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domenica 25 gennaio 2015

Quali insegnamenti dal “caso” De Luca

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La condanna del sindaco di Salerno Vincenzo De Luca chiarisce molte cose:
  1. la legge Severino è pasticciata, ridicola, malscritta, incostituzionale e pericolosa. Per molti motivi, ma soprattutto perchè un sindaco indagato e innocente dovrebbe essere sospeso ed un parlamentare no;
  2. i tempi processuali poi sono tali che probabilmente De Luca non avrà mai giustizia, perchè la prescrizione potrebbe arrivare prima. Nascondendo così, dietro la presunzione di colpevolezza che piace ai giornalisti, una sentenza abominevole e l’indecenza di alcuni magistrati che accusano molto, concludono poco e non rendono conto dei loro errori;
  3. il reato per cui è stato condannato in prima istanza mostra l’arbitrarietà interpretativa che ha ormai storpiato la giustizia. Il sindaco di Salerno non è colpevole di aver distratto soldi (peculato), ma di abuso di ufficio perchè da commissario (dunque con pieni poteri) del progetto di costruzione del termovalorizzatore (che non s’è potuto costruire) ha conferito ad un tecnico l’incarico di “project manager” (8000 euro per 16 mesi di lavoro) invece che di “coordinatore di progetto”;
  4. i giudici, che evidentemente ai tempi del puzzone avrebbero chiamato il “cachet” “cialdino”, l’hanno definito questa “deroga linguistica” un abuso di ufficio;
  5. che pena merita un magistrato di Milano che comunica agli avvocati degli indagati notizie sull’andamento dei processi rassicurandoli che si farà di tutta l’erba un fascio? A lui al massimo toccherà un trasferimento per andare a far danni altrove;
  6. quanti anni di galera meriterebbe l’abuso psicologico che ha costretto un professionista, tenuto sotto ricatto del carcere, a testimoniare il falso contro Penati? Contribuendo a farlo impalare mediaticamente e politicamente;
  7. come diavolo si può amministrare un comune o una regione se ti può fulminare, almeno mediaticamente, un giudice che è ostile all’inglese? E’ in atto un pogrom giudiziario contro la politica che si rivolge anche contro i giudici onesti. Con questi giudici non amministreremo mai! Ci vuole una difesa democratica;
  8. non dirò nulla della tarantella delle primarie in Campania. Certo i rinvii in attesa di questa sentenza hanno dato una mano alla offensiva in atto per sottrarre le primarie come strumento di decisione agli Italiani. Il problema del PD non sono nè le primarie, nè la corruzione. Ed il PD non è l’unico ad aver problemi. Il problema per l’Italia è che la punta di lancia della resistenza al cambiamento è la magistratura politicizzata assieme agli alfieri dell’anti-renzismo come Cofferati, che tremano perchè resteranno senza potere nei parlamenti, nei giornali, nelle banche infeudate dalla politica, nei corridoi del regno dei mandarini pubblici. E colpiscono sotto la cintura;
  9. al di là dei suoi limiti, della sue eccessiva testardaggine, della sua solitudine, De Luca è ammirevole  per il suo coraggio, per avere irriso alla superificialità dei suoi avversari e per la determinazione a fare e costruire senza arricchirsi e senza recedere dalle sue idee. Ha fatto di Salerno una stella e può fare uscire la Campania dalla palude degli ultimi dicendo pane al pane.  Fossi elettore Campano, democratico o no, mi piacerebbe che De Luca partecipasse alla contesa elettorale (ed anche Cozzolino che è degnissimo avversario). Vorrei ad amministrarmi uno così che ha rinunciato più volte alla prescrizione ed è uscito assolto, che si oppone alle cricche del suo partito da sempre. Uno che riesce a fare e a costruire, prendendo a pugni l’Italia dei No. Ha un anno in meno di Chiamparino, e quattro in più di Mario Oliverio, persone cui gli elettori hanno affidato regioni altrettanto importanti e di questi ha la stessa esperienza e determinazione. Il cambiamento è politica seria, non facciamolo seppellire dagli azzeccagarbugli in toga.
Massimo Micucci

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