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venerdì 3 aprile 2015

Fisco, come non farsi fregare dal 730 precompilato. Dieci domande all'esperto

Quali e quanti sono i contribuenti interessati dal 730 precompilato?
«Sono interessati tutti i soggetti che possiedono contestualmente due requisiti: a) Nel 2014 hanno ricevuto redditi da lavoro dipendente certificato dal datore di lavoro con la “Certificazione Unica 2015”. b) Nel 2014 (redditi 2013) hanno presentato il modello 730 ovvero, pur avendone i requisiti, si sono avvalsi della facoltà di presentare il modello Unico e il modello Mini. Potenzialmente si tratta di una platea di circa 30 milioni di lavoratori dipendenti e pensionati. Tuttavia nonostante l’enfasi dell’amministrazione finanziaria e del governo la presentazione del modello 730 precompilato potrebbe interessare solo una minima parte (alcune analisi parlano del 10%) dei potenziali contribuenti. La procedura, infatti, non è delle più semplici e convenienti».
Ci può spiegare fisicamente cosa deve fare il contribuente? È necessario avere un Pin? Ha bisogno di un indirizzo e-mail certificato?
«A partire dal 15 aprile i modelli 730 precompilati saranno disponibili sul sito dell’agenzia delle entrate ma per accedervi “direttamente” ciascun contribuente dovrà essere in possesso delle credenziali di Fisconline: del relativo Pin rilasciato dall’Agenzia delle Entrate. Basta accedere al sito dell’Agenzia delle Entrate, registrarsi al servizio Fisconline e richiedere, gratuitamente, il codice Pin. Altrimenti il Pin può essere chiesto anche per telefono al numero verde 848.800.444 o agli uffici dell’Agenzia delle Entrate, presentando un documento di identità. In questo caso verrà consegnata solo la prima parte del codice, la seconda sarà inviata per posta al domicilio del richiedente. Non è necessario, invece, avere una casella di posta elettronica certificata».
Quali sono le scadenze? Entro quanto tempo mi conviene muovermi?
«Se si deve iniziare da zero e se si vuole operare “direttamente” i tempi sono molto stretti e occorre muoversi immediatamente, mentre se si opera attraverso altri soggetti il tempo a disposizione è più che sufficiente. Occorre ricordare che il modello 730 precompilato va presentato telematicamente entro il 7 luglio 2015 e sarà disponibile per il contribuente dal 15 aprile 2015».
Eventuali crediti pregressi (per esempio maturati con una precedente Partita Iva) sono già presenti nel 730 o devono essere inseriti dal contribuente?
«Bisogna precisare che il titolare di partita Iva non può usufruire del modello 730/2015 precompilato, ma deve utilizzare l’usuale modello Unico o Mini, conseguentemente il credito Iva di anni pregressi non sarà riportato. Circa i crediti degli anni pregressi risultanti dal modello 730 è ragionevole pensare che sarà riportato nel modello precompilato 2015 ma è opportuno controllare proprio per la fase sperimentale della nuova modalità».
Se il contribuente non apporta modifiche cosa succede?
«In questo caso non sono previsti i controlli documentali ex art. 36-ter. Ma non potrebbe essere altrimenti in quanto non ci sono documenti che hanno modificato la dichiarazione precompilata. Nel caso di dichiarazione precompilata e rettificata dal contribuente o dal commercialista o dal Caf, verranno controllate sia le rettifiche apportate che i dati precompilati dalla stessa amministrazione finanziaria e questa pare francamente una stranezza poiché pare che l’amministrazione non si fidi nemmeno dei dati da essa stessa inserita».
Mentre se decide di integrarlo cosa succede?
«Se si apportano integrazioni si perdono i vantaggi relativi alla mancanza di controlli».
Con qualsiasi tipologia di integrazione?
«No. Se non si incide né sul reddito né sull’imposta Irpef dovuta non si perdono i vantaggi. L’esempio classico è l’indicazione o la modifica dei dati anagrafici del contribuente. Occhio, però, perché la variazione del domicilio fiscale in un’altra regione potrebbe incidere sulla determinazione delle addizionali regionale e quindi sull’Irpef da pagare. Ma, eccezioni a parte, nella maggior parte dei casi il contribuente si rivolgerà a un intermediario abilitato (Caf o professionista) e sarà poi quest’ultimo a subire i controlli del caso e ad avere la responsabilità per eventuali errori. È ragionevole pensare che l’intermediario farà un controllo molto approfondito della documentazione del contribuente e si farà rilasciare ampi discarichi di responsabilità circa la completezza e la veridicità della documentazione presentata dal contribuente. Il costo di tali controlli sarà a carico del contribuente».
La responsabilità del Caf o del commercialista comporterà degli adeguamenti ai compensi?
«La cosa singolare, e a mio avviso con forti dubbi di costituzionalità perché viola l’articolo 53 della Carta, è che l’intermediario risponde non solo di sanzioni e interessi, ma, anche dell’imposta dovuta dal contribuente. Se l’intermediario abilitato risponde dell’imposta, nel caso di superamento delle soglie previste, risponderà anche penalmente? Si tratta di un terreno molto scivoloso che non potrà che comportare un aumento futuro dei costi dell’assistenza a carico dei contribuenti. Basti solo pensare che la stessa norma ha previsto per gli intermediari un innalzamento del massimale delle polizze assicurative a 3 milioni di euro rispetto a quello preesistente di poco più di 1 milione. L’incremento del premio, è di tutta evidenza, sarà presumibilmente scaricato sui contribuenti».
Quali sono le spese detraibili che sono già inserite nel 730 precompilato e quali invece quelle più ricorrenti che per quest’anno non sono previste?
«A mio giudizio il vero rischio è che con questa nuova modalità di presentazione della dichiarazione dei redditi buona parte dei contribuenti si perdano le detrazioni e deduzioni fiscali che non sono ancora nella disponibilità dell’amministrazione finanziaria e quindi non possono essere da questa precompilate. Ci sono gli interessi passivi sui mutui, i premi assicurativi e i contributi assistenziali e previdenziali, ma mancano le spese mediche, l’assegno per il coniuge separato, le spese scolastiche, le spese sostenute per la ristrutturazione o il risparmio energetico nel 2014, l’«art bonus» per l’aiuto alla cultura. Si tratta di spese che potrebbero essere rilevanti e che se non inserite nell’anno di competenza andrebbero perdute. Di qui la necessità di dovere mettere mano alla dichiarazione precompilata».
Si può dire in media quanto ci costerà di più?
«Ad oggi è difficile fare una stima. Alcuni intermediari evidenziano un raddoppio delle tariffe rispetto allo scorso anno. Più difficile dire quello che faranno i professionisti, anche se, in generale, l’aumento illogico delle responsabilità, l’aumento del tempo che verosimilmente si dovrà dedicare a ciascuna pratica, nonché il significativo incremento dei premi assicurativi non potrà che comportare un aggravio per i contribuenti. In definitiva credo che l’idea di aiutare i contribuenti sia corretta, tuttavia per come è stata scritta la norma e per le modalità operative i risultati non saranno quelli sperati e, almeno nel 2015, le dichiarazioni dei redditi saranno presentate con le stesse modalità degli anni passati».
Tobia De Stefano

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