta a non collaborare al nostro giornale perché, presumibilmente e così ci è parso di capire anche dalle sue ragioni - non le pubblichiamo per non renderla identificabile - noi saremmo un giornale politicamente schierato a destra e con i fascisti. Noi schierati con i fascisti? Roba da pazzi, forse perché il sottoscritto ha pubblicato un libro su Giorgio Almirante, la prima e unica biografia dove vengono rivelati i suoi trascorsi razzisti contro gli ebrei? Eppure l'autore ha scritto libri sulle Brigate Rosse, su Potere OPeraio, addirittura una volta, sull'inserto del Corriere della Sera, l'articolista si sbagliò e definì il sottoscritto un giovane ex brigatista senza pensare che, essendo nato nel 1961, era, praticamente e concretamente, impossibile. 
E' questa la libertà della Sinistra? Sono questi i liberi pensatori di Massa e Carrara, figli prediletti di una generazione che ha ridotto queste due città a un fanalino di coda di tutta la regione, senza speranza di crescita e da gettare nel cesso per come sono state amministrate e per le chances di lavoro che hanno offerto, nel tempo, alle nuove generazioni? Ci hanno definito, sin da subito, fascisti e, probabilmente, questi soloni della democrazia tinta di rosso ci vedrebbero meglio sotto un metro di terra e sarebbero disposti più ad appoggiare l'Isis di salvare i loro connazionali. Purtroppo a Massa e a Carrara vige ancora lo spirito delle splendide giornate della Liberazione, dove a una giusta felicità per la fine di una guerra sciagurata e la cacciata dell'invasore nazista aiutato dai fascisti saloini, si aggiunsero la vergognosa volontà omicida e la malvagità umana di uccidere senza processo e senza pietà centinaia di italiani solo perché erano stati fascisti. 
Ecco, a Massa e a Carrara ci manca solo che accada quel che succede, regolarmente, in quell'altra città vergognosa e allucinante che si chiama Livorno e dove, chi scrive, è nato. Fischiare, cioè, l'inno nazionale. A Massa e Carrara ci sarebbe gente disposta a pagare pur di poter tormare sulle montagne invece di provare a costruire qualcosa di buono qui, in pianura. 
Detto questo, la persona in questione, l'amica della nostra collaboratrice, non ha avuto nemmeno il coraggio intellettuale di telefonarci per dirci che non poteva o che non se la sentiva - strano, a noi sembrava così entusiasta seduta al tavolo - di collaborare. Noi, però, le abbiamo dato una lezione di vita insegnandole che si può accogliere al desco, a una cena tra amici e collaboratori che si conoscono da anni, anche l'ultima venuta, anche l'ultimo degli ultimi, senza chiedergli o, in questo caso, chiederle quali furono i suoi antenati o a quale parrocchia appartenga. E poi ci venite a parlare di solidarietà di sinistra... Accogliete milioni di musulmani pronti, un giorno, a prendervi e a prenderci a calci nel culo, a considerare le donne meno di un oggetto, ma non avete la capacità di andare d'accordo con i vostri fratelli di sangue italiani? Dire che fate schifo è un eufemismo...

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www.lagazzettadimassaecarrara.it

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